SINOSSI

Una banda di ragazzi si ritrova a scappare dalla polizia. Durante la fuga il gruppo si divide e quattro di loro fuggono verso la frontiera riuscendo a rifugiarsi vicino al confine con il Belgio in un ostello semi abbandonato. L’atmosfera malsana del caseggiato fa capire subito ai ragazzi che qualcosa non va… L’ostello è gestito da due sorelle che hanno un rapporto morboso e da un anziano ex-colonnello dispotico e autoritario. Ospite fissa è una giovane donna che si veste e parla come fosse ancora una bambina di 11 anni. La situazione in principio provoca nei ragazzi una reazione spavalda e aggressiva nei confronti di quelle persone così strane, ma il clima insano che si respira nell’ostello li convince ad andarsene al più presto. Ma ormai è troppo tardi… Inizieranno una serie di torture indicibili nei confronti dei ragazzi che porteranno allo scioccante finale… Non c’è dolore abbastanza forte da saziare quei pazzi psicopatici…

INTRODUZIONE

Questa versione uncut di FRONTIERS è brutale, del genere survival hardcore, nella tradizione di film come NON APRITE QUELLA PORTA. Il film è una violenta testata sul viso diffidente e condiscendente del cinema francese, un film che punta senza alcun riserbo a farvi urlare per la paura, lo shock e la nausea. Si tratta di un modo di fare cinema viscerale, all’avanguardia e privo di qualsiasi freno, per cui il regista Xavier Gens si mette in prima persona in serio pericolo. Il film è ispirato alle grandi graphic novel, che solo alcuni anni fa sarebbero state impossibili da realizzare, ma che oggi riscuotono grande successo. FRONTIER(S) è un film ultra-referenziale che rispetta i codici dei migliori film del genere ‘survival’ nell’accentuare i paralleli con il mondo che ci circonda. Come vuole la regola in questi casi FRONTIER(S) può contare su un buon cast di giovani attori di talento, su un regista con qualcosa da provare e su una sceneggiatura che va al di là di ogni limite. Eccessivo e originale sotto ogni punto di vista, FRONTIER(S) non ha nulla da perdere nel dilettarsi a dare del filo da torcere agli spettatori più deboli di stomaco, come hanno già fatto film come SAW-L’ENIGMISTA e HITMAN.

SVILUPPO

Se sembrava che FRONTIER(S) fosse il passo successivo più logico da compiere per Xavier Gens, è perchè Xavier è un regista instancabile, appassionato del suo lavoro e desideroso di cambiare il panorama della cinematografia francese. Nonostante abbia girato 30 video musicali, riceva numerose offerte da parte dei maggiori studios e si sia via via guadagnato la reputazione di grande star in ascesa, ha preferito che il suo primo lungometraggio rispettasse le proprie inclinazioni personali, consapevole che ciò avrebbe significato girare in un’atmosfera di grande pressione oltre che in condizioni economiche piuttosto precarie.

"Sin dall’inizio, sono stato molto chiaro al riguardo," spiega. "Volevo fare una sorta di UN TRANQUILLO WEEKEND DI PAURA alla francese. E’ estremamente difficile riuscire a far decollare un progetto simile in Francia perchè spesso le persone dicono di sì ma poi rifiutano di accettare le conseguenze delle loro azioni. Non si può fare un film del genere limitandosi alle mezze misure. In questi casi la regola è “tutto o niente”.

Questo film è uno schiaffo in faccia a un certo tipo di cinema francese noioso e accondiscendente. Non si può fare un film del genere se si hanno troppi freni. Aja e Valette sono riusciti brillantemente a tracciare una nuova via con ALTA TENSIONE e MALEFIQUE, ma poi questi film non hanno avuto alcun seguito.

