Fra sensazionalismo quotidiano e colore locale, l’argomento ha spesso frequentato, negli ultimi tempi, le pagine della stampa popolare del Regno Unito. Da mesi si tornava a parlare di felini di grossa taglia visti in libertà tra l’Inghilterra e il Galles. Ancora nel marzo scorso, un animale descritto come una pantera veniva accusato dell’uccisione di numerose pecore nelle campagne dell’Oxfordshire occidentale, convincendo un parco zoologico all’offerta di una taglia per la sua cattura. E, sempre nello stesso periodo, ai molti avvistamenti si aggiungeva la notizia di un’aggressione notturna a un uomo, nel sobborgo londinese di Sydenham. Il trentaseienne Tony Holder, riportano le cronache, si trovava nel giardino di casa quando si ritrovò gettato a terra da “un enorme gatto nero, delle dimensioni di un cane Labrador”, che si limitò a colpirlo con le zampe prima di fuggire nel buio.
Coltivata come una leggenda metropolitana, e come tale diffusa in tutta Europa, la storia della fantomatica belva britannica trova ora nuovi sviluppi a dimostrare che, dopo tutto, dietro alle leggende può ben esserci qualcosa di concreto.
Come riporta l’edizione on line del Daily Mirror, la cosiddetta Bestia di Cwmbran, dal nome della cittadina del Galles meridionale nella cui area hanno avuto luogo gli avvistamenti, sarebbe stata finalmente ripresa da un fotografo in un bosco nei pressi del villaggio di Henlly. Il quarantatreenne Norman Evans si trovava alla ricerca dei luoghi adatti dove realizzare un servizio fotografico con la sua modella, la ventitreenne Hayley Evans, quando ha visto l’animale, intento a divorare un piccione, a una decina di metri di distanza. Scattata una foto, l’uomo si è ritirato in gran fretta nel timore di essere attaccato, raggiungendo l’auto per allontanarsi con la compagna ad avvertire la polizia.
L’immagine, conferma l’esperto John Partridge dello Zoo di Bristol, ritrae chiaramente una pantera nera, adulta e in salute. Alcune piume, avanzi del pasto felino, restano le sole tracce rinvenute sul luogo dalle autorità.
A qualcuno sarà tornato alla mente Cat people, ovvero Il bacio della pantera, firmato nel 1942 dal regista Jacques Tourneur. Capolavoro di atmosfera, lontano dai fasti di qualunque effetto speciale, nel film un’affascinante Simone Simon si trasformava in pantera nera, abbandonandosi ai propri istinti, fra erotismo e mortale aggressività, e al proprio retaggio ancestrale, ultima di un popolo sospeso tra l’umano il ferino. La pellicola trovò un remake nel 1982, probabilmente non altrettanto efficace ma interpretato dalla splendida Nastassja Kinski.
Forse il segreto dell’inafferrabile pantera è proprio questo, o almeno così ci piacerebbe immaginarlo. Seguendone magari le tracce sul terreno, come nel primo vecchio film in bianco e nero, per vederle via via trasformarsi nelle impronte di scarpine col tacco a spillo.
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