Fiamme Corrusche propone storie eroiche quali oggi non sono più proponibili: quelle storie di certi libri in edizione economica dalle pagine ingiallite e già lise negli anni ˈ80.
I modelli sono gli Howard, Wagner, C.L. Moore o Sprague De Camp. È l’ironia quindi a caratterizzare questi nove racconti: ma non si tratta dell’ormai facile, abusato, obbligatorio "picaresco"; l’ironia è quella invece di scrivere e proporre oggi – nel 2023 dissacrante e dissacrato – dei racconti limpidamente e ingenuamente sword & sorcery: senza un plot twist a tutti i costi, senza fatal flaw, senza intimismi né stream of consciousness, né inclusivi né corretti: e in cui, esattamente come il lettore si aspetta, l’Eroe entra nel Labirinto, Uccide il Mostro, Arraffa il Tesoro ed Esce. In queste storie l’Eroe combatte, e le Eroine si proteggono dai fendenti indossando pelli d’orso o un bikini di metallo.
Un’ironia espressa e palesata innanzi tutto nella prosa. La scrittura di queste Fiamme Corrusche, a partire dal titolo della silloge, ironizza su certa aggettivazione, su certi enunciati, su certi dialoghi che ancor oggi e non certo scientemente affliggono la prosa di esordienti e affermati. In queste righe si può trovare l’intero vocabolario dei petti sempre madidi, delle braccia sempre possenti, delle donne dai bei fianchi sempre morbidi e flessuosi, le città sempre turrite e cinte di alte mura; le divinità (con buona pace di Lovecraft) sempre antiche, innominabili e blasfeme e – appunto – le fiamme sempre corrusche.
L’ironia è evidente anche nell’illustrazione di copertina firmata dall’artista Martina Biondini, una cover che ha la stessa ingenuità di quelle delle primissime scatole e manuali di Dungeons & Dragons, le edizioni del ˈ78 e ˈ79: che a quell’epoca, agli occhi di un ragazzino, sembravano meraviglie quali quelle di un John Blanche, di un Elmore, degli Hildebrandt… ma che invece, se le andate a rivedere, erano solo le illustrazioni di nerd entusiasti che immaginavano e ritraevano come sapevano dei guerrieri con alti elmi cornuti che combattevano grandi draghi infantili, sullo sfondo di foreste e di caverne abbozzate.
I nove racconti di quest’antologia sono firmati da Serena Aronica, Giorgio Borroni, Alberto Della Rossa, Andrea Gamberini, Gianmaria Ghetta, Alessandro Iero, Mario Pesce, Antonella Romaniello, Simone Volponi.
L’editing è di Ambra Stancampiano che ha molato le loro spade: se incontreranno il lettore in questo viaggio, lo trafiggeranno.
E in appendice è presente un elenco di aggettivi che gli autori sono stati chiamati a usare, un elenco che forse creerà dell’imbarazzo a coloro che scopriranno di abusarne pur senza avere parodistiche intenzioni.
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