Ci troviamo intorno agli anni ’20. La prima guerra mondiale e la febbre spagnola hanno ucciso decine di milioni di persone. In un periodo così drammatico, lo spiritismo trova terreno fertile in cui affondare le sue radici.
Mentre tutto intorno è morte, la dottrina filosofica che promettere di mettere in contatto i vivi e i morti conosce un successo planetario.
Tra i molti che si riscoprono medium c'è anche Mina Crandon.
È il 1923 quando il marito di Mina, uno stimato chirurgo di Boston, si avvicina al mondo del paranormale. Dopo aver divorato testi che analizzavano il fenomeno dello spiritismo, il medico invita la moglie a partecipare a una seduta. Nel corso di quella seduta, organizzata quasi per gioco, si scopre che Mina è una medium.
Con le successive sedute ci si accorge che i poteri medianici della donna sono pressoché illimitati: durante gli incontri con l’aldilà si odono colpi, appaiono luci, i tavolini lievitano, si levano addirittura colombe e, naturalmente, le entità parlano per mezzo della sua voce.
La fama di Mina Crandon raggiunge anche Sir Arthur Conan Doyle che, suo fervente sostenitore, invita la prestigiosa rivista Scientific American a indagare sulla veridicità dei poteri della medium.
Nel 1922, la Scientific American aveva annunciato di essere alla ricerca di fenomeni paranormali autentici. La rivista aveva inoltre istituito un premio di 5.000 dollari per chiunque fosse in grado di provare in maniera incontrovertibile la veridicità dei fenomeni medianici. La commissione incaricata di indagare per conto della rivista era composta da quattro membri con esperienza in questioni paranormali e dal mago più famoso di tutti i tempi: Harry Houdini. J. Malcom Bird, redattore della rivista, aveva ruolo di segretario della commissione.
Inizia così l’indagine su Mina Crandon. Dopo un primo incontro tra la medium e William McDougall, capo del dipartimento di psicologia di Harvard e membro della commissione dello Scientific American, risoltosi con un nulla di fatto, sarà il segretario Malcom Bird a prendersi la briga di indagare sui poteri medianici della donna, senza peraltro informare il resto della commissione.
Nel 1924, Bird pubblica un articolo sullo Scientific American in cui descrive come autentici i poteri medianici della medium cui, per proteggerne l’identità, le viene attribuito il nome “Margery”.
L’articolo viene rilanciato su altri giornali e viene riportato che persino il grande Houdini, nemico giurato dello spiritismo, è rimasto sconcertato dalle abilità di Margery.
È dai giornali che Houdini viene a sapere di un’indagine della quale non sa nulla e a cui non ha mai preso parte. Infuriato, si precipita a Boston per mettere alla prova la sedicente medium. Già durante la prima seduta, che come tutte le altre si svolge al buio, Houdini è in grado di identificare tutti i trucchi utilizzati da Margery per rendere più interessante il colloquio con l'aldilà.
Ma scoprire gli espedienti della medium non basta a dimostrare la sua malafede.
Per sbugiardare Margery definitivamente, Houdini decide allora di inscatolarla, letteralmente.
Durante una seduta Margery viene chiusa all’interno di una cassa che le lascia libere braccia e testa. Pur essendo costretta in una cassa di legno, la medium riesce lo stesso a mettere in atto qualcuno dei suoi abili inganni e presto si scopre anche come: il coperchio che doveva servire a tenerle ferme le spalle è aperto. La medium ha quindi ampia possibilità di movimento. Margery giustifica l’accaduto dicendo che sono stati gli spiriti a liberarla.
Houdini non demorde e organizza una nuova seduta. Margery è di nuovo inscatolata, ma questa volta il coperchio è bloccato da un lucchetto. Senza la chiave sarà difficile anche per gli spiriti riuscire a liberare la donna. Mina però è determinata a dimostrare l’autenticità dei suoi poteri medianici, almeno quanto Houdini lo è a screditarla. Anche questa volta, Margery riesce a movimentare l'incontro con l'altro mondo e quando, a fine seduta, viene trovato un metro pieghevole nella cassa, utilizzato per suonare più volte un campanello, la medium accusa Houdini di averlo nascosto per gettare discredito su di lei.
Per l’ultima seduta alla presenza di Houdini, viene costruita una nuova cassa che limita in misura maggiore i movimenti della medium. Le uniche parti del corpo che Margery è in grado di muovere sono la testa e le braccia, ma questa volta a stringere saldamente le mani della medium ci sono Houdini e un membro della commissione dello Scientific American.
Il nuovo marchingegno assolve allo scopo decisamente meglio della prima cassa. Margery è impossibilitata a muoversi e durante la seduta non avviene nulla.
I dubbi espressi dalla commissione e la seduta in bianco non bastano però a minare la reputazione di Margery. Né tanto meno sono sufficienti i resoconti di Houdini nei quali la medium viene accusata di ingannare la gente servendosi degli stessi metodi utilizzati da un prestigiatore professionista.
Margery continua la sua carriera di medium e anzi arricchisce le sedute con nuovi trucchi. Ora la donna è in grado di produrre ectoplasma che le cola dagli orifizi. Per farlo utilizza quello che si scoprirà essere il materiale polmonare di un qualche animale. Nel 1926 Margery invita inoltre il suo spirito guida a lasciare impronte su di un calco di cera.
Ed è proprio la produzione delle impronte astrali a determinare la fine della carriera di Margery. Un professore di Harvard, venuto a conoscenza di questo fenomeno, si prende la briga di confrontare le impronte lasciate dagli spiriti con quelle degli ospiti delle sedute di Margery. Non è difficile dimostrare che le impronte astrali appartengono in realtà al dentista della donna, lo stesso che le aveva spiegato come utilizzare la cera.
La notizia viene riportata dalla stampa e l’interesse per le prodezze di Margery finisce per scemare.
La tensione per le numerose indagini su lei condotte e la morte del marito fanno sprofondare Mina nell’alcolismo cronico. Quando la medium è ormai gravemente malata, un investigatore va a farle visita e le chiede se, ora che la fine è prossima, ha intenzione di svelare i suoi trucchi. Mina lo guarda e, rivolgendogli un sorriso, dice «Le piacerebbe conoscerli».
Mina Crandon muore nel 1941, a 54 anni.
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