Ci sono molti modi per promuovere un film horror. Il più abusato è quello del titolone strillato: “tratto da una storia vera”. Un metodo più inquietante è diffondere leggende urbane e voci di strani incidenti sul set, dando alla pellicola una fama sinistra. Una strategia in voga da qualche anno è quella di realizzare veri e propri mockumentaries, rendendo più labili i confini tra finzione e realtà.
Death Tunnel di Philip Adrian Booth utilizza tutti e tre i suddetti metodi per pubblicizzarsi. Il film, previsto per ottobre, è effettivamente tratto da una storia vera, e si ispira alle leggende nate attorno al Waverly Hills Sanatorium di Louisville, nel Kentucky: questa vecchia clinica per malati di tubercolosi è considerata un vero hotel per spettri.
La lavorazione di Death Tunnel è circondata da un alone di mistero. Si parla di strani avvenimenti durante le riprese, in parte girate realmente all’interno del famigerato ospedale. La cosa ha fornito ai fratelli Booth abbastanza materiale, tanto da realizzare anche un documentario sul pauroso ospedale: Spooked: the ghosts of Waverly Hills sanatorium.
Vi avevamo già anticipato qualcosa su Horror Magazine, ma adesso sono emersi nuovi dettagli sul film. La trama è basata su una trovata da classico teen movie, con una ricorrenza ossessiva del numero 5.
Cinque studentesse carine devono sottoporsi a una prova per entrare in una confraternita del loro college: passare la notte nell'ospedale abbandonato, il “luogo più spaventoso della Terra”. Ogni ragazza si troverà su uno dei cinque piani dell’edificio, separata dalle compagne. I loro destini sono misteriosamente legati a eventi del passato, e convergeranno nel tunnel della morte, il luogo più pauroso dell’intero ospedale. Chissà cosa succederà, visto che le iniziali dei loro nomi (Devon, Elizabeth, Ashley, Tori, Heather) formano una parola non proprio rassicurante.
Non sappiamo se Death Tunnel sarà un capolavoro, ma il trailer (disponibile al sito www.deathtunnel.com)e le impressioni di chi è riuscito a vedere il film in anteprima sono piuttosto promettenti. Il film preferirebbe suggerire l’orrore anziché mostrarlo, utilizzando in maniera intelligente effetti sonori e montaggio da videoclip. Staremo a vedere.
Per adesso, quella che fa davvero paura è l’autentica storia del Waverly Hills Sanatorium. Questo ospedale fu costruito intorno al 1910 con lo scopo di cercare una cura ai malati di tubercolosi, malattia che flagellava il Kentucky di inizio secolo. L’impresa era disperata in un’epoca in cui non esistevano gli antibiotici. I medici sperimentarono cure che peggioravano ulteriormente le condizioni dei pazienti, come introdurre palloncini nel torace o addirittura asportare alcune costole, nella credenza che i polmoni si sarebbero dilatati meglio. La sinistra fama di questo luogo è dovuta anche ad alcuni fatti inquietanti, come una catena di misteriosi suicidi. Nel 1928, la capo infermiera si impiccò nella stanza 502. Nel 1932 un’altra infermiera si gettò da un balcone. Lavorava nella stanza 502.
Il famigerato tunnel della morte esiste davvero. Si tratta di un cunicolo sotterraneo lungo circa 150 metri, che collega l’obitorio con la ferrovia. Aveva il penoso compito di trasportare i cadaveri in modo segreto, lontano dagli occhi dei parenti e degli altri pazienti. I morti erano appesi in una stanza dotata di canali di drenaggio, e poi squartati per evitare la diffusione della malattia. La loro corsa terminava in fondo al tunnel. Questa crudele catena di montaggio era resa necessaria da un impressionante dato statistico: un morto ogni ora. L’ospedale chiuse nel 1963, quindici anni dopo la scoperta della streptomicina. Purtroppo la tubercolosi aveva già ucciso 63.000 persone.
L’edificio è diventato una clinica per anziani chiusa nel 1982. È stato abbandonato definitivamente nel 2001. Dopo un tentativo di demolizione e le incursioni di vandali e teen-ager in cerca di brividi, il Waverly Hills Sanatorium è un rudere ancora più pauroso. Giace circondato da boschi su una collina isolata. I guardiani sono stati testimoni di apparizioni inspiegabili e suoni misteriosi. In molti giurano di aver visto ombre scure correre lungo i corridoi. Talvolta si odono porte che sbattono e colpi improvvisi. Qualcuno ha notato un chiarore tremolante, come di un televisore acceso, provenire da alcune finestre.
Insomma, ce n’è abbastanza da spaventare i più esperti ghost hunter. E personalmente, non passerei più di cinque secondi nel tunnel della morte, un umido e claustrofobico budello di cemento immerso in un’oscurità impenetrabile.
Tra leggenda e realtà, Death Tunnel ha tutte le carte in regola per diventare un piccolo cult. Per fortuna dovremo attendere poco per saperlo. Ottobre è vicino...
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