Tratto dall'omonimo romanzo di Richard Matheson e reduce da un incasso leggendario negli USA, il nuovo film di Francis Lawrence arriva nelle sale nostrane carico di promesse. Protagonista è l'acclamatissimo Will Smith, attore famosissimo in tutto il mondo.
Chi ha sbirciato la trama prima dell’uscita nei cinema si sarà accorto che, a livello di storyline, non viene proposto nulla di innovativo: scenario apocalittico, dove quasi tutta l’umanità è stata trasformata in una massa di bestie bavose regredite allo stato primordiale, e pochissimi sopravissuti alla ricerca di un angolo della Terra vivibile. Un topos piuttosto abusato, che ha già animato una legione di pellicole horror-fantascientifiche (28 giorni dopo e Resident Evil, per fare un esempio).
Eppure, nonostante il lavoro di Lawrence abbondi di cliché, si lascia guardare in maniera piacevole, senza annoiare lo spettatore, e, anzi, facendogli pure venire i capelli bianchi in più di un’occasione.
Tutto ruota intorno alla figura principale interpretata da Will Smith, Robert Neville, uno scienziato militare sopravvissuto, insieme al suo cane, all’epidemia di un terribile virus che ha trasformato gli uomini in una sorta di vampiri cannibali. Lo svolgimento narrativo è incentrato sulla vita condotta dal protagonista insieme al fedele compagno animale: Robert vive barricato dentro casa, con la sola possibilità di uscire di giorno alla ricerca di scorte cibarie, a tentare di contattare via radio degli umani superstiti, e soprattutto a creare un antidoto per guarire gli infetti. Durante il film si assistono ad alcuni flashback, dove il protagonista è costretto a separarsi da moglie e figlia per evitare che rimangano contagiate. Non si può non provare empatia per tale personaggio, impegnato a mantenere un equilibrio quotidiano continuamente minacciato da forze terrificanti.
E, infatti, non mancano i momenti di tensione, dove il regista si mostra molto abile nel creare situazioni in grado di indurre il panico nel pubblico, che finirà per penare sulla sorte sempre incerta di Robert e del suo cane. Ciò avviene grazie anche alla presenza di mostri che, seppur non innovativi, riescono a spaventare, soprattutto nelle scene in cui le loro urla echeggiano nei corridoi bui dove il protagonista si ritroverà a passare. Tutto avviene sullo sfondo di uno scenario ben curato, perfettamente idoneo a creare un'atmosfera di desolazione.
Una nota a parte la merita il cane di Robert, Sam, costretto a occupare un ruolo preminente quale unico appoggio affettivo del protagonista. Chi guarda il film s'accorge dell'importanza emotiva che la tenera cagna riesce a canalizzare, e nelle scene da cardiopalma si teme della sua sopravvivenza quanto di quella del protagonista.
Ad arricchire il tutto c'è anche una riflessione filosofica riguardante l'eterno scontro tra ragione e fede, scaturita dall'incontro con una ragazza sopravvissuta alla tragedia, e anche alcune citazioni su Bob Marley. Non elementi determinanti, certo, ma in grado comunque di aggiungere ulteriore sale al film.
Fondamentale invece si rivela la prova di Will Smith, che conferma il suo alto prestigio come attore affermato e dotato di un grande talento. Il ruolo da lui interpretato è difficilissimo, poiché per la maggior parte del film il protagonista è in totale solitudine, con alle spalle l'intera sorte del mondo. Eppure ne è venuto fuori un personaggio di straordinario carattere, mai banale, e che si concede qualche momento per fare lo spiritoso (tipico di Will).
Unica pecca riguarda il finale, fin troppo scontato e chiuso in maniera frettolosa, lasciando così un po' di amaro in bocca. Elemento su cui però si può soprassedere, vista la buona qualità globale del resto.
In definitiva, Io sono leggenda è un film da non perdere, che nonostante abbondi di situazioni viste e riviste risulta godibile e coinvolgente. I meriti vanno al regista Lawrence, che, oltre a creare il giusto pathos, riesce a far immedesimare lo spettatore nella soggettività del protagonista e nel suo tragico vissuto. Infine, un'interpretazione stellare di Will Smith corona quello che si rivela uno dei migliori film della stagione cinematografica.
22 commenti
Aggiungi un commentoHo citato il primo che mi veniva in mente... il film di Burton io l'ho trovato molto "Burton" rispetto al libro... di certo comunque hai ragione, non è l'esempio più calzante...
questo film mi è piaciuto tantissimo soprattutto la finequando willsi sacrifica
propio un bell film solo che è troppo esagerato 1% di immuni all'virus di creping tra cui il dottor robert nevill che da solo cerca una cura ,pero devo dire che gli infetti sono davvero fichi propio come erano descritti nel libro pero preferisco il duo 28 giorni dopo e 28 settimane dopo piaciuto il modo in cui l'esercito siggilla new york
Rammit93, ma l'hai letto sul serio il libro?
Effettivamente.
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