Uscito per Mondadori nell’ormai lontano 2008 col titolo La scomparsa dell’Erebus, questo romanzo finì ben presto fuori edizione nonostante Dan Simmons godesse in quel periodo di una buona popolarità nel nostro Paese. Tutto cadde presto nel dimenticatoio e ricordo ancora la delusione di coloro che entravano in libreria alla ricerca di questo “gioiello perduto”.

E cosi è stato almeno fino alla primavera di quest’anno, quando il noto canale on demand Amazon Prime Video ha iniziato a trasmettere la serie The Terror, tratta proprio dal libro dello scrittore di Peoria.

In men che non si dica, la casa editrice milanese ha capito che i tempi erano maturi per riproporre il suddetto romanzo e, per sfruttare al massimo la visibilità ricevuta dalla serie tv, ha scelto di utilizzare lo stesso titolo: The Terror, appunto.

Ora, potremmo stare ore a discutere se le serie tv (o il cinema) facciano bene oppure male alla letteratura, ma preferisco evitare di andare a infilarmi in questi gineprai, rischiosissimi per chi non ama affatto le discussioni da social.

Dirò solo che quest’estate il libro ha venduto abbastanza bene (e diversi colleghi di librerie ben più grandi della mia me l’hanno confermato) e che, stando almeno nel mio piccolo, l’ho visto acquistare anche da gente nuova e non avvezza a queste letture. Questo di per sé a me non sembra un male, ovvio che il mio ragionamento è di una semplicità estrema e che mi accontenterò pure di poco, ma al momento a me viene solo da dire “Sempre meglio di niente”.

Ma ora parliamo un po’ della trama che ci racconta di un episodio storico realmente avvenuto e documentato piuttosto bene, almeno fino alle sue ultime fasi. Il 19 maggio 1845 le due navi della marina britannica HMS Erebus e HMS Terror, salparono dal porto di Greenhithe, nel Kent, per dirigersi verso i ghiacci dell’Artico, alla ricerca del famigerato “Passaggio a Nordovest”.

La spedizione guidata dall’esperto ufficiale Sir John Franklin però, dopo una prima parte tranquilla e di routine, iniziò a incontrare difficoltà sempre maggiori una volta giunta in prossimità dello Stretto di Lancaster, nelle regioni artiche canadesi. Le navi rimasero bloccate tra i ghiacci diverso tempo e la scarsa conoscenza del luogo (anche a causa di mappature tutt’altro che precise e affidabili) determinarono perdita dell’orientamento, lunghe soste forzate e molte perdite tra i marinai a causa di malattie come lo scorbuto o problemi derivati dal gelo intenso, e alla fine di Franklin e di tutti i 128 uomini dell’equipaggio non si ebbero più notizie.

E qui entra in gioco Dan Simmons che, forte di un’abilità e di una capacità di narrazione senza pari, ci fa rivivere tutte le speranze, le paure e i tremendi patimenti che dovettero sopportare i marinai, soprattutto quelli non graduati e addetti al “lavoro sporco”.

Impressionanti in questo senso le descrizioni delle immani fatiche che toccarono di volta in volta a questi uomini per rompere il ghiaccio attorno alle navi, spingere slitte pesanti quintali su impervie creste di ghiaccio o percorrere chilometri e chilometri in avanscoperta, il tutto a cinquanta gradi sottozero e nell’eterno buio dell’inverno polare.

I personaggi sono caratterizzati benissimo, a partire dal capitano della Terror, l’irlandese Francis Crozier, che ci viene mostrato come un leader deciso ma anche molto umano e assolutamente comprensivo nei confronti dei marinai e che rappresenta qualcosa di molto simile al protagonista. Abbiamo poi il vice dell’Erebus, l’ambizioso James Fitzjames, l’ambiguo sottufficiale Cornelius Hickey, il giovanissimo aiuto medico Harry Goodsir e la misteriosa inuit soprannominata dagli uomini dell’equipaggio “Lady Silence” in quanto senza lingua, ma che pare avere strane e lugubri percezioni.

Il personaggio centrale però è senza dubbio Franklin, che Simmons ci mostra come vecchio uomo d’azione e d’esplorazione, legato a un codice d’onore che forse già allora risultava sorpassato e che, forte della propria incrollabile fede in Dio e nella Corona, espone tutti quanti a gravi rischi in quanto per lui l’essere salvato dalle navi dei soccorsi rappresenterebbe una umiliazione quasi insopportabile.

In tutto questo meraviglioso circo umano composto da personaggi diversissimi tra di loro (e, non dimentichiamolo, realmente esistiti), l’autore dell’Illinois si insinua tra le falle presenti nella storiografia ufficiale e inserisce un elemento pesantemente sovrannaturale ed estremamente inquietante.

Lavoro quindi enorme quello svolto da Simmons, prima in fase di documentazione e di ricerca, poi nella trasformazione di quel che potrebbe sembrare un “semplice” romanzo storico in una vera e propria sinfonia horror.

Difetti di questo libro? Diciamo che il ritmo non è molto sostenuto, anzi spesso è decisamente lento, ma io credo che questo sia frutto di una scelta ben precisa dettata principalmente dall’ambientazione (Al Polo Nord, va da sé, tutto è più rallentato) e dal desiderio di rendere il lettore partecipe il più possibile del senso di inedia e di inutilità che a volte colpiva inevitabilmente tutti i protagonisti della vicenda.

Un romanzo che consiglio sicuramente ma che suggerisco anche di leggere in un periodo di tranquillità o di vacanza. The Terror è un’opera piuttosto impegnativa, di quelle di una volta, e necessita del proprio tempo.

Proprio come una lunga notte artica.

THE TERROR

di Dan Simmons

Editore: Mondadori 

Collana: Oscar fantastica

Traduzione: G.L. Staffilano