La storia di Lisey: vi parliamo delle prime due puntate dello show

• La storia di Lisey – Bool Haunt
• La storia di Lisey – Blood Bool

Venerdì, 4 giugno, ha debutatto per AppleTV+ La Storia di Lisey, attesissimo adattamento dell’omonimo romanzo di Stephen King del 2006, diretto da Pablo Larraìn.

I primi due episodi usciti in anteprima, Bool Haunt e Blood Bool, sono sufficienti a calare lo spettatore nell’universo visionario e spietato del romanzo, ma senza fornire abbastanza informazioni per tirare le fila di quello che succederà nell’arco delle otto puntate che costituiscono la serie. Questo primo assaggio della storia di Lisey Landon e di suo marito Scott tiene col fiato sospeso. Se da una parte conquista, centellinando flashback necessari all’intreccio della storia, dall’altra causa l’enorme, terribile frustrazione di volerne sapere di più nell'immediato.

Una combinazione vincente.

Per chi non ha letto l’opera di King, la trasposizione TV è un autentico battesimo di fuoco alla scoperta di Boo’ya Moon, la dimensione onirica in cui lo scrittore Scott Landon si è rifugiato per anni e da cui ha tirato fuori a forza le idee che lo hanno reso un autore di culto – nel verso senso della parola – in tutto il mondo.

Chi ha affrontato la lettura del romanzo non rimarrà deluso: la fotografia è curatissima per dettagli e colori, Boo’ya Moon emerge dallo schermo con la forza di un mondo irreale, ma che possiamo facilmente ricondurre alle immagini dei nostri stessi sogni notturni. A differenziarlo dalla realtà quotidiana, il mondo segreto di Scott Landon è dipinto come un quadro impressionista. Al posto delle dolcissime ninfee di Monet, a Boo’ya Moon abbiamo erbe di palude, acque profonde e donne velate di bianco che attendono in eterno su scalinate di marmo, guardando un orizzonte lontano.

La storia di Lisey – Bool Haunt

In Bool Haunt (1x01) facciamo la conoscenza di Lisey Landon, interpretata da una magnifica Julianne Moore che sembra nata apposta per il ruolo. Vedova da due anni, la moglie del famoso e amatissimo romanziere deve decidersi ad affrontare il lutto una volta per tutte e a riordinare le cose del marito. Fin dalle prime scene, ci accorgiamo insieme a Lisey che l'impresa non sarà semplice come si potrebbe immaginare: il peggiore dei pericoli in agguato viene dal mondo reale, ma nello stesso momento la donna è costretta a forzare la propria mente per ricordare qualcosa di ben più rarefatto che col tempo ha cercato di dimenticare.

La storia di Lisey – Blood Bool

Nel secondo episodio, Blood Bool (1x02) la serie ci spinge nell’ingranaggio di una caccia al tesoro sinistra che vede Lisey protagonista, lanciata sugli indizi lasciati dal marito morto. Il “bool di sangue” è un sacrificio riparatore, un avvertimento ossessivo, una strada dolorosa per un premio particolarmente ambito… un mistero irrisolto, almeno fino a questo punto.

Siamo solo agli inizi, ma per gli appassionati, non mancano gli ester egg: dal faro di Castle Rock, simbolo ricorrente per King, alla citazione del libro Charlie Ciù-ciù – la cui sola menzione fa scorrere un brivido sulla schiena dei lettori della saga La Torre Nera; – come prima ispirazione delle opere di Scott Landon.

La storia di Lisey si dimostra, almeno per quanto riguarda questi primi due episodi, un’ottima trasposizione di quello che può sembrare uno dei romanzi di King di più difficile adattamento per il medium televisivo. Per vedere se le nostre speranze sono ben risposte, non ci resta che aspettare venerdì prossimo, quando avremo sotto gli occhi il terzo episodio. 

Nel frattempo, possiamo sognare sul cast stellare che ha lavorato alla serie. Oltre a Julian Moore partecipano il candidato all’Oscar Clive Owen, nei panni di uno Scott Landon facilissimo da amare, un Dane DeHaan da brividi che interpreta lo psicopatico ossessivo Jim Dooley e Joan Allen che presta il volto ad Amanda Debusher, la problematica sorella maggiore di Lisey e chiave di volta di molti eventi.

Più di una volta King ha insegnato ai suoi lettori che “esistono altri mondi oltre a questo” e qui si è adoperato per mostrarcelo in modo particolare. La sua presenza attiva come sceneggiatore non è (sempre) garanzia di qualità per quanto riguarda le trasposizioni cinematografiche o televisive, ma in questo caso mi sento di scommettere su di lui e sul coproduttore J.J. Abrams.