Ian Stone è un ragazzo come tanti altri, gioca a Hockey nella squadra del liceo ed è fidanzato con una bellissima ragazza, Jen. Un giorno, dopo una partita persa all’ultimo secondo con il sospetto che sia successo qualcosa di particolare, riporta a casa Jen e si appresta a rincasare. Sulla strada del ritorno si trova a soccorrere un uomo apparentemente privo di sensi. Questo però si rivela essere un demone che lo ucciderà scaraventandolo sotto un treno in corsa. Poco dopo Ian si risveglierà in un mondo completamente diverso da quello che aveva lasciato: ora è un uomo d’affari e Jen è una sua collega mentre a casa lo aspetta un’altra donna bellissima. Questa sarà solo la prima morte violenta di una lunga serie per il nostro protagonista, in un meccanismo che innescherà una continuo alternarsi tra vita e morte che non gli darà pace.
Diretto da Dario Piana, autore di regie televisive e del poco conosciuto Sotto il vestito niente 2, il film può essere considerato quasi alla stregua di un'opera prima, visto e considerato il tuffo in un genere a lui poco familiare. Dario sceglie di confrontarsi con l’impervia strada che mette di fronte l’horror al demoniaco e ci riesce con discreta disinvoltura. Il film risulta gradevole e dinamico con uno stile scarno ed essenziale, andando a colpire dove se ne sente il bisogno. Quello che stupisce di più è senza dubbio il soggetto alquanto originale e fresco, nonostante la trama possa ricordare allo spettatore altri titoli simili come The Butterfly Effect.
L’horror ormai vive nei labirinti del remake e del prequel tentando di rilanciare un decennio, gli anni settanta, che l’ha reso un genere di fondamentale importanza mentre Ian Stone tenta di uscirne con qualcosa di nuovo, affidandosi a schemi che vengono infranti e ribaltati. Il misterioso passato è lo spunto più pertinente per il nostro ragionamento senza farsi mancare mai la voglia di andare oltre e di costruire questa altalena tra diversi stati di coscienza. E anche se a volte il tutto può sembrare confuso e frammentario - la struttura con i continui decessi di Ian che può alla fine risultare estenuante - sicuramente i propositi del regista sono più che meritevoli. Piano riesce a fondere quello che è un tipico contesto da teen-movie accostadovi un contorno tipico da ghost-story. Il film inizia lento e leggero per poi precipitare in un grosso incubo, fino a che esso si attanaglia dentro di noi facendoci perdere la nostra stabilità spazio-temporale. Non abbiamo più un riferimento e ci troviamo catapultati da una parte e dall’altra della coscienza di Ian in un turbinio che sembra non aver fine. Jen rappresenta per lui l’unica ancora di salvezza, la costante che sorregge tutte le vite che Ian è costretto ad affrontare. Anche se il tutto potrebbe sembrare banale Brendan Hood, lo sceneggiatore già autore di They - incubi dal mondo delle ombre, è riuscito comunque a costruire una storia solida in ogni sfaccettatura. La trama risulta interessante anche dal punto di vista dello spessore narrativo; i continui tentativi di scavare in un passato sconosciuto allo spettatore contribuiscono a dare un tocco di mistero e di ulteriore intrico alla vicenda.
Mike Vogel (Cloverfield) è Ian Stone. La sua interpretazione è perfetta e le alterazioni dello stato di memoria ricordano con chiare aderenze il film di Christoper Nolan Memento, in cui il protagonista a seguito di un incidente non riesce a ricucire il tessuto dei suoi ricordi. Mike è un ragazzo che non capisce cosa sta succedendo alla sua vita, muore e in seguito si trova catapultato in una vita diversa, in continuazione. Tentare di dare un ordine alle idee è molto difficile se non impossibile. La sua prova risulta ben adeguata a quello che vuole essere un ruolo di perfetta immedesimazione spettatoriale: chi guarda è affascinato, rapito e non può far a meno di cercare di ricordare un qualcosa di cui effettivamente non è a conoscenza.
Con tante opere mediocri nelle sale estive Le morti di Ian Stone, pur non essendo un film particolarmente originale o di rottura rispetto al passato, è comunque qualcosa da vedere con attenzione. Al suo interno ci troviamo di fronte a figure interessanti e studiate come quelle dei demoni, che riescono a sorprendere senza difficoltà. Sono infatti loro che gettano la vita di Ian in un vero incubo pretendendo da lui qualcosa che forse non può nemmeno dare, e la loro rappresentazione è realistica e inquietante.
Per una volta i mezzi a disposizione sono stati utilizzati con buoni risultati.
4 commenti
Aggiungi un commentoNon condivido l'eccessivo "entusiasmo" del recensore ma riconosco che ci sono almeno 20 minuti (i primi) quantomeno interessanti.
Complessivamente questo film eguaglia (e non é un complimento) i migliori film prodotti dalla Ghost House Pictures.
Gli effetti speciali sono quanto mai indecenti, ed è una produzione di Stan Winston. Peccato.
All\'inizio OK poi scade. Ricorda un pò Jumper e Ghost Rider come effetti.
Banale.
A me non è piaciuto affatto questo film.
L'idea di partenza è affascinante e soprattutto originale, ma dopo la prima mezz'ora circa si comincia a delirare e il film diventa una cavolta come poche altre. Via con scopiazzatute a Matrix (ma perchè???? : ), situazioni ridicole, effetti speciali in cg abbastanza scadenti, scene d'azione discutibili e demoni degni di una pubblicità dello shampoo tutti da ridere.
Davvero un peccato, da potenziale buon film a opera trash dell'annata cinematografica.
Tutto sommato mi trovo d'accordo col recensore, anche se devo fare un paio di puntualizzazioni: l'ho visto in lingua inglese e sono in parte d'accordo sulla banalizzazione di alcuni passaggi, soprattutto la parte finale. Però considerando che Piana è un regista italiano costretto ad "emigrare" all'estero per lavorare e con un curriculum non certo esaltante alle spalle, mi sento di promuovere questo film, in attesa di noleggiarlo in lingua nostrana per farmi un'opinione più completa.
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