Il giovane Victor Van Dort non è felice come dovrebbe essere uno sposo alla vigilia delle nozze: vive in un mondo dominato da cupe architetture neogotiche e dalla morale vittoriana, dove anche una farfalla dalle ali blu può perturbare l'ordine di questo grigiore. Victor ha le sue ragioni per non essere entusiasta. Il matrimonio del giovane è stato organizzato dalla sua famiglia e da quella della sposa, che hanno entrambe da guadagnare da questa unione: per i genitori di Victor, borghesi ricchi ma dalla mentalità ristretta, l’imparentamento con una importante famiglia nobile; per quelli di Victoria, denaro fresco per rimpinguare le casse vuote della veneranda casata.
Naturalmente i due non sono mai stati interpellati a riguardo, anzi è stato proibito loro di incontrarsi fino alle prove generali della cerimonia, che per la timidezza e goffagine del novello sposo si concludono in un disastro.
Victor, imbarazzato per l’insuccesso, si rifugia nella solitudine della foresta per cercare di prepararsi per l’indomani. Possibile che sia così difficile ricordarsi le esatte parole del giuramento? Lontano dalla pressione dei parenti e degli invitati, al chiaro di luna Victor riesce a pronunciare la formula con cui prende in moglie la sua sposa, e infila l’anello al dito di quello che sembra un ramo spezzato che sbuca dal terreno...
Dopo più di dieci anni da Nightmare before Christmas, Tim Burton ritorna al suo primo amore, l’animazione. E il regista ci riesce con il suo stile inimitabile, confezionando attorno a un tema convenzionalissimo (lui ,lei, l’altra, la vigilia del matrimonio) un piccolo gioiellino (il film dura poco più di un’ora e un quarto) riuscitissimo sia dal punto di vista prettamente tecnico sia da quello emozionale.
La storia è tipicamente burtoniana e parla di infelicità, conformismo, amore e naturalmente morte, con il tema dell’emarginazione sempre in primo piano. Il protagonista è infatti imprigionato in una società ipocrita e repressiva, rappresentata egregiamente dalle due famiglie degli sposi: una coppia di commercianti di pesce arricchiti che cercano di uscire dalla mediocre definizione di “borghesi” tramite un matrinonio e un’antica famiglia nobiliare in completo dissesto finanziario. Opposti, insomma, ma complementari.
Come sua abitudine, Burton mostra questo mondo in maniera metaforica, utilizzando le immagini: alti edifici gotici e severi palazzi vittoriani sono filtrati da una fotografia dominata da toni di grigio. Ovvio che la scelta dell’attore-modello per Victor cadesse su Johnny Depp, la cui collaborazione con Burton risale ai tempi di Edward mani di forbice. Anche se sullo schermo Victor è una marionetta animata con la voce di Depp, in un certo senso Victor è Depp stesso: la figura sottile, il volto pallido con un accenno di occhiaie, i capelli neri e lisci e le espressioni facciali sono evidentemente riconducibili a quelle del Depp in carne e ossa.
D’altronde è nello stile del regista/animatore disegnare i suoi personaggi in maniera caricaturale, somigliante di solito all’attore o all’attrice che doppia il personaggio. Discorso simile per la protagonista femminile, versione animata di Helena Bonham Carter, nella vita compagna del regista, trasfigurata sullo schermo in un’apparizione bellissima e alquanto terribile, specialmente nelle scene della sua comparsa e della “manifestazione” in puro stile ottocentesco per riprendersi il marito dall’odiosa usurpatrice vivente...
Il contrasto fra il grigio mondo dei vivi e il vivace mondo dei morti è reso sia dal punto di vista visivo che prettamente musicale: mentre anche suonare Chopin è proibito nella città di sopra, sotto il cimitero c'è un mondo multicolore dove si fa Jazz, si beve e si danza. Il mondo dei morti è in perfetta antitesi con il puritanesimo vittoriano così come avveniva in altre opere precedenti dell’autore, Beetlejuice in primis.
