Questo non recentissimo lavoro di William F. Nolan, autore della Fuga di Logan, potrebbe far gola a molti appassionati di horror con velleità artistiche. Quanti di voi, infatti, non hanno in mente o, meglio, nel cassetto, il racconto/romanzo horror definitivo? Il libro che vi farà sbancare le classifiche di vendita surclassando le Barzellette di Totti? Che finalmente porterà il genere horror nell'Olimpo della narrativa italiana?
Intendiamoci. Imparare a scrivere da un libro è come pretendere di imparare a giocare a golf da un manuale. Probabilmente le prime 100 volte che proverete lo swing, vi spaccherete la mazza sulla fronte. Tuttavia almeno saprete cos'è uno swing, il green, che tipo di mazze usare a seconda delle distanze. Per il resto, solo la pratica assidua vi potrà far migliorare.
I manuali di scrittura sono così. Vi possono indicare sommariamente quali sono gli errori da novizi, ma poi sta alla originalità e al talento dello scrittore riuscire a creare qualcosa di dignitoso. Diciamo che un ottimo manuale può trasformare uno scrittore talentuoso in un bravo scrittore, e uno scrittore mediocre in uno scrittore leggibile. E' già qualcosa.
Tuttavia alcuni manuali, come quello in oggetto di questa recensione, si collocano in un limbo indefinito. Non risulta infatti utile allo scrittore abbastanza esperto o all'appassionato di horror smaliziato, che gli argomenti trattati già li conosce, né al novizio assoluto, che si troverà comunque spaesato.
Non ci sono infatti consigli pratici su pianificazione, arco della storia, stile di scrittura che possano illuminare la strada a chi non ha mai picchiettato su una tastiera se non per controllare la posta elettronica.
Il libro si apre con una disamina del genere horror, per passare poi a un'analisi del 'mostro' come nemesi tipica della narrativa del terrore. Il capitolo è interessante, se non altro per le citazioni, a rinforzo delle tesi presentate da Nolan, di mostri creati da famosi scrittori. Successivamente l'autore ci consiglia fonti di ispirazione per l'orrore che vogliamo descrivere: l'infanzia, le paure da adulti, il sogno... per poi balzare senza continuità in trucchi pratici come 'tenere un quaderno di appunti', 'creare il finale', 'fare una lista di idee'... indi tornare all'argomento dell'esperienza di vita come sorgente di idee. Per poi passare a come trasformare un'idea in trama (un paragrafetto misero di nessuna rilevanza pratica). Questa struttura a balzi del manuale è molto fastidiosa e disorientante, e prosegue per tutto il libro.
I successivi capitoli si occupano di come creare personaggi di spessore, e qui l'unico consiglio che veramente deve restare impresso nella mente del lettore è: non create eroi perfetti e nemici assolutamente irrecuperabili. Le sfumature di grigio devono essere presenti in tutti i personaggi, per renderli interessanti. Il libro tocca argomenti come la suspense, i colpi di scena, come agganciare il lettore, lo shock, la revisione, il dialogo, i finali. E sempre si ripresenta uno dei difetti principali del manuale: la commistione di consigli teorici e pratici non riuscita, in quanto proprio quando sarebbe necessario approfondire la parte pratica come lo schema della trama, ad esempio, Nolan si tira indietro. Proprio quando il lettore vorrebbe saperne di più, l'autore si zittisce. In un romanzo horror questo può anche servire per agganciare il lettore, ma in un manuale no.
Uno dei capitoli si occupa di analizzare in dettaglio la creazione di un racconto di Nolan, La piscina. Nulla di eccezionale, molto old style.
Gli ultimi capitoli trattano rispettivamente il mercato dell'horror, inteso come riviste e case editrici, inutile per noi italiani in quanto sono tutti indirizzi USA, e un'interessante raccolta di profili di autori famosi: Stephen King, Anne Rice, Peter Straub, Dean R. Koonz, Robert McCammon.
Come scrivere horror fiction è un libro a tratti interessante, soprattutto quando l'autore porta come esempio brani scritti da autori horror per illustrare le sue idee. Per il resto la parte didattica del manuale si perde un po' nella struttura confusionaria e nella ritrosia di Nolan nell'approfondire le parti che potrebbero essere più utili ai novizi.
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