Un giovane quindicenne genovese alla prima pubblicazione sembra più una notizia da letteratura di altri generi, invece Pietro Giovani frequenta la seconda classe del Liceo Scientifico, e per i tipi delle Edizioni La Lontra pubblica I seguaci del male
Il Diavolo in persona ha affidato alla confraternita dei Satanassi la missione più importante. Dovranno procurarsi la stella e il medaglione di Lazzaro: questi strumenti, nelle mani del Bene sarebbero in grado di distruggere il piano del Male. Dead, Steel e il loro gruppo di maledetti si cimenteranno in rituali satanici, duelli all’ultimo sangue e uccisioni per portare a termine il loro compito. La lotta tra Bene e Male vista da un quindicenne. Una storia dove protagonista è il Male.
In questo romanzo, attraverso le parole dei personaggi che interagiscono sulla scena, il giovane autore cerca di colorare la sua definizione di Male, quasi banalizzandola: “il male è solo un’invenzione umana”. Le creature del male e il Diavolo stesso sono personificazioni del modo d’essere della storia degli uomini che, in tutte le epoche, hanno la necessità di darsi delle spiegazioni e di trovare un vascello a cui affidare i propri pensieri negativi.
Oggi più che mai, il male torna a rivivere il suo aspetto peggiore, il male ritorna al significato che aveva assunto nell’epoca medioevale e viene raccontato in questo romanzo con i toni del gotico: creature delle notte, ombre e fantasmi che si aggirano sulla terra, che si fanno esplodere, che generano i prodromi di uno stato costante di lotta.
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