Può esistere una via italiana della letteratura horror (intendiamo horror soprannaturale, naturalmente), o davvero l'onda lunga del neorealismo, e del vero per oggetto manzoniano, demolisce in partenza ogni sforzo compiuto in questa direzione? Davvero non possiamo avere che assassini e criminali assortiti, mentre fantasmi e demoni saranno sempre "proprietà intellettuale" degli anglosassoni? Davvero non può esserci altro "horror" se non quello su cui vengono appiccicate ad arte etichette come Thriller e Noir (generi gloriosi, intendiamoci, "contaminabili" con l'horror, certo, ma pur sempre ben definiti e ben poco attinenti al soprannaturale)?
No. Siamo convinti che una letteratura horror-fantastica made in Italy sia possibile. Il nostro è un paese di streghe e leggende sinistre, infarcito - che ci piaccia o no - di fede religiosa e superstizione. Più si sbatte fuori dalla porta questa verità più lei, sogghignante, rientra dalla finestra; così il desiderio di "incontrare" demoni, angeli e fantasmi aumenta e si riflette nel costante successo della narrativa straniera che di demoni e fantasmi parla, per tacere del cinema ormai "monopolizzato" da produzioni fantasy e horror.
Una letteratura horror-fantastica italiana è possibile e, a questo punto, probabile. Probabile perché, più passa il tempo, più vediamo crescere, sia per qualità che quantità, le produzioni "undergrond" legate all'horror soprannaturale, il numero di siti internet che ne parlano, e la richiesta di questo genere di prodotto.
Prima o dopo, anche le grandi case editrici dovranno prenderne atto. Per adesso ci sono le "minori" (per disponibilità economica e non certo per passione, impegno e qualità dei risultati) tra le quali spicca l'editore Fabio Larcher. A lui abbiamo rivolto qualche domanda perché nella sua pentola, anzi nel suo calderone stregonesco, stanno bollendo delle novità.
Ce ne vuoi parlare, Fabio?
Assolutamente sì e con molto piacere. Sappiate che i giorni 22-23-24 ottobre 2004 a Triora (Imperia) si svolgerà il IV convegno internazionale di studi storico-antropologici sulla stregoneria. Una vera chicca per gli appassionati horrorofili e non. Fra le innumerevoli iniziative collaterali di questo convegno scientifico, ci sarà anche la presentazione del nostro nuovo libro: Le tre bocche del drago, un romanzo “ibrido”, scritto a 16 mani da Alan D. Altieri, Danilo Arona, Giacomo Cacciatore, Riccardo Fassone, Remo Guerrini, Gianfranco Nerozzi, Gian Maria Panizza e Edoardo Rosati. Sabato 23 ottobre, dopo cena, nella sala-convegni della Colomba d’Oro si terrà un’insolita presentazione. Gli autori de Le tre bocche del drago converranno da ogni parte d’Italia appositamente per inscenare la “veglia magica” descritta del romanzo. Di che si tratta? Be’ se qualcuno di voi ha mai letto Un brivido sulla schiena del drago o il recentissimo La stazione del dio del suono (Larcher 2004) scritti da Danilo Arona saprà certamente di che cosa sto parlando. In sostanza: un gruppo di vecchi appassionati di storie macabre si riuniscono in luoghi carichi di energia negativa (possiedono una speciale mappa che li indica tutti). Lì fanno “veglia”, cioè trascorrono la notte narrandosi a vicenda storie di paura... che puntualmente, a causa del nefasto potere che permea le località da loro elette, diventano vere. La stessa cosa cercheremo di riprodurre noi nel corso della nostra “veglia” del 23. A completamento della serata i Lingalad suoneranno le loro musiche “bardiche” (sapiente intreccio di rock moderno e musica medievale, con gran profusione di flauti etnici, ghironde, bouzuki, bastoni della pioggia, liuti e tamburi), creando l’atmosfera incantata più propizia alla creazione degli autori. Inoltre un’orafa eccezionale, Maddalena Rocco, creerà per l’occasione dei gioielli unici, ispirati alla veglia e alle streghe di Triora: amuleti contro il potere malefico del Paese Stregato... I gioielli naturalmente saranno in vendita.
Com’è nata l’idea di creare un “romanzo ibrido”?
Le cose non accadono mai casualmente. Esiste una volontà invisibile che intreccia per noi occasioni che vanno ignorate o prese al volo. Nel corso di un’allegra telefonata fra me e Arona – telefonata che ci ha chiarito la fondamentale empatia tra i nostri “sentimenti sulla letteratura fantastica” – abbiamo avuto praticamente entrambi la stessa idea: sviluppare un progetto editoriale che coinvolgesse più menti e più penne nella creazione di uno stesso universo alternativo, di una stessa “mitologia”. E così è nato Le tre bocche del drago. L’adesione entusiastica di alcuni amici scrittori ci ha confermato nell’idea che il nostro progetto non poteva essere un “caso”, che c’erano forze più importanti all’opera e che noi, credendo di compiere un atto di volontà nostro, in realtà stavamo facendo il gioco del Drago – quel burlone! Ovviamente io mi sono preso una bella strizza, perché sono nato fifone e fifone morirò. Ma siccome sono anche curioso come un gatto ho deciso di portare avanti la cosa... per vedere di nascosto l’effetto che fa – come direbbe Jannacci. A mano a mano che il libro prendeva forma i dubbi sulla fondamentale “anormalità” dell’operazione scomparivano: gli autori hanno lavorato in modo indipendentemente l’uno dall’altro, ignari del quadro generale... Gesù! Alla fine ne è uscito un libro coerente (per quanto scritto con stili diversi), con elementi comuni, con spunti “guida” che sembravano usciti per davvero da una “sovra-mente”. Prendete in esame anche il fatto che Triora non è del tutto casuale: è stato il luogo a scegliere il tema, perché guarda “caso” il Convegno sulla Stregoneria sembrava cadere proprio nel periodo in cui noi decidevamo di uscire... Insomma avevamo l’impressione che “prima” che noi decidessimo di pubblicare il libro “non esistesse alcuna tradizione convegnistica del genere”! Prendetemi per matto – ma già uno che di questi tempi si mette a fare l’editore lo deve essere per forza – comunque io penso davvero che Le tre bocche del drago non sia un libro normale. E’ un’esperienza sovrannaturale. Una manifestazione diabolica.
Quando sarà disponibile Le tre bocche del drago in libreria?
Immediatamente dopo la presentazione di Triora dovrebbe essere in libreria. Al massimo ci sarà il ritardo di una settimana. E per quei librai che volessero obiettare: non conosciamo l’editore, basta replicare che i nostri libri sono distribuiti da C.D.A.; così nell’arco di un’altra settimana avrete il vostro bel libro maledetto confezionato apposta per voi dalla Larcher Editore. Eh eh eh! (voleva essere una risata stregonesca).
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