Andrea Tortoreto – Cristiano Saccoccia
Hai scritto diverse opere per Delos Digital vuoi dirci qualcosa in più?
Ho curato due antologie di fantascienza. La prima è Iperuranio, un esperimento piuttosto particolare e, credo, ambizioso. Si tratta infatti di una raccolta di racconti di “fantascienza filosofica” nella quale ogni testo è accompagnato da una breve riflessione sulla tesi sottostante la narrazione. Un tentativo di mostrare come la fantascienza sia una forma di narrazione che spinge necessariamente alla riflessione, fornendo spesso degli esempi di ciò che i filosofi definiscono “esperimenti mentali”. Per certi versi simile è anche la seconda antologia, che ho curato insieme a Valeria Barbera, Distopia vs Utopia. È un’antologia che, anche nella grafica, mostra il suo lato ambivalente; vi si trovano autori che hanno scelto di sposare il lato oscuro e altri che hanno abbracciato la luce. Credo però che tutti i testi siano di alto livello, indipendentemente dall’ottimismo che li anima. Segnalo anche Grafene, un racconto lungo scritto per Chew-9 con l’amico e compagno di scrittura Lorenzo Fontana, qui si indaga, in modo originale, il tema classico dei cyborg.
Parlaci della collana Chew-9, ci sono titoli adatti alle tenebre di Ottobre?
La collana Chew-9 nasce da un’idea di Franco Forte ed è ispirata da una serie di racconti, in stile cyberpunk, che Franco pubblicò per Keltia una ventina di anni fa. Quel lavoro costituisce l’inizio della saga della droga del benessere che Chew-9 si propone di portare avanti. Il Chew-9 è un potente allucinogeno capace di creare sorprendenti interazioni tra l'immaginazione e la realtà, permettendo anche di manipolare la materia, con effetti sconvolgenti e, ovviamente, un prezzo carissimo da pagare. Tutti i racconti della collana esplorano dunque un universo distopico dove la droga del futuro rappresenta il tema comune. Il concetto stesso di una sostanza che permette una connessione tra desideri e mondo concreto è profondamente inquietante e adatto all'atmosfera di ottobre, un mese in cui si esplorano i lati oscuri della natura umana. Suggerirei quindi di dare un’occhiata a tutti i titoli della collana e, in particolare, a quelli che ripropongono i racconti di Franco. Se poi dovessi proprio consigliarne uno, direi I bambini di Terathos, un racconto magistrale di Lukha B. Kremo, dove si parla di un treno mostruoso che percorre il deserto siriano carico di misteriosi bambini. Il ritmo serrato, il tema del potere, i dilemmi etici affrontati e le ambiguità morali rese con grande abilità si sposano particolarmente bene con le atmosfere cupe di questo periodo dell'anno.
Ti muovi dentro diversi generi, dove senti di dare il meglio e quale lavoro pensi sia emblematico per i toni dark del mese dei morti?
Adoro la scrittura in diverse forme, anche le più distanti tra loro. Pensa che di mestiere faccio il filosofo e passo la maggior parte del tempo a scrivere saggistica accademica che parla di filosofia del linguaggio e di filosofia della mente. Cose che sembrerebbero molto distanti dalla narrativa! Eppure, mi trovo a mio agio nell’indossare panni così diversi, mi sento una sorta di Dr. Jekyll e Mr. Hyde della scrittura, tanto per restare in tema orrorifico. Per rispondere alla tua domanda, suggerisco di leggere l’ultima antologia della serie 365. Lì c’è un mio racconto brevissimo, come vuole la tradizione della collana, ed è davvero cupo. Si intitola Clessidra.
Vorresti consigliare alcuni titoli adatti all'approssimarsi di Halloween? Siano essi classici o testi moderni.
Ce ne sarebbero tantissimi. Tra i classici consiglio Frankenstein di Mary Shelley che considero un’opera in grado di parlare a ogni epoca, proprio come i miti dell’antichità ai quali fa riferimento. Poi Stevenson, ma stavolta sono originale e non dico il Dr Jekyll e Mr Hyde, ma Il trafugatore di Salme, un racconto davvero agghiacciante. Tra gli immancabili aggiungerei Il grande Dio Pan di Arthur Machen, L’incubo di Hill House di Shirley Jackson e L’ombra dello scorpione di Stephen King. Infine, inserisco in questa lista, molto parziale, un manga; Uzumaki di Junji Ito, che unisce idee agghiaccianti al tono malinconico tipico degli artisti giapponesi. Be’, non ho citato nulla di Lovecraft solo perché il maestro di Providence deve essere letto tutto, dall’inizio alla fine!
Ci sono autori o opere che hanno influenzato particolarmente il tuo percorso di scrittore? Se sì, quali sono stati i tuoi riferimenti più importanti?
Viaggio in mondi paralleli fin dalla tenera età. Ho sempre letto tantissimo e di ogni genere. Mi vanto di possedere una biblioteca di oltre 20000 volumi o, almeno, giunto a quella cifra ho smesso di contarli (sì, la cosa crea molti problemi alla mia famiglia!). In ogni caso, il mio amore per i libri è stato accesso dai librigame, che tanto di moda andavano negli anni Ottanta e dai quali derivo anche la passione per i giochi di ruolo (esatto, leggo e scrivo anche manuali). Scegliere è quindi molto difficile, ma provo a sparare 5 nomi. Comincio da quelli che si studiano a scuola e dico Verga, per la sua crudezza ed essenzialità. Poi un poeta, Pascoli, per la musicalità e l’ossessione per la sonorità del linguaggio. Infine, cito un nome per ciascuno dei miei generi letterari preferiti: Howard, Dick e Lovecraft. In realtà non mi sento di dire che questi autori mi abbiano influenzato, poiché è qualcosa che potrebbe dire un autore di fama. Di certo, però, hanno nutrito i miei sogni e il mio immaginario.
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