Non si è trattato di un furto d'arte come si vede sempre nei film: i ladri non indossavano tutine aderenti, non hanno fatto lo slalom tra gli antifurto all'infrarosso e, soprattutto, non hanno agito nottetempo, lontani da occhi indiscreti.
Più semplicemente, domenica 22 agosto alle 11 e 15 ora locale, due uomini armati e a volto coperto sono entrati nel museo Munch di Oslo, e in circa 40 secondi hanno prelevato Die Schrei, conosciuto come L'Urlo, e La Madonna, capolavori inestimabili di Edvard Munch, senza che nemmeno un allarme suonasse, quindi si sono dileguati a bordo di un'Audi A6 di colore nero. Secondo alcune testimonianze riportate dal quotidiano Aftenposten, i due avrebbero minacciato un esponente dello staff del museo, puntandogli una pistola alla tempia. Due turiste hanno raccontato di aver visto un uomo incappucciato correre lungo una galleria del museo; altri visitatori del Munch Museet sostengono d'aver notato tre guardie stese al suolo, propabilmente tenute sotto tiro dai malviventi. Jorunn Christofferson, responsabile dell'ufficio stampa del museo, ha dichiarato che il furto è avvenuto mentre le sale erano gremite di visitatori e che i ladri hanno preso i quadri con tanto di cornice. Nonostante il furto sia stato ripreso dalle videocamere a circuito chiuso del museo, ha aggiunto Christofferson, l'identificazione dei criminali appare quantomeno ardua, poiché "indossavano cappucci neri come rapinatori di banca".
Attualmente il museo è chiuso.
La fama dell'Urlo, ancora una volta, non ha portato bene. Già nel 1994, un gruppo di attivisti anti-abortisti aveva rubato la versione finale dell’opera, conservata alla Galleria Nazionale di Oslo, per protestare contro l’approvazione della legge sull’aborto. In quel caso ci vollero tre mesi per far tornare il quadro al suo posto.
Questa volta, invece, ad essere stata sottratta è la versione praparatoria su tela, forse meno conosciuta ma non meno importante di quella conservava alla Galleria Nazionale.
L'Urlo è considerato la pietra angolare dell'Espressionismo, ed è forse uno dei quadri più riprodotti e conosciuti al mondo. L'episodio che portò alla realizzazione di quest'opera è raccontato dallo stesso Munch: mentre camminava lungo la strada con due amici il cielo divenne rosso sangue, il fiordo neroazzurro e la città venne ricoperta da lingue di fuoco. Munch rimase indietro rispetto ai suoi amici, tremante di paura, e percepì l'urlo. Un urlo sovrannaturale e senza fine che attraversava tutto il mondo, deformandolo.
Di Madonna esistono ben quattro versioni pittoriche. E' una Vergine anomala e irriverente (tanto che era conosciuta all'inizio del 1900 con il titolo L'amante) colta nell'attimo precedente l'estasi d'amore, quando la donna rivela tutta la propria bellezza sovrannaturale. E' una vergine "fisica" e pregna di sensualità: l'aureola rossa evoca sangue e passione al tempo stesso, piacere e dolore. Le sue labbra sono socchiuse, e nel suo volto è cristallizzata un'espressione ambigua e carica di erotismo. Munch circa questo dipinto negli anni Venti scriveva: Dovrebbe in realtà essere inquadrata su un altare come rappresentazione della nascita e della morte.
Non resta che augurarsi che, come promesso dal capo della polizia di Oslo, per ritrovare i capolavori vengano impiegate tutte le risorse di terra e dell'aria e che i due capolavori tornino al più presto a occupare le pareti del Munch Museet.
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