Le esperienze extra-corporee (OBE, acronimo di Out of Body Experiences) sono un fenomeno assai discusso e poco conosciuto, ma presto potrebbero passare dal regno della parapsicologia a quello della scienza.

Un evento traumatico, l’anestesia durante un’operazione chirurgica o lo stato di coma, sembrerebbero indurre in alcuni individui la sconcertante esperienza: la persona vede se stessa fuori dal proprio corpo, si libra nell’aria con una sensazione di rilassatezza e di pace infinita, ben conscia degli avvenimenti che accadono intorno.

Secondo alcune persone le OBE potrebbero anche essere ottenute attraverso la meditazione, cercando di raggiungere uno stato di dormiveglia durante il quale sarebbe possibile uscire dal proprio corpo. La persona si muove liberamente nel mondo con il suo corpo astrale, legata al suo corpo fisico da una specie di cordone ombelicale elastico.

Il fenomeno è stato descritto in chiave fantastica anche da Rudy Rucker nel romanzo Luce Bianca.

Se questo argomento può far sorridere i più scettici, è bene sapere che gli psicologi dell’Università di Manchester stanno studiando le OBE con molta serietà, vista anche la percentuale di persone (addirittura il 10%) che sostiene di aver avuto simili esperienze.

Secondo David Wilde, il responsabile del progetto, le esperienze extra-corporee avrebbero un’origine assolutamente naturale. In particolari condizioni ambientali, il cervello attiverebbe una specie di interruttore psicologico in grado di causare una momentanea incoscienza. La sensazione di vedersi fuori dal proprio corpo sarebbe un’illusione costruita dal cervello, basata su reali dati sensoriali.

La fase iniziale del progetto prevede un questionario (disponibile per poche settimane all’indirizzo: www.freeresponse.org/muobe2005/index.aspx) mirato a raccogliere informazioni da almeno 500 persone.