Al tempo dei nostri bisnonni la chat era tutt'altro che sconosciuta. Se non ci credete, basta pensare che verso la fine dell'ottocento intere famiglie passavano le serate attorno a un curioso apparecchio che permetteva loro di collegarsi con persone lontane, e di fare con loro lunghe e piacevoli conversazioni. C'era solo una piccola insignificante differenza rispetto a oggi: quei lontani interlocutori erano davvero in un'altra parte del mondo perché erano spiriti, e i nostri antenati certo non parlavano con loro al telefono, ma utilizzavano una tavoletta Ouija.
Per scoprire le origini di questo famigerato strumento di divinazione dobbiamo risalire alla seconda metà del diciannovesimo secolo. In quel periodo l'occultismo vide un autentico boom, trainato da correnti filosofiche o esoteriche come lo Spiritualismo e la Teosofia. La scrittura automatica era una delle pratiche più diffuse, e ignoti inventori ebbero l'idea di facilitarne l'esecuzione grazie alla planchette, strumento che consisteva in una placchetta di legno montata su minuscole ruote alla quale era fissata una matita.
Verso la fine dell'ottocento Elijha Bond e Charles Kennard perfezionarono questa innovazione e brevettarono la prima Ouija Board. L'apparecchio consisteva in una tavoletta di legno sulla quale erano scritte le 26 lettere dell'alfabeto e le parole "sì" e "no" (da qui il nome Ouija, "sì" nella lingua francese e tedesca). I partecipanti facevano scorrere sulla superficie una planchette che poteva evidenziare le lettere, permettendo di comporre frasi di senso compiuto.
L'invenzione diventò un prodotto di massa grazie a William Fuld, un impiegato di Bond e Kennard, il quale registrò il nome "Ouija" vendendone la licenza a diverse aziende. Questo strumento, tutto sommato, fu sempre considerato come un normale gioco di società, ed ebbe una diffusione enorme nei paesi di lingua inglese e in Germania. Nel 1966 i discendenti di Fuld concessero il marchio Ouija alla Parker Brothers (la stessa del Monopoli): la grande fabbrica di giochi di società continua a vendere le sue Ouija board anche oggi, anche se con minor fortuna rispetto al passato.
L'utilizzo della Ouija board è piuttosto semplice. I partecipanti posano la planchette sulla posizione di partenza della tavoletta e la sostengono con la punta delle dita. Una persona incaricata di guidare la divinazione cerca il contatto con uno spirito, chiedendogli se ha voglia di parlare. Se la planchette toccata dai partecipanti si sposta (apparentemente da sola) sul "sì", ha inizio la conversazione. Il meccanismo è perciò chiaro e ben conosciuto in psicologia: la planchette è inconsciamente mossa dai partecipanti, i quali non sarebbero in grado di scrivere alcunché se bendati.
Tuttavia, dopo oltre un secolo di produzione, non sono in pochi ad aver preso questo gioco molto seriamente. Se da un lato ha appassionato generazioni di persone con il pallino dell'occultismo, d'altro canto sembra che un utilizzo eccessivo della Ouija board possa provocare una certa dipendenza, in qualche caso addirittura l'impossibilità a prendere decisioni nella vita reale senza far ricorso a una divinazione.
Ecco che allora la Ouija board varca i confini della vita reale per diventare protagonista del mondo a noi più consono: l'orrore. Nella cinematografia di genere, utilizzare questo giocattolo vuol dire spesso portarsi il diavolo in casa: basta pensare a cosa succede nell'Esorcista o nella trilogia di Witchboard.
Il leitmotiv cinematografico delle diaboliche tavolette torna in auge ogni qual volta il pubblico mostra un rinnovato interesse verso esoterismo, magia e religione.
Anche per il 2006 è previsto un nuovo film ispirato a questo giocattolo: si tratta di Ouija Board di Ryan McKinney, interpretato da Lou Diamond Phillips, Jacoby Shaddix e Pam Grier.
La trama si basa su una presunta storia vera, ed è ispirata a una "Ouijamania" scoppiata nel 1920 a El Cerrito, cittadina del nord della California. Incidenti misteriosi e torbidi scandali aumentarono in maniera direttamente proporzionale all'utilizzo collettivo della tavoletta.
Nel film vedremo le vicende di una giovane coppia con moccioso al seguito, da poco trasferitasi in una vecchia casa. La moglie trova l'incriminata tavoletta in soffitta e, nonostante gli ammonimenti del marito, inizia a usarla: le conseguenze della sua disobbedienza saranno infernali.
Prima ancora di conoscere ulteriori anticipazioni, c'è già un mistero attorno a questa pellicola e riguarda proprio il titolo. La Parker Brothers sembra non aver concesso i diritti per l'utilizzo della parola "Ouija", scelta che potrebbe costringere i produttori a cambiare titolo e a cambiare i dialoghi: gli attori non dovranno nominare invano il nome dell'infernale apparecchio.
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