Lo scrittore polacco Stefan Grabinski (1887-1936) è un maestro della letteratura fantastica europea e uno dei giganti di questo genere letterario.
Il critico Karol Irzykowski lo ha definito, forse un po’ forzatamente, il “Poe polacco”, ma indubbiamente dal punto di vista del valore il paragone non suona blasfemo.
Grabinski è un autore modernissimo, contemporaneo di H.P. Lovecraft. Assieme a quest’ultimo, e ad altri scrittori weird come William Hope Hodgson e Jean Ray, ha contribuito a svecchiare i topos della letteratura gotica sulla base delle nuove scoperte scientifiche di Einstein che hanno ridimensionato l’importanza dell’uomo nel tempo e nello spazio.
Un’altra importante influenza deriva dalla psicanalisi e dalla scoperta dell’inconscio da parte di Freud. Non a caso Francesco Corigliano, nel suo ottimo La letteratura weird. Narrare l’impensabile, ha paragonato l’opera di Lovecraft e Jean Ray a quella di Stefan Grabinski, tutti autori che hanno saputi cogliere le pulsioni della modernità.
Ora, dopo Il villaggio nero - edito da Edizioni Hypnos e tradotto da Andrea Bonazzi che è stato anche un pioniere nel far conoscere lo scrittore polacco in un numero della fanzine Hypnos ormai introvabile – e Il demone del moto edito da Stampa Alternativa, la rivista Zothique (curata dall’instancabile Pietro Guarriello) dedica uno speciale all'autore.
Come sempre gli interventi sono molto approfonditi: Michols Magnolia in Vita di Stefan Grabinski: dalla Polonia alla Fantasia ci parla della biografia dello scrittore e dei suoi temi, individuando anche un possibile parallelo con H.P. Lovecraft (le affinità tra i due sono evidenti, tanto che Stanislaw Lem ha definito Grabinski “il Lovecraft polacco”).
Sicuramente i due hanno punti in comune, ma bisogna stare attenti alle forzature. La narrativa di Grabinski è molto originale e assomiglia solo a se stessa, come ben mette in luce Obsidian Mirror nel suo articolo Il villaggio nero. Obsidian Mirror analizza alcuni dei racconti migliori di Grabinski mettendo in relazione gli agganci con la filosofia di Bergson e il suo concetto di tempo.
Sulla letteratura fantastica è invece un saggio dello stesso Grabinski in cui vengono messi in luce i suoi gusti e la sua idea di fantastico. Sostanzialmente l'autore divide il fantastico in "moderno" (diretto, esteriore e convenzionale) e "di ordine superiore" (interiore, psicologico o metafisico) da lui definito “psicofantastico” o “metafantastico”.
Nel primo tipo fa rientrare E.T.A. Hoffmann, autore da lui non particolarmente apprezzato, mentre del secondo fa parte ovviamente Edgar Allan Poe.
Molto interessante anche l’intervista a Grabinski in cui l'autore ribadisce proprio la sua affinità con Poe piuttosto con E.T.A. Hoffmann. Dice inoltre di apprezzare Alfred Kubin e Gustav Meyrink mentre, un po’ a sorpresa, non nasconde il suo disprezzo per Hanns Heinz Ewers da lui ritenuto un ciarlatano e dichiara il suo orrore per i critici che lo paragonano alla sua opera.
Ci sono poi degli approfondimenti sulla ricaduta nel cinema dell’universo di Grabinski.
Infine troviamo due suoi racconti inediti in Italia ovvero Fumo Infernale e La Masseria del Delirio, entrambi di alto livello. Ho apprezzato in particolare il secondo, in cui ho ritrovato l’influenza di Poe.
La seconda parte della rivista è dedicata a Marco Marra e Gerardo Spirito, due scrittori italiani che hanno attinto alla narrativa lovecraftiana, trasportando le sue tematiche nel Sud Italia. Finalmente la dimostrazione di come, sulla scorta di autori come Sergio Bissoli, Eraldo Baldini e del compianto Elvezio Sciallis, i paesaggi della nostra penisola ben sia addicono a tematiche weird.
Degli autori sopra citati ci racconta Pietro Guarriello nell’interessante articolo Se Lovecraft fosse nato in Campania….
C’è poi altra carne al fuoco con la presentazione dei racconti vincitori della seconda edizione del festival Altroquando.
Una doverosa menzione va alla splendida immagine di copertina di Gino Carosini e alle numerose illustrazioni contenute nel volume.
Se gli standard di Zothique sono in generale di buon livello, questo numero è semplicemente imperdibile.
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