Le divinità lovecraftiane sono il simbolo della morte della civiltà occidentale e, non a caso, H.P. Lovecraft conosceva e apprezzava Il tramonto dell’occidente di Oswald Spengler. E il suo esegeta, S.T. Joshi, ha pubblicato un saggio in tema dal titolo H.P. Lovecraft: The Decline of the West.
La mitologia aliena dei Miti di Cthulhu – incarnata dai vari Azathoth (il Dio supremo), Yog Sothoth, Cthulhu, Nyarlathotep, Shub Niggurath – nasce in un periodo storico in cui la scienza fa cadere le vecchie certezze e simbolizza l’universo meccanicistico e privo di scopo da questa svelato.
All’epoca del solitario di Providence, lo sviluppo delle nuove scoperte scientifiche aveva infatti spalancato un mondo oscuro e pieno di inquietanti terrori facendo apparire datati i demoni, i diavoli e gli orpelli della vecchia narrativa gotica rappresentata da autori come Ann Radcliffe, Charles Robert Maturin e Matthew Gregory Lewis.
Contemporaneamente la psicanalisi aveva portato alla luce i terrori che si annidano nell’inconscio simbolizzati da H.P. Lovecraft dai Magri Notturni, le creauture che hanno ossessionato i sogni della sua infanzia.
Ecco quindi che Divinità queste divinità diventano una sorta di simboli che giocano con l'uomo come se fosse un insetto.
Ora questa seconda edizione del libro di Antonella Romaniello Il Bestiario di Lovecraft si cimenta nell'impresa di fare ordine e classificare qualcosa che forse rimarrà sempre inclassificabile.
L'autrice si è documentata in maniera approfondita e ha cercato, attraverso le fonti attinte dai racconti, di dare una forma agli incubi lovecraftiani.
Nella bella prefazione, Alessandro Forlani ci introduce a questo Bestiario con citazioni dotte come quelle di Plinio il Vecchio che era dell'opinione che
ogni cosa esistente sulla terra avesse il suo omologo nel mare.
Ed in effetti Lovecraft sembra aver proseguito su questa strada (basti pensare a Dagon, La maschera di Innsmouth e Il richiamo di Cthulhu).
E ancora Forlani fa notare come le creature di H.P.L. sono
le creature dell'indicibile, indescrivibile, innominabile e del non-euclideo
a differenza dei mostri dei miti classici.
Il tentativo di Antonella Romaniello è scrupoloso e cerca di dare un ordine a una materia per sua natura informe.
Vengono passate in rassegna tutte le divinità principali come Azathoth
(il Caos Primigenio), il dio "Cieco e idiota", fino a creature come i Bhole, abitanti della desolata Valle di Pnath, i Buopoth e i Byakee. Si parla anche di Dagon (l'unica divinità non inventata da Lovecraft in quanto citata nella Bibbia), oltre ovviamente a Cthulhu e agli Cthulhi (prole stellare di Cthulhu).
Alla fine questo Bestiario risulta una buona guida sia per il neofita del verbo lovecraftiano sia per l'adepto del Culto.
Questo volume insomma risulta utile come accompagnamento alla lettura dei testi sacri di Lovecraft ed è inoltre corredato da dieci illustrazioni di Giuseppe Balestra.
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