Con uno stile liscio come l'olio Matteo Mazzoli ci consegna una novella teen-horror ispirata e degna rappresentante del filone kinghiano derivata da It. Una delle particolarità di Ombe di un'estate è di incanalare i topoi dell'horror in una cittadina marchigiana, ambientazione inusuale ma vincente per catturare l'attenzione del pubblico. Senigallia, nell'anconetano, è una delle città più belle e vive del litorale marchigiano e soprattutto è conosciuta per la sua dirompente dinamicità, una città giovane e inondata di luce.
Teatro perfetto per ambientare uno Stranger Things "da spiaggia", dove un gruppo di amici si imbatte in una suadente quanto sfuggente figura femminile. Senza entrare troppo nella trama il racconto che si dipana mostrando le fragilità dei protagonisti, cosa molto alla Ghoul di Brian Keene, fino ai conflitti che ruotano intorno alla "antagonista" ha una capacità page turner degna di nota. Molto apprezzato anche il tributo involontario (o conscio) alla saga di Blackwater, di certo l'autore marchigiano ha tratteggiato il suo personaggio femminile sulla figura di Eleanor, sfuggente, mistica e magnetica.
Ombre di un'estate parla al cuore, alla nostalgia degli anni 2000, dove le generazioni 80/90 hanno dato i primi baci, hanno sofferto i primi conflitti tra bulli e genitori disfunzionali. Un testo breve eppure non superficiale, capace di colpire al momento giusto come una stilettata.
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