La fresca notizia che la prossima edizione del Premio Letterario Lovecraft e passato sotto gli artigli attenti ed esigenti del duo dinamico composto da Ivo Torello ed Elvezio Sciallis potrà, forse, aver provocato reazioni diverse in chi scrive e partecipa ai premi letterari.
Ci sarà lo scrittore ormai smaliziato e abituato a piazzamenti alti che si sente "minacciato" dalla rottura dello status quo che ben si adattava alla sua produzione. E ci sarà chi vede nel cambio di gestione una possibile occasione per riprovare ad affilare le armi. Ci sarà anche un nutrito gruppo di scrittori ai quali di tutto ciò non importa molto e che vuole solo scrivere, scrivere e ancora scrivere.
Tutti, però, si domanderanno soprattutto quali criteri di scelta verranno adottati?
La risposta non può che essere una soltanto. Io e Ivo vogliamo divertirci e divertire, intrattenerci e intrattenere, terrorizzarci e terrorizzare.
Perché un racconto horror capace di intrattenere, divertire e terrorizzare è, di fatto, un racconto horror perfetto (che adempie cioè allo scopo di rendersi "amabile" agli occhi di chi gli concede mezz'ora della propria vita, sia esso il giurato di un concorso, un editore o un lettore).
E vorremmo ricevere una vera e propria valanga di racconti dai quali scegliere davvero i più meritevoli cui assegnare targhe, soldi e gloria sempiterna.
Il primo segnale che intendiamo dare è con la publicazione di due racconti provenienti dalla sezione del forum dedicata alle proposte letterarie dei nostri lettori.
Abbiamo scelto il racconto di Samael per vari motivi...
Omar/Samael, insieme a un ristretto gruppo di persone, ha innanzitutto compiuto un grosso atto di coraggio che non è da molti. Ha staccato il suo pargoletto dal calore di casa e l'ha fatto avventurare "fuori" pronto a essere massacrato e divorato dai lupi cattivi, non più al riparo dei pareri benevoli di mamma, zie e parenti/amici vari.
In più ha imbastito un'idea che non appare così di frequente in giro per i vari racconti italici, una fosco anti percorso di maturazione, la vendetta come unico e potente motore per continuare a vivere una vita che non sembra più nascondere attrattiva alcuna.
Il suo lavoro presenta uno stile e alcune particolarità che, a prima analisi, possono rendere la lettura un po' faticosa: assenza di una trama precisa, stile poco moderno, mancanza di dialoghi, quasi più un poema che un racconto vero e proprio. La forma originaria la potete trovare nel forum, quella che invece potete leggere qui è il risultato di un lavoro di revisione condotto dal sottoscritto insieme all'autore: sono spariti alcuni aggettivi di troppo, abbiamo sfoltito delle ripetizioni e delle ridondanze, ucciso qualche d eufonica, il tutto cercando di non stemperare lo spirito dell'opera. A voi il piacere della lettura e la curiosità (occasione rara, in effetti) di poter visionare le due oper e confrontare i cambiamenti apportati. Come sempre, il forum resterà luogo d'elezione sia per discutere del racconto stesso che di come è stato condotto l'editing.
Buona lettura!
(Elvezio Sciallis)
16 commenti
Aggiungi un commentoPersonalmente ho gradito l'uso della seconda persona, non ce ne sono tanti di racconti che la usano. Ho colto anche l'intenzione poetica, che secondo me ci sta dentro. Però il racconto alla fine non mi ha soddisfatto perchè lascia davvero troppi punti oscuri: io non ho neanche ben capito se si tratta di una storia che mischia scenarii postatomici e soprannaturale cosmico, o un racconto di mondo post bellico riletto con lo sguardo del visionario e dell'uomo traumatizzato dalla catastrofe.
buona la seconda!... sinceramente non ci avevo pensato...
mi è piaciuto molto.
Anche se non riesco a confrontarlo con gli altri perchè devo ancora finirli di leggere.
Secondo me, comunque, si tratta di delirio biblico. Quindi anche secondo me è buona la seconda
Salve a tutti,
allora, dico la mia sul racconto del buon Omar: l'idea è buona e accattivante, ma viene guastata da una forma pesante, poco scorrevole...come dire, troppo "poetica". E non è che in sé per sé sia male, anzi, ma personalmente la trovo inadatta per un racconto di questo genere.
Questo è il mio umile parere, e aggiungo che l'autore le capacità ce l'ha
A distanza di secoli, dico che questo racconto secondo me è suggestivo.
Ci sono delle belle immagini sfuocate, sembra un affresco appena abbozzato.
Personalmente amo di più racconti con una trama, mentre qui si tratta più che altro di atmosfera, ma è intrigante, una volta che si è accettata la forma non proprio scorrevole. Peccato che rimanga tutto vago.
Con una forma e una cornice del genere (un po' snellita) si sarebbe potuto raccontare un'ottima storia.
O magari è già successo, visto che il racconto ha il suo tempo e ne sono spuntate di lapidi nei cimiteri.
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