L’antologia Esecranda X Edizione raccoglie una serie di racconti horror che spaziano tra diverse sfumature del genere, dalla tensione psicologica all’orrore più viscerale, passando per il gotico, il sovrannaturale e il body horror. Ogni autore offre una visione unica e inquietante, dando vita a un mosaico di storie disturbanti e affascinanti. L’apertura con "Anima animalium" di Carlo Salvoni, racconto che giustamente ha vinto questa edizione del Premio Esecranda, introduce subito un’atmosfera claustrofobica e visionaria, dove l’ossessione per l’anima degli animali sfocia in una spirale autodistruttiva ai confini con il BDSM. La narrazione ci trascina in un viaggio perverso, in cui il concetto stesso di anima viene distorto in modo inquietante. L’idea di fumare gli animali per assimilarne l’essenza spirituale è una metafora cruda della dipendenza e dell’alienazione, una sorta di ribaltamento del sacrificio rituale. Salvoni dimostra una notevole padronanza dello stile e della costruzione psicologica del personaggio, creando una storia che resta impressa per la sua originalità e per la sua capacità di evocare immagini perturbanti. Segue "Orfeo nella casa di Ade" di Stefano Busato Danesi: si tratta di un racconto che mescola mitologia classica e violenza contemporanea, trasportando la tragedia di Orfeo ed Euridice in un contesto moderno e crudo. Busato Danesi gioca con i simboli dell’Antica Grecia, reinterpretandoli in una storia di vendetta e discesa agli inferi che ricorda un revenge movie con tinte horror e crime. L’intero racconto è permeato da un’atmosfera da incubo, in cui la mitologia si fonde con il noir più spietato. "La cura" di Cristiano Fighera mescola orrore psicologico e body horror, costruendo una narrazione inquietante attorno al concetto di guarigione come forma estrema di controllo e manipolazione. L’autore ci trascina in una dimensione morbosa, in cui la ricerca della perfezione si trasforma in un incubo di sofferenza e trasformazione. Il protagonista si trova coinvolto in un trattamento medico dai contorni sempre più sinistri, in cui il confine tra terapia e tortura si dissolve. Il tema della perdita dell’identità è centrale: il corpo viene smembrato, ricostruito, alterato, mentre la mente del protagonista lotta per conservare un senso di sé. Davide Emanuele in "Giacomo e la paura del buio" gioca con il classico tema dell’oscurità come elemento primordiale di terrore, ma lo rielabora in una chiave personale e inquietante. Il protagonista, un bambino tormentato dalla paura del buio, si trova a confrontarsi con una realtà ben più spaventosa di qualsiasi mostro immaginario. La narrazione è costruita attorno alla percezione infantile del terrore, riuscendo a trasmettere al lettore un senso di vulnerabilità e impotenza. L’autore riesce a rendere credibili i pensieri e le emozioni del piccolo Giacomo, facendo emergere in modo realistico il suo senso di angoscia crescente. Il buio, qui, non è solo un’assenza di luce, ma una presenza, un’entità che si insinua negli spazi più intimi, trasformando la quotidianità in un incubo senza via di fuga. Il tema dell’inesorabilità si ritrova anche in "Il silenzio è d’oro" di Roberto Masini: è un racconto che gioca con l’idea della privazione sensoriale come fonte di terrore, esplorando il tema del silenzio in modo inquietante e ossessivo. Masini costruisce una storia angosciante, in cui il protagonista si trova intrappolato in una spirale di mutismo forzato, in un mondo che sembra punire ogni suono con conseguenze terribili. L’atmosfera è opprimente e surreale, con una tensione crescente che si insinua in ogni riga. L’orrore qui non è fatto di creature mostruose o di efferatezze visibili, ma di una progressiva dissoluzione