Era arrivato il momento di fare un altro film capace di scuotere gli spettatori nel profondo. FRONTIER(S) è una pellicola che prenderà letteralmente a schiaffi il pubblico per 90 minuti, di modo che risulti chiaro che anche in Francia siamo in grado di fare questo genere di film! Le quaranta persone che hanno lavorato assieme a me sul set ce l’hanno messa davvero tutta, perchè credono in questo tipo di film e perchè era un’opportunità troppo buona per farsela scappare."

FRONTIER(S) è come una bomba a orologeria, il cui ticchettio si avverte già nei silenziosi e tranquilli back-lot dell’industria cinematografica francese, è un sogno che si è realizzato per una generazione di appassionati cinefili, interessati a un tipo di intrattenimento apertamente cattivo, sovversivo, aggressivo e restio a scendere a compromessi. "Sono cresciuto guardando i film degli anni ‘80," spiega Gens. Sam Raimi, Peter Jackson e così via. Il mio scopo era quello di tornare al tipo di film viscerali che hanno caratterizzato la mia giovinezza, volevo che il mio primo film fosse una dichiarazione d’amore per il genere di pellicole che ammiravo così tanto. FRONTIER(S) è proprio questo. Se avevo intenzione di fare dei film più personali in futuro, dovevo prima girare questa pellicola, soprattutto perchè in essa sono contenuti molti elementi personali.

Si tratta di un film di genere che però riflette le mie opinioni su determinati argomenti, così come LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI rifletteva quelle di Romero. Inoltre, ero intenzionato a collocare il film su uno sfondo politico per radicarlo in un’epoca ben definita, senza che però rappresentasse niente altro che uno sfondo. Per quanto riguarda il mio approccio formale, sono stato ispirato dal lavoro di quei filmmaker che preferisco: Verhoeven, Raimi, Spielberg e Scorsese."

Xavier Gens ha studiato il lavoro di questi maestri del cinema da vicino e, forse, li ricorda ancora di più nel suo approccio determinato, combattivo e inesorabile. Il regista somiglia molto a quegli appassionati di cinema che rifiutano una gerarchia dei film: "L’unica regola auto-imposta che ho è quella di rispettare un crescendo costante fino a che non si raggiunge un climax stupefacente".

NOTE DI PRODUZIONE

Fan del genere fantasy sin da quando era ancora nell’utero materno, Xavier Gens si è fatto conoscere grazie al cortometraggio Au Petit matin (con Estelle Lefébure) e all’episodio Fotografik, contenuto nella serie Sable Noir, in onda sul canale via cavo Ciné Cinéma. Due film aggressivi che hanno permesso al giovane regista di realizzare Frontier(s), il suo progetto successivo.

Frontier(s) è un film in cui si mescolano suspense, alta tensione e violenza estrema. Al fine di giustificare gli eccessi di violenza, Xavier Gens ha ambientato la storia sullo sfondo di un avvenimento politico: "L’idea per il film mi è venuta nel 2002 quando in occasione delle elezioni generali l’estrema destra ha raggiunto dei risultati inconcepibili. Mi sono reso conto dell’estrema gravità della situazione, ed ero preoccupato. Volevo cercare di trasferire quella mia inquietudine in questo film. Essendo un grandissimo fan dei film di genere, come NON APRITE QUELLA PORTA, ho pensato che il modo migliore fosse quello di creare una metafora di questa angoscia utilizzando un gruppo di ragazzi, simbolo dei giovani di oggi, sempre in fuga. Ma mentre essi cercano di sfuggire al nuovo regime, cadono nella trappola di un’ideologia assai più incerta."

Nonostante il budget ridotto, Frontier(s) è la dimostrazione di come sia possibile fare un film horror valido in Francia; come è accaduto anche con La Casa, di Sam Raimi, Brain Dead-Gli Schizzacervelli di Peter Jackson o Re-Animator di Stuart Gordon, tutti girati con un budget pari a quello necessario per il solo catering di Titanic, e tutti film estremamente scioccanti di cui Gens si è nutrito assieme al latte materno. "Quando ero piccolo, avevo solo 5 o 6 anni, i miei genitori mi hanno ‘costretto’ a vedere L’Esorcista e Lo Squalo. E’ così che sono stato introdotto al genere.

