Davide Bergamaschi. Occhi da bambino, corpo da adulto, forte e vivo come lo si è solo a sedici anni. Di fronte a lui, invisibile tra una folla di persone che ballano e bevono, un uomo anziano, stanco e pericoloso, lo osserva. E lo sceglie. Il ragazzo viene rapito, scaraventato a forza su un camion e costretto a lottare a mani nude contro uno sconosciuto. È il suo ingresso nel mondo dei combattimenti clandestini all'ultimo sangue: o uccidi o vieni ucciso. All'inizio Davide piange, protesta, si ribella: cresciuto in una quotidianità ovattata e rassicurante, non sa cosa sia la violenza. Ma il suo corpo conosce l'istinto, e vince i primi incontri. L'uomo, il suo rapitore, scorge in lui il potenziale di un combattente diverso da tutti gli altri, e forse anche qualcosa di più, una sorta di erede a cui trasmettere la sua conoscenza, i suoi valori e le sue personalissime leggi morali. Lo aiuterà a sopravvivere in un mondo disumano, gli insegnerà che la prigionia, i soprusi, l'omicidio e la morte possono diventare accettabili, una nuova 'normalità'. Dopo 1442 giorni, un centinaio di omicidi alle spalle e la perdita di ogni inibizione o moralità, di Davide Bergamaschi non sarà rimasto più niente e dalle sue ceneri sarà nato Batiza, il più feroce degli assassini.
Questa è la trama di Mani Nude seconda opera di Paola Barbato sceneggiatrice di punta del fumetto Dylan Dog, Sergio Bonelli Editore, e allieva del maestro d'incubi Tiziano Sclavi.
In Mani Nude la Barbato propone pagine di violenza insostenibile raccontando un incubo reale che ogni anno inghiotte decine di persone al bar, davanti alle scuole, in metropolitana e le divora per sempre, anima e corpo.
Il volume, pubblicato da Rizzoli, è attualmente disponibile nelle librerie al prezzo di € 19.
1 commenti
Aggiungi un commentoLa Barbato sceneggiatrice mi piace molto, la trovo di gran lunga superiore al suo mentore Sclavi. Per questo, il primo romanzo della Barbato mi aveva sorpreso, ma in negativo: veramente pessimo. Adesso sto leggendo questo secondo romanzo, finora mi sembra un po' meglio. Comunque si sente che nelle corde della Barbato c'è più sceneggiatura che narrativa.
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