dell’individualità e della libertà. In "Il tempio della parola perduta" Matteo Mancini costruisce una storia dal forte sapore lovecraftiano, dove il protagonista si trova invischiato in un enigma antico e spaventoso, legato al potere delle parole e alla loro capacità di plasmare la realtà. L’ambientazione è ben costruita e ricca di dettagli, con un tempio misterioso che diventa il cuore pulsante dell’orrore. Il racconto gioca con il concetto della parola come veicolo di potere e dannazione, suggerendo che alcune verità dovrebbero restare sepolte. L’autore sfrutta un linguaggio evocativo, capace di rendere palpabile il senso di minaccia che incombe sul protagonista anche se alcuni passaggi risultano un po’ ermetici. Il ritmo alterna momenti di tensione crescente a rivelazioni che spingono il lettore a voler scoprire di più, fino a un epilogo che lascia una sensazione di inquietudine e fatalità. C’è un forte senso di predestinazione nella narrazione, con il protagonista che sembra sempre più risucchiato da un destino inevitabile. "Servitore di nessun padrone" di Alessio Del Debbio combina horror storico e dark fantasy in una narrazione intensa e oscura. In "Seme di Fata" Giorgio Smojver sovverte il folklore delle fate, trasformandolo in un incubo viscerale. L’antologia prosegue con storie che sfidano la percezione della realtà, come "Switch" di Orfeo Patranel, un horror psicologico dove l’identità diventa labile, e "Pappagalli" di Fernando Camilleri, che sfrutta il potere inquietante della ripetizione. "Il segreto del vecchio monastero" di Pietro Guarriello è un racconto che affonda le radici nell’horror gotico, mescolando mistero, superstizione e un senso di ineluttabile dannazione. Guarriello costruisce una storia avvolta da un’atmosfera cupa e decadente e segue schemi classici del genere gotico dove il passato continua a gettare la sua ombra sul presente. Il protagonista si trova ad indagare su un antico monastero, un luogo che trasuda segreti e silenzi opprimenti. La narrazione è scandita da un crescendo di tensione, in cui l’orrore si insinua poco alla volta, attraverso dettagli macabri e rivelazioni inquietanti. Il monastero stesso diventa un personaggio, con le sue mura impregnate di storia e malevolenza. Lo stile raffinato e descrittivo evoca immagini forti senza mai scadere nel didascalico. L’orrore qui è sottile, basato più sull’attesa e sulla scoperta che su shock improvvisi. Il finale, cupo e spiazzante, conferma la natura ineluttabile del male che alberga nel monastero, lasciando il lettore con un senso di inquietudine che persiste anche dopo la lettura. Anche "Il fantasma di Santa Cristina" di Paolo Bertoglio è un racconto che si inserisce nella tradizione classica delle storie di fantasmi, mescolando suggestioni gotiche e leggende locali per creare un’atmosfera densa di mistero. "RaDio" di Emanuele Arciprete si distingue per il suo utilizzo del suono come veicolo di terrore, mentre "Sta’ lontano dalla botola" di Umberto Pasqui costruisce una tensione claustrofobica attorno a un varco proibito. Le ambientazioni diventano sempre più suggestive con "Bianca pelle e occhi di magnete" di Mattia De Pascali, un body horror inquietante, e "Il custode" di Paolo Quilichini, che gioca con il concetto di protezione e dannazione. "I rovi di Andrew Watergose" di Matteo Russolillo fonde l’orrore naturale con un sottotesto folk-horror mentre "Una macabra storia vera" di Demis Zampelli porta l’incubo nella quotidianità con una narrazione dal sapore di cronaca nera. "Incoronata" di Emanuele Di Filippo mescola religione e sacrificio in una storia carica di simbolismo. "Un ragazzo con la valigia leggera" di Paola Viezzi è un racconto che mescola malinconia e orrore, costruendo un’atmosfera