Gelosia, invidia, dolore.
Religione, morale, immigrazione.
Omosessualità, omertà, sottomissione.
Paura. Intolleranza. Violenza.
Queste sono solamente alcune delle questioni affrontate dal nuovo lavoro di Anders Nilsson.
Il regista svedese, eclettico talento e promessa del cinema scandinavo, torna nelle sale dopo il successo della trilogia thriller (Zero Tolerance, 1999; Executive Protection, 2001; The Third Wave 2003) dedicata al personaggio di Johan Falk.
Racconti da Stoccolma (When darkness falls), fresco vincitore del Premio Amnesty International al 57° festival di Berlino, presenta una trama intricata, frutto dell'incrocio di tre storie.
Il quarantacinquenne regista ha infatti intrecciato nello sfondo della capitale svedese, dietro un'apparenza di tolleranza, delle problematiche violente, legate ai rapporti umani più intimi dei protagonisti.
Carina (Lia Boysen), giornalista di successo, dovrà affrontare il geloso marito e collega il quale la picchia tutte le sere.
Leyla (Oldoz Javidi), figlia di immigrati, dovrà combattere contro i pregiudizi morali e religiosi imposti dalla sua famiglia.
Aram (Reuben Sallmander), proprietario di un locale notturno, scoperto un sentimento forte nei confronti del suo amico Peter (Per Graffman) dovrà liberarsi dai suoi intolleranti aguzzini.
Subire passivamente o reagire affrontandone le conseguenze?
Ispirati ad eventi realmente accaduti, nelle sale i primi di maggio.
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