Così come il produttore Laurent Tolleron, che conferma di avere la stessa passione per questo tipo di film: "Non si possono fare film come questi se non si ama questo genere, soprattutto perchè in Francia è ancora molto difficile riuscire a far decollare un progetto come Frontier(s), diversamente dagli Stati Uniti, dove molti film di genere raggiungono ottimi incassi al botteghino. Qui si tende a prediligere film intimisti e d’autore."

Essendo cresciuto guardando film piacevolmente decadenti Gens aveva un’idea precisa di come Frontier(s) sarebbe dovuto apparire. "Con il mio direttore della fotografia Laurent Barrès abbiamo lavorato duramente per raggiungere il look "arrugginito" della pellicola, utilizzando toni come l’ocra, il marrone e il giallo. Che nel loro insieme appaiono simili al "sangue rappreso". "Frontier(s) non è certo per i deboli di cuore, soprattutto per gli effetti visivi fortemente cruenti che potrebbero arrivare a traumatizzare più di uno spettatore (tendini lesionati, colpi d’ascia, corpi in via di decomposizione, teste che scoppiano...). Sono stati necessari 400 litri di sangue, di cui metà solo per la scena finale. A supervisionare gli effetti speciali sono stati chiamati Guillaume Gastagné e Frédéric Lainé, che hanno lavorato in film come The Daltons, Blueberry, A Very Long Engagement e – per citare altri film horror francesi – Maléfique di Eric Valette e Bloody Mallory di Julien Magnat. Frédéric Laine spiega cosa abbia fatto fluire così liberamente tutta questa emoglobina: "Bisogna calcare la mano con il sangue e la violenza. Se non ce n’è abbastanza i fan resteranno delusi e quelli a cui questo genere di film non piace si contorceranno comunque per la nausea".

XAVIER GENS

Sebbene sia nato a Dunkerque (nel nord della Francia), Xavier trascorre i suoi primi anni di vita nel sud della Francia, con la TV come badante. Gens fa parte di quella generazione di giovani che hanno subito l’influenza del cinema di genere degli anni ‘70 e ’80. Si appassiona al mondo dell’immagine molto presto e così inizia a disegnare fumetti. Muove i suoi primi passi nel cinema prendendo in prestito dai genitori una videocamera super 8.

All’età di 15 anni subisce un trapianto di reni ed è costretto a lasciare la scuola, è così che decide di dedicarsi totalmente alla passione per la settima Arte.

Da ragazzo, ha girato con un gruppo di amici alcuni cortometraggi horror e un lungometraggio amatoriale, dal titolo Earth on Fire, una sorta di remake di uno dei suoi film preferiti: True Romance - Una Vita al Massimo di Tony Scott. Determinato a costruirsi una carriera in ambito cinematografico, Xavier Gens ha cominciato ad apprendere le tecniche del cinema lavorando come assistente nei film di azione e nei gialli Americani e di Hong-Kong, girati nel sud della Francia, come Maximum Risk di Ringo Lam, Ronin di John Frankenheimer e Double Team - Gioco di Squadra di Tsui Hark. Nel 2000 ha prodotto e diretto Born to Kast, con un budget di circa 10.000 euro. Durante i tre anni successivi si è occupato di video musicali per artisti come Nadiya, Faudel, David Charvet, L5 e Stomy Bugsy. Nel 2005 Xavier ha girato il suo secondo corto, Au Petit matin, con Estelle Lefébure e Aurélien Wiik. Il film è stato proiettato in occasione di diversi festival ed ha vinto il premio Short Film al Cognac Crime Movie Festival. In seguito, ha girato l’acclamato Fotografik, che fa parte della serie fantasy intitolata Sable Noir, in onda su un canale della tv via cavo. Dopo aver ultimato Frontier(s) Xavier Gens si è trasferito a Hollywood per girare Hitman, il blockbuster di azione\avventura tratto dal video gioco di culto.