sospesa tra il reale e l’onirico. L'autrice esplora il tema del viaggio come metafora di un passaggio più profondo e inquietante, dando vita a una storia che lascia il lettore in uno stato di angoscia sottile e crescente. "Carretera 96" di Mike Papa trasforma la strada in un luogo senza ritorno, sospeso tra destino e dannazione. L’antologia si chiude con racconti che giocano con il confine tra razionale e irrazionale. "Il Cvlto della divisa" di J. Verno esplora la cieca adorazione dell’autorità in chiave horror sociale mentre "Piano sequenza" di Enrico Ravasio sperimenta con una narrazione incalzante che richiama il linguaggio cinematografico. "Spiaggia libera" di Ilario Giannini ribalta l’immaginario vacanziero, trasformandolo in un incubo senza via di fuga. "Il diario segreto di Crowley" di Cesare Buttaboni attinge all’esoterismo. "Le galline non dovevano toccargliele" di Alessandro Agnese sfrutta il filone del grottesco per creare un horror inaspettato. "Anatomia della Fine" di Flavio Deri è un’apocalisse lucida e inesorabile. "Anche le farfalle vanno all’inferno" di Simone Pancotti trasforma la delicatezza in condanna. "Echi nell’abisso" di Arcessa di Annalisa Milella richiama l’orrore lovecraftiano degli abissi e "Giocando letteralmente a calcio" di Mattia Loroni sovverte l’idea dello sport in un macabro rituale. "Hikikomori (Le mosche muoiono in silenzio)" di Nicolandrea Riccio si immerge nell’isolamento claustrofobico. "Inferno in città" di Fabio Losacco dipinge un’apocalisse urbana. "La Bête" di Clizia e "Maria Stella Beatrice" riporta in vita il mito della Bestia con un’eleganza macabra. "La prima marca" di Andy Dei Fiori e "Pennellate d’odio" di Manuel Marinari giocano con il passato e con la creatività come veicolo di terrore. "Prima colazione" di Francesco Pasanisi trasforma un gesto quotidiano in un’esperienza disturbante. "Sangue del suo sangue" di Gianluca Papadia affronta il peso dell’eredità familiare. Infine, "Sine requie di Carmine Cantile" porta il lettore in un incubo spettrale senza via d’uscita. Cesare Buttaboni, nella rubrica "Nelle spire di Esecranda", analizza poi in maniera approfondita i racconti finiti sul podio. Le illustrazioni del talentuoso Lellinux, sorta di Beksinski "de nonatri", artista dotato di una fantasia macabra e surreale, impreziosiscono ulteriormente l’antologia. Il suo stile allucinato aggiunge un tocco visivo peculiare all'insieme che amplifica le atmosfere oscure dei racconti.
Esecranda volume 10: L'antologia di racconti weird horror del premio Esecranda X
"L’anima sta nel sangue, sì. Ma il pensiero è nel cervello. Quindi quando il sangue va al cervello, lì è la perfezione…”Carlo Salvoni con il disturbatissimo racconto "ANIMA ANIMALIUM" vince a pieni voti la X edizione del Premio.Sul secondo gradino del podio sale Stefano Busato Danesi con "Orfeo nella casa di Ade" e sul terzo gradino a parimerito si accomodano Cristiano Fighera con "La cura" e Davide Emanuele con "Giacomo e la paura del buio".Con i racconti di ARCIPRETE ~ BERTOGLIO ~ BUSATO DANESI ~ CAMILLERI ~ DE PASCALI ~ DEL DEBBIO ~ DI FILIPPO ~ DI GIUSEPPE ~ EMANUELE ~ FABRIS ~ FIGHERA ~ GUARRIELLO ~ MANCINI ~ MASINI ~ PAPA ~ PASQUI ~ PATRANEL ~ QUILICHINI ~ RUSSOLILLO ~ SALVONI ~ SCALDINI ~ SMOJVER ~ SODDU ~ VIEZZI ~ ZAMPELLI.Un fumetto a cura di Teodorani & Farinelli. Un contributo di Cesare Buttaboni.L'edizione è corredata dalle illustrazioni colore di Lellinux, già autore della cover. In formato grande Deluxe Edition e in Ebook.
Esecranda volume 10: L'antologia di racconti weird horror del premio Esecranda X
2025AA.VV. a cura di Circolo Culturale Esescifi
Horror
Esecifi
Premio Esecranda
2025
979-8310261471
192
€ 26,00
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