Il racconto di Hans Heinz Ewers Die Spinne (del 1907, ma esce nel 1908) più volte antologizzato e pubblicato in varie lingue, compreso l’inglese (The Spider, 1915) e l’italiano (Il Ragno, in Il Ragno e altri racconti del terrore, collana “Il Sigillo Nero. Terrore”, Del Bosco, Roma, 1972) è considerato il capolavoro dello scrittore tedesco. Il testo che segue contiene spoiler.
La storia comincia con lo studente di medicina Richard Bracquemont che si insedia nella stanza n. 7 dell’Hotel Stevens, a Parigi. Nella stanza sono già morti tre uomini, tutti di venerdì, e tutti impiccati alla sbarra della finestra usata da appendiabiti. L’ultimo suicida era un poliziotto piazzato lì da un ispettore, amico della proprietaria, Madame Dubonnet. Dalla bocca dei suicidi è stato visto uscire un grosso ragno nero, ma questo dettaglio non è stato diffuso.
A questo punto nell’albergo è rimasto un solo cliente, oltre a Bracquemont che occupa la stanza n. 7 due settimane dopo, avendo convinto l’ispettore di essere la persona adatta a risolvere il mistero. Il giovane dispone di una pistola, un fischietto e un telefono, e ciò che gli capita viene riportato sul suo diario personale, a partire da lunedì, 28 febbraio.
Nulla di rilevante sembra accadere fino a mercoledì 9 marzo, quando Richard comincia a parlare di una certa Clarimonda, una ragazza che se ne sta tutto il giorno a filare, seduta dietro la tenda della finestra della casa di fronte fino alle cinque del pomeriggio, ora del tramonto. Il nome gli è venuto in testa da solo, in modo spontaneo. Ha capelli neri e ondulati, naso piccolo, faccia e labbra pallide, e denti aguzzi da predatore. Le ciglia sono lunghe e scure, gli occhi grandi, scuri e luminosi. Porta guanti neri e indossa un vestito nero con ricami lillà.
Le sue mani si muovono in modo incessante e ripetitivo. I due cominciano a lanciarsi delle occhiate, poi un breve sorriso, infine un saluto. Nei giorni successivi passano il tempo a guardarsi negli occhi, Richard smette di studiare, e intanto si arriva a sabato, 12 marzo. L’ispettore gli fa visita e gli concede un’altra settimana per chiarire il mistero.
Domenica 13 Richard assiste a un incontro sessuale tra due ragni, che si conclude con la femmina che divora il maschio. Dice a se stesso che per fortuna non è un ragno, ma il lettore ne ricava una sensazione di allarme. Martedì 15 leggiamo la descrizione di un gioco di rispecchiamento tra i due membri della coppia. Richard esegue una serie di movimenti, che Clarimonda riesce a ripetere nel momento stesso in cui lui li esegue, come se tra loro ci fosse una comunicazione telepatica.
Mercoledì 16 Richard si chiede perché non raggiunga la ragazza. Se immagina di farlo, quando arriva alla porta di lei e bussa, la porta si apre ma di fronte a lui non c’è altro che buio. Ora lui si rende conto che nell’attrazione che prova per Clarimonda è presente una vaga apprensione. Venerdì 18 marzo ha la sensazione che qualcosa accadrà. Verso le cinque del pomeriggio è molto spaventato e cerca di resistere alla tentazione di andare alla finestra.
Il telefono suona e Richard, in preda al panico, chiede all’ispettore di raggiungerlo. Cinque minuti dopo il poliziotto arriva, e lui dichiara di aver quasi risolto il mistero, ma si rifiuta di dire di più. I due escono e passano la serata insieme. Superato il momento di crisi, Richard riprende il gioco con Clarimonda. Nient’altro gli interessa. Sente di amarla e che lei è entrata nell’intima fibra del suo essere, ma a tratti si accorge di essere terrorizzato.
Giovedì 24 scopre che non è Clarimonda a imitare i suoi movimenti, ma è lui a seguire quelli di lei. Ormai è davvero a un passo dallo svelare il mistero, e questa sensazione non gli permette di ritrarsi di fronte al pericolo incombente. Quand’è alla finestra, non può far altro che copiare all’istante i gesti di lei, che gli ispira amore e una deliziosa paura.
Venerdì 25 marzo Richard taglia il filo del telefono, perché lo ha visto fare a Clarimonda. Sono le cinque e un quarto del pomeriggio, e sa che se si affaccia alla finestra è perduto. Tuttavia non può evitarlo, e vede Clarimonda annodare la corda per formare un cappio. Torna a scrivere sul diario, ma sente il terrore che lo avviluppa in un abbraccio voluttuoso. Non vuole guardare, ma deve guardare…
Il diario s’interrompe. L’ispettore si accorge che il telefono di Richard è isolato, si precipita nella sua stanza e lo trova morto impiccato, come gli altri prima di lui. Sono le sei e cinque. Nella bocca dello studente c’è un grosso ragno che i denti del ragazzo hanno tagliato in due. Il poliziotto va a controllare il secondo piano della casa di fronte, che però è vuoto da mesi.
Non ci sono altre spiegazioni, ma non è difficile dedurle. Non si tratta di una donna-ragno: una ragazza che si trasforma in ragno o un ragno che diventa una ragazza. Non esisteva alcuna ragazza dietro la finestra della casa di fronte, c’era invece un ragno nella camera n. 7, un ragno telepatico (ipotesi più fantascientifica che sovrannaturale) capace di far proiettare alla vittima immagini che per la preda risultassero irresistibili.
Richard non vedeva altro che i suoi stessi pensieri, però manipolati dal ragno. La forma femminile era semplicemente quella più adatta a destare la sua attrazione. Il racconto si presta certo anche a interpretazioni simboliche, ma la spiegazione naturalistica non ne compromette la carica suggestiva.
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