FRONTIER(S) – LE CITAZIONI CINEMATOGRAFICHE

IL PATTO DEI LUPI: "La scena in cui Samuel Le Bihan smembra un coniglio in una cantina fa riferimento al personaggio di Christophe Gans ne Il Patto dei Lupi, dove Le Bihan interpretava un naturalista. Anche se credo che nessuno, fanatici di cinema a parte, se ne renderà conto."

NON APRITE QUELLA PORTA: "Ovviamente si tratta del riferimento più esplicito di tutto il film. Ero rimasto molto deluso dal remake di Marcus Nispel che non possedeva la stessa atmosfera viscida dell’originale di Tobe Hooper; perciò ho cercato di ricreare quell’atmosfera in Frontier(s), soprattutto nella scena di cannibalismo, che dura quattro minuti, mentre quella nel remake di Non Aprite quella Porta è di circa trenta secondi."

DOCUMENTARIO SU ED GEIN: "Per la scena in cui David Saracino viene appeso a testa in giù a degli uncini, mi sono ispirato ad un documentario sul serial killer Ed Gein (la cui vicenda ha ispirato anche Non Aprite Quella Porta). Si vedono foto di scene del crimine, in cui le sue vittime sono appese a testa in giù con il ventre squarciato. Visto che Tobe Hooper non aveva utilizzato questo elemento nel suo film, ho pensato di usarlo nel mio."

THE DESCENT-DISCESA NELLE TENEBRE: "La scena in cui Chems Dahmani e David Saracino sono bloccati in un tunnel richiama alla mente The Descent, ma in realtà, avevo scritto questa scena prima di vedere il film di Neil Marshall. Ho visto The Descent, solo dopo, in fase di post produzione di Frontier(s). Si tratta, perciò, di un tributo non intenzionale a The Descent, che considero comunque un grande film."

LA MOSCA: La scena in cui Chems Dahmani è chiuso in una cisterna di ossigeno è ovviamente ispirata a La Mosca di Cronenberg, soprattutto per l’illuminazione verde e il modo in cui è fatta la cisterna".

ROBOCOP: "La scena in cui Chems esce dalla cisterna con il viso deformato è un omaggio a Robocop di Paul Verhoeven, più specificatamente alla sequenza in cui Peter Weller si scioglie letteralmente negli ultimi quindici minuti del film".

MISERY NON DEVE MORIRE: "La scena in cui si vede una vittima a cui vengono lesionati i tendini mi faceva pensare a quella in cui Kathy Bates rompe il piede a James Caan con un martello, nel film Misery Non Deve Morire di Rob Reiner. Volevo riuscire ad ottenere quella stessa violenza nel mio film, nella sequenza in cui uno dei personaggi viene mutilato per aver cercato di fuggire".

ALIENS: "La scena in cui Chems Dahmani entra in una stanza piena di cadaveri e si trova faccia a faccia con una vittima mutilata che improvvisamente apre gli occhi è un riferimento diretto ad Aliens di James Cameron, dove un soldato trova una donna mezza morta in un nido di alieni e all'improvviso la donna si sveglia".

TRUE ROMANCE - UNA VITA AL MASSIMO: "La reazione di Karina Testa nella scena in cui viene picchiata da Samuel Le Bihan nel magazzino è ispirata al film di Ridley Scott True Romance, dove James Gandolfini picchia Patricia Arquette e questa reagisce lottando tenacemente".

GEORGE ROMERO: "Il contesto politico di Frontier(s) è ispirato a George Romero. Non specificatamente a Zombi o a La Notte dei Morti Viventi, ma al modo in cui questo regista inserisce una sorta di commento sociale nei film di genere".

LA CASA DEL DIAVOLO: "Il personaggio di Estelle Lefébure è simile al personaggio sexy e spietato di Sheri Moon Zombie nel film di Rob Zombie La Casa del Diavolo".

