Daniele Corradi non è sconosciuto agli appassionati dell’universo “lovecraftiano”. Ormai da molti anni si dedica in maniera filologica alla figura del Solitario di Providence e, in particolare, allo studio del suo linguaggio.
Ha pubblicato due corposi saggi ovvero Cthulhu e Il linguaggio di Cthulhu (Jouvence – 2019) indubbiamente molto validi e scritti con grande competenza e passione.
Ha inoltre fatto una nuova traduzione di L’Orrore a Red Hook (Jouvence – 2019).
Ma forse non tutti sanno che Corradi è anche uno scrittore dotato di uno stile particolare come è possibile leggere nei suoi romanzi Non aprire quella porta (2016) e Melita Signora dei Simulacri (2020).
Ora esce invece per la casa editrice Jouvence una sua antologia di racconti intitolata Oltre il mondo che si avvale dell’introduzione di Carlo Pagetti.
L’influenza dell’amato Lovecraft si staglia nitida su questo libro ma non è certo l'unica influenza. Possiamo infatti trovare rimani ad altri autori come Dino Buzzati, Edgar Allan Poe ma anche a Richard Matheson e Stephen King.
Di solito gli atteggiamenti possibili nei confronti delle tendenze estetiche nei riguardi degli epigoni “lovecraftiani” sono schematicamente distinguibili in due categorie. Da un lato domina il saccheggio indiscriminato delle sue tematiche legate ai Miti di Cthulhu, che non sempre questo è un male. Un falso fatto bene resta pur sempre godibile. Dall'altro c'è chi con coraggio si sforza di riscrivere il linguaggio del Maestro di Providence, appropriandosene con pazienza artigianale. Ed è questo è il caso di Daniele Corradi.
Come scrive Pagetti nell’introduzione, le sue prove migliori sono quelle in cui lo scrittore
attinge alla sfera di un quotidiano sempre sull’orlo dello straniamento.
E queste atmosfere le troviamo proprio in Meg Ryan, uno dei vertici di questa raccolta. Nel racconto ci viene mostrato un muro che custodisce una quotidianità, in apparenza rassicurante, rappresentata da dei bambini che giocano a calcio. Quando la palla viene calciata oltre il muro, il protagonista si trova a dover andare a recuperarla. Oltrepassare il muro gli permette di immergersi in una realtà fantastica in cui si materializzano personaggi come l’attrice Meg Ryan e dove troviamo figure disgustose come il Guardiano del Cancello.
Davvero un ottimo racconto in cui, più che Lovecraft, ho ravvisato qualcosa di Stephen King.
Fra gli altri racconti mi ha colpito in particolare San Bernardino alle ossa che riesce a rendere magnificamente l’atmosfera macabra di una chiesa di Milano conosciuta per la cappella ossario, le cui pareti sono per gran parte ricoperte da ossa a formare vere e proprie decorazioni. Il momento in cui, all’interno del santuario, si sente la musica tenebrosa di un organo a canne, è degno di un film di Mario Bava.
Oltre a una Milano livida e malata viene descritta, in Get Stuffed – Una storia di Londra, una Londra decadente che forse sarebbe piaciuta ad Arthur Machen in cui il perturbante si nasconde in un negozio di animali impagliati.
Necronomicon è poi un omaggio a Lovecraft e al famigerato pseudoblion. Ho trovato molto originale il concetto del Necronomicon visto
non come qualcosa di già scritto ma come un libro che ciascuno scrive.
La storia è potente ed è corredata da immagini e copie fotostatiche del Necronomicon a cura dell’autore.
In definitiva siamo di fronte ad un volume stimolante che si mantiene su buoni livelli qualitativi anche se non sempre le scelte stilistiche possono piacere (Pagetti ad esempio critica l’uso sovrabbondante dei dialoghi). Questo non significa che Oltre il mondo non sia caldamente consigliato agli amanti dell’horror e di Lovecraft.
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