Non è una presentazione canonica, così come l'autore è fuori dagli schemi, ma dubito che poche righe biografiche riescano a tratteggiare la personalità di Antonio Bortoluzzi meglio di quanto non possano lo scambio di battute tra un ipotetico intervistatore e lo scrittore stesso.
In sostanza un doppio raccconto per Antonio, classe 1965, di Belluno, dove vive, lavora e scrive.
Più volte finalista del Lovecraft (secondo nell'ultima edizione proprio con questo racconto), ha ricevuto importanti riconoscimenti anche in altri concorsi letterari
4 commenti
Aggiungi un commentoBello, anizi bellissimo. E' talmente coinvolgente, che mi sento quasi un personaggio del racconto.Bravo Toni, continua così...!!
Visto che un giudizio sul tuo racconto non l'ho ancora espresso in privato, cosa ne penso non te lo dico nemmeno ora, in pubblico (però me lo sono segnato sull'agenda: "Scrivere Antonio G.B.".)
Ti posso anticipare solo una cosa: stile nitido e lineare, alla Bortoluzzi. Mauro
A me è piaciuta più la prima parte che l'ultima. A partire dal punto in cui viene rivelata la vera natura di "Smith", mi sembra che lo stile si abbassi un po', che saltino fuori un po' troppi cliché.
Comunque è una storia scorrevole e, nel complesso, ben scritta.
Tante, troppe parole per dire poco. Se non ci fosse stato il vampiro il racconto non avrebbe perso la sua valenza, improntata al dialogo tra ubriachi che non sono nemmeno bene caratterizzati. Quando lo scrivere è un esercizio fine a se stesso che ha, come finalità, il bisogno di misurare il grado d'ingenuità di chi leggerà.
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