SALO’ E LE 120 GIORNATE DI SODOMA: "La sordida, malata atmosfera del film di Pasolini è stata di grande ispirazione per questo film, come anche il modo in cui il regista riesce a denunciare apertamente ciò che mostra. Volevo che la violenza in Frontier(s) possedesse la stessa fredda autenticità".

DAVANTI ALLA MACCHINA DA PRESA

KARINA TESTA (Yasmine)

"Una giovane donna disillusa alla ricerca di un mondo ideale, e che però trova il peggiore degli inferni."

Karina Testa ha origini spagnole, italiane e nordafricane, ha iniziato a lavorare come modella di Elite. E’ approdata al cinema nel 2004 nel film spagnolo Vivir Y Sona di Alfonso Albacete e David Menkes, a cui ha fatto seguito Miroir de l'eau di Edwin Baily. Nel 2005, è apparsa nel film di Guy Jacques Ze Film ed è stata la protagonista femminile di Il était une fois dans l'Oued di Djamel Bensalah. Dopo Frontier(s), Karina Testa ha recitato nel cortometraggio horror Paris By Night of the Living Dead di Gregory Morin e in Des poupées et des anges, di cui è la protagonista al fianco di Samuel Le Bihan.

AURELIEN WIIK (Alex)

"Un giovane ribelle che sa esprimere i suoi sentimenti solo attraverso la violenza, e la sua anima ne soffre profondamente."

Aurélien Wiik è nato in una famiglia di artisti, ha abbandonato la scuola presto per dedicarsi allo show business. Ha lavorato costantemente, sin dall’età di 13 anni, in serie TV (P.J., Julie Lescaut), film per la TV (Les Faux-frères di Miguel Courtois, Les Inséparables di Thierry Redler), in cortometraggi (Au petit matin di Xavier Gens, Scénarios sur la drogue di Emmanuelle Bercot e Diane Bertrand) e film. In ambito cinematografico, Aurélien ha interpretato molti ruoli da comprimario (Cache Cash di Claude Pinoteau, Belle Maman di Gabriel Aghion) prima di ottenere ruoli da protagonista in diversi film, tra cui vale la pena citare Sem Ela di Anna De Palma e A travers la forêt di Jean Paul Cyveirac. Nel 2005, Aurélien ha diretto il suo primo corto, Rue des vertus.

ESTELLE LEFEBURE

(Gilberte)

"La Valkiria della famiglia cannibale. Il suo obiettivo è quello di procreare e generare una nuova razza Ariana."

Estelle Lefébure è stata una delle più famose supermodelle d’Europa, ha posato per Kookaï, Thierry Mugler, Yves Rocher e Lacoste. Dopo aver interpretato due piccoli ruoli in due film (Cavalcade di Steve Suissa e Absolument Fabuleux di Gabriel Aghion), ha recitato nel primo corto di Xavier Gens dal titolo Au petit matin. Più recentemente, è apparsa in ruoli da protagonista in Chrysalis di Julien Leclercq e nel film di prossima uscita Bal des actrices di Maïwenn Le Besco.

SAMUEL LE BIHAN (Goetz)

"E’ il proprietario dell’hotel, è lui che trova e massacra le vittime della famiglia cannibale."

Samuel Le Bihan ha frequentato la prestigiosa Cours Florent; ha iniziato la sua carriera di attore recitando nel teatro di strada e poi a New York ha lavorato nel teatro sperimentale. In seguito, nel 1995, si è unito alla Comédie Française. Dopo due anni e numerosi ruoli secondari in film per il grande schermo (Tre colori: Rosso di Krzysztof Kieslowski, Une femme française di Regis Wargnier, Le Cousin di Alain Corneau…) ha ottenuto due ruoli decisivi per la sua carriera, in Captain Conan di Bertrand Tavernier ed in Venus Beauté (Institut) di Tonie Marshall. Alla fine degli anni ‘90, dopo aver recitato come protagonista in due grandi successi, Jet Set di Fabien Onteniente e Il Patto dei Lupi di Christophe Gans, Samuel è divenuto uno degli attori francesi più ricercati. Da allora ha ottenuto ruoli principali in oltre una dozzina di pellicole, tra cui Fureur di Karim Dridi, Trois zéros di Fabien Onteniente e The Bridge of San Luis Rey di Mary McGukian. Nel 2008, è apparso in Disco di Fabien Onteniente e in L’Instinct de mort di Jean François Richet.

