Nato a Dusseldorf nel 1871, Hanns Heinz Ewers è una delle figure più originali, eccentriche e anticonformiste del periodo. Da sempre affascinato dall’atmosfera cupa del folklore tedesco, i suoi racconti furono apprezzati persino da Adolf Hitler.
La sua narrativa rimane sempre in bilico fra conscio e inconscio, grottesco, occulto ed erotismo deviato in cui spesso la donna è identificata come un simbolo di bellezza e di morte. Questa della femme fatale è una tematica di derivazione decadente (grande è infatti l’ammirazione di Ewers per Oscar Wilde) che lo scrittore tedesco sfrutta magistralmente in molte sue novelle, infarcendola spesso di pulsioni di sadismo e masochismo. Tutto questo è Immaculata, volume appena pubblicato da Edizioni Hypnos che prosegue la scoperta di questo fondamentale autore dopo aver ristampato Alraune (La Mandragora).
Come scrive Alessandro Fambrini nell’introduzione
Le opere raccolte in questo volume appartengono a tre diversi periodi della vita e della produzione di Hanns Heinz Ewers.
E il volume vale l’acquisto già solo per il fatto di contenere il fondamentale saggio su Edgar Allan Poe, scritto nel 1905 e fino a questo momento inedito in Italia.
Si tratta di un testo importante che documenta l’influenza di Poe sul fantastico tedesco di inizio ‘900 e su autori coevi come Meyrink, Karl Hans Strobl, Oskar Panizza e Leo Perutz.
In realtà questo saggio ha un taglio più letterario che accademico. Più che parlare dello scrittore americano si ha l'impressione che Ewers stia parlando di se stesso e della propria concezione dell’arte, anche se non mancano considerazioni interessanti, come quando pone l'accento sulla differenza fondamentale fra Arte e Natura.
Dell’opera dello scrittore di Boston si parla solo marginalmente, citando per sommi capi qualche suo racconto (considera la poesia Il Corvo il suo capolavoro). Tuttavia la figura di Poe aleggia sempre come un’ombra ed è, come scrive sempre Fambrini
eternamente presente nelle molteplici forme dell’arte e della bellezza di cui egli rappresenta l’epitome suprema.
Il tutto viene poi filtrato dall’esperienza avuta da Ewers in Spagna nell’Alhambra. Il testo è comunque molto interessante, di impronta decadente, a cui non sono estranee le influenze di poeti e scrittori come Baudelaire (che, dichiara, ha capito veramente Poe a differenza di altri critici americani considerati inetti e da lui derisi) e Oscar Wilde.
I primi due racconti qui presenti, Immaculata e La seconda vista, sono ben inquadrabili nel periodo terminale dell’opera dello scrittore tedesco.
I racconti sono stati pubblicati per la prima volta nel 2020 grazie alla ricerca di Wilfried Kugel. Nel 1943 Ewers era ormai caduto in disgrazia presso il regime nazista nonostante avesse scritto un libro agiografico per Horst Wessel, l’ispiratore dell’inno delle SA. Con il senno di poi nella sua frase “Questa è la Germania, questo è il mio paese” presente nel su romanzo Alraune (La Mandragora) c’è quasi il presagio dell’epopea tragica del Nazionalsocialismo.
Come nota lo stesso Fambrini (sulla scorta del lavoro di Kugel) i due racconti risalgono probabilmente allo stesso periodo della raccolta Nachtmarhr (Incubo, 1922) e sono stati solo successivamente rielaborati. Le aggiunte presenti nel volume sono indicate in corsivo. Si tratta di considerazioni satiriche nei confronti del Terzo Reich a dimostrazione del fatto che lo scrittore si era allontanato dal Nazionalsocialismo.
Se pure negli ultimi anni lo scrittore tedesco aveva esaurito la sua creatività, Immaculata e La seconda vista sono due piccoli gioielli del macabro.
Il primo racconta di Jans Olieslagers (sorta di alter ego dello stesso Ewers come lo era stato il Frank Braun della trilogia dei romanzi) e di concepimento “miracoloso”. Una donna viene ingravidata dal fratello grazie al tramite di un ”succubo”.
La seconda vista si addentra invece nei territori dell’occulto (non va dimenticato come all'epoca, in Germania, pullulassero numerose sette di derivazione teosofica) parlandoci di chiaroveggenza. Qui lo scrittore racconta della madre in una maniera morbosa, madre che ritroveremo nel successivo Mia madre, la strega.
In Il tradimento più atroce ritroviamo Jans Olieslagers, mentre la vicenda si addentra nei terreni perversi della necrofilia.
In Amore estremo si racconta di un violinista di successo a cui manca sempre qualcosa per eccellere. Riuscirà infine a trovare la gloria della vera arte per mezzo di un macabro amuleto.
Il conclusivo Mia madre, la strega è speculare a La seconda vista e ci parla della madre di Ewers, qui trasfigurata in una strega. La donna influenzò molto la vita del figlio (come anche il padre pittore) incoraggiandolo alla scrittura. E probabilmente Ewers aveva per lei fantasie incestuose.
Il volume si conclude con una postfazione di Walter Catalano intitolata Hanns Heinz Ewers: ascesa e caduta di un pornografo di successo (fu nientemeno che Bertolt Brecht a definirlo in questa maniera) in cui si indagano i motivi della sua conversione al nazionalsocialismo, sulla base delle ricerche di Eric Kurlander. Catalano sottolinea come lo NDSAP si faceva portatore di molte tematiche neo-pagane e mistiche a cui lo stesso Ewers non fu estraneo anche se (nonostante i suoi contatti con le più svariate associazioni di questo tipo) non fu mai un cultore della materia come un Gustav Meyrink.
Spiace che Catalano consideri il compianto Giorgio Galli “un fantasioso affabulatore” quando invece è stato un grande politologo e storico (ha esplorato i rapporti fra storia ufficiale ed esoterismo) e ha più volte sottolineato come un sapere esoterico di culture antiche e dimenticate emerge più o meno consapevolmente nell’opera di molti scrittori fantastici come lo stesso H.P. Lovecraft. In ogni caso il testo è molto documentato e interessante.
Immaculata è un volume imprescindibile per i cultori del fantastico del primo novecento e di Ewers. Questi racconti sono ancora oggi godibili e hanno un tocco macabro e perverso che credo piacerà a molti.
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