La romantica e sventurata storia della sposa coinvolge emozionalmente lo spettatore portandolo a simpatizzare più con quelli che nell’iconografia tradizionale rappresentano il male, o più genericamente ciò che è sbagliato: morti, emarginati, perdenti, depressi, maliconici. E in effetti il personaggio della sposa morta di dolore per essere stata abbandonata sull’altare risulta assai più efficace della sua rivale in amore, la scialba ereditiera senza dote Victoria.
Dal punto di vista prettamente tecnico, Burton, a differenza di molti registi che oggi utilizzano tecniche di computer grafica, resta fedele alla stop motion, cioè a quella tecnica di animazione che si ottiene riprendendo una serie di fotogrammi in fermo-immagine. Per raggiundere il livello qualitativo di questo lungometraggio sono stati ripresi ben 109.000.440 fermo immagine in 55 settimane di riprese. La lavorazione si è rivelata estremamente complicata a causa dell’utilizzo di dettagliate marionette (alte piu’ di mezzo metro) dotate di un sofisticato sistema interno di leveraggi. Questi meccanismi permettavano agli animatori di cambiare le espressioni del volto in maniera molto più vicina a quella dei muscoli facciali umani rispetto alle tradizionali tecniche di altri film d'animazione: basta pensare alle teste intercambiabili usate in Nightmare before Christmas o alle bocche applicabili usate per La maledizione dei conigli mannari (uscito in contemporanea a Corpse bride negli Stati Uniti).
Tale meccanismo di precisione, però, si è rivelato particolarmente ostico per gli operatori, tanto che la scena in cui la Sposa sbatte le palpebre ha richiesto ben ventotto riprese separate: uno degli animatori ha rivelato di aver avuto durante la lavorazione un incubo ricorrente in cui animava il suo volto con le stesse tecniche usate per le marionette.
Oltre a queste incredibili creazioni con scheletro di acciaio inossidabile e pelle di silicone, è anche la prima volta che un film in stop motion utilizza un software, il Final Cut Pro della Apple, per animare i singoli scatti. I fotogrammi sono stati ripresi da macchine fotografiche digitali Canon con lenti Nikon, equipaggiamento che ha permesso di ottenere una risoluzione delle immagini pari alle cineprese digitali utilizzate da Lucas per Guerre stellari. Certamente questo nuovo metodo di lavoro fisserà il nuovo standard di riferimento per il settore nell’immediato futuro.
L’unico vero difetto di Corpse bride è nella sua brevità, probabilmente legata alle difficoltà tecniche già ricordate e agli impegni di Burton, il quale è stato affiancato alla regia da Mike Johnson perché contemporaneamente impegnato a girare La fabbrica di cioccolato.
La sposa cadavere è un film assolutamente da non perdere per chi ama l’animazione, il cinema di Burton, la commedia dark oppure tutte e tre cose insieme. Chi non ama il cinema di genere apprezzerà la dolcezza, l’ironia e la lieve malinconia di questa piccola storia d’amore.
9 commenti
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Visivamente pazzesco, e qualche trovata sfiora il geniale.
Ma la storia, con tutto il bene che posso volere a Burton e alle sue tematiche, è proprio sciapetta. Senza contare che un paio di cose fondamentali per lo sviluppo della trama avvengono senza motivo.
Consigliato ma senza aspettarsi il capolavoro, IMHO.
zG
Concordo.
Il finale è forzatamente deludente.
Un gioiello. Non concordo con la recensione quando vede la brevità come un difetto. Protrarre per due ore un film del genere sarebbe davvero fuori luogo, non solo per quanto riguarda i costi e la lavorazione. In fondo è una fiaba (o, "una sorta di"), e come tale può ridursi anche nello spazio di una lettura prima di andare a letto. Molto meglio anche di Nightmare Before Christmas (una bestemmia?), che in certi punti s'inceppava rendeva un po' noioso lo scorrimento.
Aggiungerei addirittura deleterio, col serio rischio di incepparsi ed annoiare nel caso di prolungamento.
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