Sono disponibili, per la collana Odissea Digital Fantascienza, la prima e la seconda parte della nuova, grande antologia Il ritorno dei Grandi Antichi dedicata alla narrativa italiana ispirata a H.P. Lovecraft, curata da Gianfranco de Turris.
Dall’introduzione di Gianfranco de Turris:
Il pantheon alieno (nel senso etimologico e fantascientifico del termine) creato dal Maestro di Providence, di cui il Grande Cthulhu, che giace sognando nella sommersa R’lyeh, è l’espressione simbolica e conosciuta per eccellenza, è ancora oggi popolarissimo. Mi sembrava il caso, dopo tanti anni, di trarre una specie di bilancio di questa potente fonte ispirativa, ed ho chiesto di cimentarvisi sia ad autori vecchi che nuovi, non intendendo i due termini solo dal punto di vista dell’età anagrafica, ma anche di quella letteraria. Le idee dei ventisette autori che fanno parte di questa antologia, divisa in due parti, sono le più diverse, direi soprattutto le più inaspettate, al di fuori dei luoghi comuni e dei cliché che per decenni hanno caratterizzati i racconti “alla Lovecraft”, ma anche quanto a “genere” non si cade nella ovvietà: non ci sono soltanto le storie di puro orrore, non mancano le storie poliziesche, le storie d’amore, la pura cronaca e addirittura il grottesco, l’umoristico, il sorprendente e il surreale, lo psicologico e il metaletterario. Non si rabbrividisce soltanto, si sorride anche, e spesso ci sono ipotesi che ti lasciano interdetto, sollevano dubbi e inquietudini. Non faccio nomi esemplificativi per non far torto a nessuno e per lasciare il gusto della scoperta e della sorpresa, ma tutti meritano, e lo dice uno che è diretto interessato, avendoli scelti!
L’antologia: Oggi, a oltre un secolo dalla pubblicazione del primo racconto di H.P. Lovecraft sui Grandi Antichi, i Miti di Chtulhu sono noti in tutto il mondo e
scrittori delle lingue più diverse li hanno fatti propri. Tra questi anche gli italiani e la prima antologia di nostri autori dedicata ai Grandi Antichi risale a trent’anni fa (Gli eredi di Cthulhu, Solfanelli, 1990). Oggi, nel 2020, esce questa Il ritorno dei Grandi Antichi, che avendo raccolto ben 27 storie, alcune delle quali di una certa lunghezza, esce per Delos Digital in due parti, con i contributi in rigoroso ordine alfabetico d’autore, la prima dalla A alla G, la seconda, questa, dalla L alla V. Le storie, ovviamente, non hanno tra loro alcun collegamento di alcun genere se non quello di aver attualizzato e ambientato in Italia (quasi sempre), una mitologia dell’orrore che rende omaggio a H.P. Lovecraft, “questo genio venuto dall’Altrove” come lo definì Jacques Bergier che lo propose sulla rivista Planète negli anni Sessanta del secolo scorso, e alla sua immaginazione cosmica.
Il curatore: Gianfranco de Turris (Roma, 1944) è uno dei protagonisti del fantastico in Italia fin dagli anni Sessanta. Autore di numerosissimi saggi sul fantastico in generale e sulla protofantascienza italiana e l’ucronia in particolare, ha curato e scritto prefazioni di molti volumi di J.R.R. Tolkien, H.P. Lovecraft e Gustav Meyrink, ma anche di Daniel Halévy, Stanislaw Lem, Ayn Rand e Volt. Ha curato la sezione narrativa di Oltre il cielo e negli anni settanta insieme a Sebastiano Fusco diverse collane della casa editrice Fanucci. Ha collaborato con Linus e L’Eternauta. Nel 2004 ha vinto il Premio Saint Vincent per il giornalismo per il suo lavoro al Giornale Radio Rai.
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