Si sentiva la mancanza in Italia di un'edizione come dio comanda del Carnacki di William Hope Hodgson e finalmente, grazie a Il Palindromo, il volume esce nella collana I tre sedili deserti (diretta da Giuseppe Aguanno) per la cura di Gabriele Scalessa. La notizia curiosa è che Fanucci a breve farà uscire lo stesso libro con l'introduzione di Carlo Pagetti. Purtroppo ogni tanto i tempi editoriali si sovrappongono. Ancora non ho sottomano l'edizione Fanucci ma questa credo di poter dire che sia la migliore mai uscita anche per l'apparato critico notevole (illuminante in questo senso l'introduzione di Franco Pezzini) e per le illustrazioni originali comparse sulle riviste dei primi del Novecento di Florence Briscoe. In precedenza Carnacki è stato a lungo un oggetto del desiderio dei collezionisti. Infatti era diventata molto difficile da trovare la versione uscita nel 1978 nella collana "I Libri della Paura" della SIAD che spesso si trovava a prezzi da collezione. Nel 2013 è stato poi riproposto dall'editore Manni sempre per la cura di Gabriele Scalessa (che, per l'occasione, ha completamente rivisto la vecchia traduzione di Manni) e nel 2016 dalla defunta Dunwich in un'edizione francamente sciatta.
Il Carnacki si inserisce nel proficuo filone dei detective dell'occulto e deriva sicuramente dal celebre John Silence di Algernon Blackwood ma ovviamente, come fa acutamente notare Franco Pezzini nell'introduzione, non si possono non fare i nomi del celeberrimo Sherlock Holmes, di Martin Hesselius di Le Fanu e di Van Helsing di Bram Stoker. Il progenitore di tutte queste figure è poi il Dupin di Edgar Allan Poe. Devo dire però che non vedo mai nessun accenno all'Harry Dickson di Jean Ray, considerato lo Sherlock Holmes americano.
Tornando a Carnacki devo dire subito che il livello di queste storie è molto lontano (come faceva notare anche Lovecraft) dai suoi romanzi capolavoro ma anche dai suoi migliori racconti marinareschi. Carnacki è obiettivamente inferiore anche al citato John Silence di Algernon Blackwood. Detto questo le storie sono in ogni caso ancora leggibili e godibili: non sempre ci troviamo di fronte al soprannaturale ma a delle truffe che poi vengono spiegate. Non mancano indubbiamente spunti di interesse come la presenza di un testo di formule protettive del XIV secolo denominato Manoscritto Sigsand, l'esistenza di forze mostruose presenti sul piano astrale che premono per materializzarsi nella quotidianità, le Manifestazioni Aeiirii e Saiitii, l'utilizzo del Pentacolo Elettrico come forma di protezione e l'utilizzo di mezzi scientifici moderni. Ma manca in definitiva il senso di orrore cosmico che fa di William Hope Hodgson uno dei più importanti autori fantastici del secolo scorso. Qualche spunto ogni tanto emerge come in Il maiale, che ricorda le creature suine del suo romanzo capolavoro La casa sull'abisso, e in Il Jarvee infestato, racconto nel solco dei suoi racconti di ambientazione marina.
Il volume si avvale poi anche delle appendici di Gabriele Scalessa, Giuseppe Aguanno e Francesco Brandoli.
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