CHEMS DAHMANI (Farid)

"Un innocente che rincorre la sua utopia, ma incontra solo sofferenza e dolore."

Dopo aver frequentato lezioni di recitazione al community center nel distretto di Belleville di Paris, Chems Dahmani ha ottenuto il suo primo ruolo sullo schermo all’età di 15 anni e da allora ha lavorato in diverse serie e film per la TV, tra cui Madame le proviseur, l’Evangile selon Aimé di André Chandelle, l’Embrasement di Philippe Triboit, Jim la nuit di Bruno Nuytten, e La Fourmi amoureuse di José Hernadez. Nel 2007, poco prima di girare Frontier(s), ha fatto il suo debutto cinematografico in Dans les cordes di Magaly Richard-Serrano con Richard Anconina e Maria De Medeiros.

AMELIE DAURE (Claudia)

"La figlia depressa della famiglia cannibale. Viene violentata dai propri fratelli, potrebbe uscire di testa in qualsiasi momento."

Amélie Daure è un astro nascente in Francia, si è fatta conoscere a livello internazionale nel 2007 grazie alla sua performance in un commercial diretto dal regista di Hong Kong Wong Kar Wai. Dopo aver recitato in due cortometraggi di Lionel Mougin (Une vie d’ici e Infrarouge) e in alcuni film per la TV (l’Aîné des Fercheaux di Bernard Stora, Francesco di Michele Soavi, Mausolée pour une garce di Arnaud Selignac) è approdata a Frontier(s), che segna il suo debutto cinematografico.

MAUD FORGET (Eva)

"Psicotica, pazza, è stata adottata dalla famiglia cannibale da bambina. Non è mai guarita."

Maud Forget si è appassionata alla recitazione sin da piccola. Partecipava a un workshop teatrale quando è stata notata dal cineasta Jean Pierre Améris, che l’ha chiamata per recitare come co-protagonista al fianco di Lou Doillon nel suo film Mauvaises fréquentations. Maud aveva 16 anni, da allora è apparsa in una dozzina di film per la TV e per il cinema, tra cui Ghost River di Olivier Dahan, Fracassés di Franck Llopis e H.B Human Bomb di Patrick Poubel. Maud ha, inoltre, dato la voce al personaggio di Mimi nel film animato U di Serge Ellissalde e Grégoire Solotareff.

DAVID SARACINO (Stom)

"Uno stallone italiano la cui misoginia cela in realtà un’anima sensibile. Il suo fato è atroce."

Dopo aver interpretato alcuni ruoli da comprimario in diversi film (Already Dead di Olivier Dahan, Read My Lips di Jacques Audiard, Laisse tes mains sur mes hanches di Chantal Lauby, Vivante di Sandrine Ray) ed in TV (Highlander, Le Juge Cordier, Navarro), David Saracino ha ottenuto uno dei ruoli da protagonista nella commedia di Djamel Bensalah dal titolo Il était une fois dans l’Oued. Di recente, è tornato a lavorare assieme a Karina Testa, sua co-protagonista in Frontier(s) e in Il était une fois dans l’Oued, nel cruento cortometraggio Paris By Night of the Living Dead di Grégory Morin.

JEAN PIERRE JORIS (Von Geisler)

"Il patriarca nazista della famiglia cannibale, al cui confronto Dr. Mengele sembra quasi un angelo."

