Il suo nome latino Vampyroteuthis Infernalis significa letteralmente “calamaro vampiro dall’inferno”, ma a dispetto di un nome tanto suggestivo, e del poco rassicurante aspetto che sembra farlo uscire da un film horror se non da un incubo lovecraftiano, lo strano essere marino non è affatto un mostro.
Di un colore continuamente variabile tra il nero livido e il purpureo, le sue dimensioni non superano i 25 centimetri in totale, non è dotato della sacca d’inchiostro tipica di altri cefalopodi e presenta larghe pinne, a mo’ di orecchie, sulla sommità del capo. Ma il calamaro vampiro deve soprattutto il proprio nome alle aguzze spine ricurve, simili agli affiliati canini del tradizionale Dracula cinematografico, posizionate lungo l’interno dei suoi tentacoli. Quando si sente in pericolo, l’animale si avvolge in essi estendendo all’esterno le proprie appuntite difese.
Un’altro paio delle sue estremità tentacolari è invece formato da sottili filamenti retrattili, che possono estendersi per il doppio della propria lunghezza complessiva funzionando, pare, come veri e propri sensori di movimento.
In dubbio tra le classificazioni di octopode o calamaro, in quest’ultima finalmente incluso con la creazione di un’apposito ordine dei vampiromorfi, e sospeso fra criptozoologia e realtà scientifica fino alle sua prima diretta osservazione nei primi del Novecento, Il Vampyroteuthis Infernalis vive nelle zone tropicali e temperate degli oceani, negli abissi tra i 600 e i 1100 metri di profondità ove l’ossigeno è più scarso.
I suoi grandi occhi blu risultano enormi in proporzione alle dimensioni del corpo, che è di consistenza gelatinosa e munito di punti di bioluminescenza. Luci che può “spegnere” rendendosi virtualmente invisibile nell’oscurità delle acque profonde.
Estremamente rapido nei movimenti per essere un invertebrato, il calamaro raggiunge in pochi istanti una velocità di due volte la propria lunghezza per secondo.
Immeritata fama, dunque, quella che lega la singolare creatura al nome di vampiriche mostruosità soprannaturali… pur conservando un phisique du ròle più che adatto per infestare i brutti sogni di chiunque.
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