I lettori di lunga data di Dylan Dog, persino quelli delusi da alcune fra le storie più recenti, proveranno di sicuro un brivido nel ricordare alcuni nomi del calibro di Johnny Freak, Killex, Lillie, Bree o Xabaras. Personaggi che hanno fatto la storia della gloriosa serie di casa Bonelli e che conservano un posticino di tutto rispetto nel cuore degli aficionados.
E’ quindi con curiosità e piacere che accogliamo la notizia di questo La Scelta, uno speciale di 160 pagine nel quale Paola Barbato ai testi e Luigi Piccatto ai disegni giocano una carta insolita: cosa sarebbe successo all’investigatore del paranormale se in alcuni momenti salienti della sua vita avesse operato scelte drasticamente diverse?
In una operazione che ricorda apertamente (e la cosa viene ricordata anche nell’introduzione) La vita è una cosa meravigliosa di Frank Capra, con la Morte al posto dell’angelo pasticcione, vedremo di volta in volta un Dylan ingrassato e amareggiato, alcolizzato, depresso o felicemente sposato. Potremo anche gettare uno sguardo sulla sorte di Groucho e di altri comprimari e non verranno nemmeno risparmiate la casa e l’automobile di Dylan.
Nulla di rivoluzionario in termini di sceneggiatura, certo, ma la scrittura efficiente e professionale della Barbato ci strappa qualche sorriso e riesce nell’intento più importante, quello di farci girare pagina dopo pagina fino all’ultima, coadiuvata in questo da un Piccatto versatile come non mai, capace di “citare” graficamente molti disegnatori delle storie originali riviste per l’occasione.
Tutto sommato una piacevole occasione per lasciarsi andare fra le braccia di lady Nostalgia e ricordare alcuni dei migliori albi dylaniati del passato.
Dylan Dog Speciale n. 18 – Ottobre 2004 – 160 pagine – 4,20 Euro
9 commenti
Aggiungi un commentoUhmm, vedo tutti degli strani simboli nel mio testo qui sopra, qualcuno ha idea di cosa stia succedendo? Eppure non dovrei aver preso nessun virus, è qualche giorno che non visito siti porno...
Meglio ch'io taccia su Bonelli Editore e su una certa "scuola del Fumetto"...meglio...
premetto che di DYD ho letto solo i primi 100 numeri più qualcosa un po' ad minnchiam, e li ho letti parecchi anni fa, ergo non ricordo molto.
Sto speciale però non mi è garbato per nulla, non se perchè indirizzato in maniera esclusiva a chi conosce molto bene DYD, o perchè è la storia in se a mancare di mordente, fatto sta che una volta finito m'ha lasciatyo parecchio freddino.
Demon Hunter me lo ricordo come fosse ieri(e invece sono 10 anni buoni . era effettivamente bruttarello.
Elvezio, hai sceneggiato dei fumetti? mi puoi dire quali? magari ti ho letto e non lo so!
Un bel albo.. Soprattutto perchè ti tuffa nei ricordi di DYD e ti mostra quelle realtà diverse "nel caso DYD avesse fatto un'altra scelta"..
Rimango uno della vecchia guardia nei confronti di DYD..
Ritengo che di arte, nel caso dell'old boy, si possa parlare quando in campo scende l'accoppiata Roi-Ruju, sfornando autentiche meraviglie nel plot e nel disegno. Mi sono imbattuto anch'io in emerite boiate, ma come giustamente osservava Elvezio è inevitabile di fronte a una serie che va avanti da vent'anni. A questo punto, leggere Dylan Dog diventa questione di fede: o ci si crede e si tira avanti tappandosi il naso, o si acquista consapevolezza (costa meno del prezzo di copertina) e si fa selezione...
Stessa cosa vale ovviamente anche per altri prodotti, anche se in misura diversa. Sempre in ambito Bonelli, Nathan Never ha il buon gusto (o la temerarietà) di ambire a rinnovarsi, di tanto in tanto. Spesso si tratta di tentativi velleitari, ma ancora più spesso ci si imbatte in qualcosa di originale (anche se in genere non accade quando i suoi editori vorrebbero, e questa la dice lunga...).
Fuori di casa Bonelli, mi sta intrigando John Doe. Speriamo che lo chiudano prima di sprofondare anche loro nella palude della mediocrità.
Un saluto,
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