Jean Pierre Joris ha fatto il suo debutto cinematografico nel 1946 in Les J3 di Roger Richebé. Divide la sua carriera tra il teatro, dove lavora sia come attore che come regista, la TV (Les Rois maudits, Commissaire Moulin, Les Cinq dernières minutes) e il cinema.

Jean Pierre Joris ha recitato come co-protagonista in circa venti film, tra cui vale la pena citare Martin soldat di Michel Deville, Hunter Will Get You di Philippe Labro, l’Amour braque di Andrzej Zulawski, The Sentinel di Arnaud Desplechin e Tanguy di Etienne Chatillez.

PATRICK LIGARDES (Karl)

"Il ragazzo d’oro della famiglia cannibale, è stato cresciuto secondo la migliore tradizione nazista, è abituato a non mostrare alcuna pietà."

Patrick Ligardes è uno degli attori comprimari più ricercati in Francia. Ha recitato come co-protagonista nel ruolo di guardiano in Bernie di Albert Dupontel, in quello di un cameriere in White Lies di Pierre Salavadori, in quello di un banchiere in The Brice Man di James Huth e in quello di poliziotto in Malabar Princess di Gilles Legrand e in Le Mystère de la chambre jaune di Bruno Podalydès. Patrick Ligardes ha anche scritto due commedie di culto: Madame Edouard di Nadine Monfils e André le magnifique di Emmanuel Sylvestre e Thibault Staib.

DIETRO ALLA MACCHINA DA PRESA

JEAN-PIERRE TAIEB

(Musiche)

Dopo essersi laureato in composizione Jean Pierre Taïeb ha prodotto album per artisti come Maurane, Anggun, Michel Jonasz, Patrica Kaas e Shirel. E’ stato Direttore Musicale dello show di culto Le Sel et le miel di Bernard Bitan e Laurent Bentata, che è stato visto da oltre 50.000 persone durante la sua prima stagione, nel 1994. Jean-Pierre è Direttore Artistico dell’etichetta indipendente Baïdjan Records, e ha composto colonne sonore per diversi commercial, per il cortometraggio Le Bon, la Brute et les Zombies di Abel Ferry e per due film di Xavier Gens: Au Petit matin e l’episodio dal titolo Fotografik che fa parte della serie Sable noir.

GUILLAUME CASTAGNE e FREDERIC LAINE

(Effetti speciali Make-up)

Guillaume Castagné e Frédéric Lainé hanno iniziato lavorando separatamente in diversi film horror francesi dei primi anni del 2000 (Promenons-nous dans les bois di Lionel Delplanque, Maléfique di Eric Valette, Bloody Mallory di Julien Magnat) prima di incominciare a collaborare in produzioni più grandi come The Daltons di Philippe Haïm, Un ticket pour l’espace di Eric Lartigau, Qui a tué Bambi ? di Gilles Marchand, Hellphone di James Huth, 99 Francs di Jan Kounen e La Clef di Guillaume Nicloux. Dopo Frontier(s), hanno continuato la loro collaborazione con Xavier Gens in Hitman.

LAURENT BARES

(Direttore della Fotografia)

Laurent Barès ha iniziato la sua carriera come assistente operatore in diverse produzioni importanti, come Indocina di Régis Wargnier e La Morte e la Fanciulla di Roman Polanski. Negli anni ’90 è passato a lavorare come direttore della fotografia in diversi corti (Zoé la boxeuse di Karim Dridi, Comme les autres di Didier Bivel) e film per la TV (Nini di Myriam Touzé, l’Ile Atlantique di Gérard Mordillat). Nel 1996, ha ottenuto la sua prima grande occasione in ambito cinematografico nel film di Lucas Belvaux Pour rire! a cui hanno fatto seguito Paddy di Gérard Mordillat, Fais-moi des vacances di Didier Bivel e A l’intérieur di Julien Maury e Alexandre Bustillo. Dopo aver girato Frontier(s), ha continuato a collaborare con Xavier Gens in Hitman.