Questo nuovo The evil within 2 è il seguito diretto del primo episodio e raccontare la trama evitando spoiler a chi non ha giocato al primo non è un’impresa semplice.
L'esperienza ludica si apre con Castellanos, ormai rimasto solo, costretto ad ubriacarsi in un bar di bassa lega per cercare di dimenticare l'incubo vissuto nel primo episodio. La bohème del detective sarà interrotta da Juli Kidman, altro personaggio già conosciuto, che lo trascinerà con sé nei sinistri progetti della MOEBIUS (Umbrella Corporation?) dove pare la figlia di Sebastian sia ancora viva e usata come cavia. Per cercare di salvarla dovremo condurre il protagonista nella apparente tranquilla cittadina di Union creata dallo STEM ossia un complesso sistema che grazie ad un collegamento neuronale di più individui è in grado di creare una realtà alternativa.
Fatta questa veloce e indolore (senza spoiler) introduzione al complesso mondo creato da Shinji Mikami e sviluppato da Tango Gamesworks vediamo come si presenta.
Il gameplay di Evil within 2 ricalca quello del precedente ma con alcuni azzeccati ritocchi quindi survival horror con visuale in terza persona, diverse armi e pochi proiettili.
La più grossa novità la incontriamo presto: per le strade di Union possiamo muoverci liberamente e scegliere se e quali attività secondarie svolgere, come missioni facoltative o andare alla ricerca di rifornimenti ma attenzione perché le strade brulicano di infetti (zombie) e morire è estremamente facile. Per scoprire le attività secondarie il detective ha in dotazione uno strumento che rileva voci dal passato, utilizzandolo può per esempio scoprire dove dei soldati ormai morti hanno lasciato rifornimenti. Il gioco prosegue alternando a queste fasi libere fasi più classiche quindi con un level design che ci impone di seguire un percorso predefinito e di farci vivere esperienze predefinite. Le fasi lineari sono di ottima fattura anche se fortemente ispirata ai classici del genere come le spettacolari fughe da mostri enormi.
Trovo apprezzabile la possibilità di scendere un attimo dall'adrenalinica giostra delle fasi lineari, rallentare il ritmo di gioco svolgendo qualche attività secondaria, per poi ributtarsi in una nuovo capitolo del gioco.
Altra novità è la maggiore profondità del sistema di sviluppo sia del personaggio che delle armi. Durante il corso dell'avventura troviamo delle stanze sicure dedicate alla gestione del personaggio e dell'equipaggiamento, possiamo potenziare diversi aspetti delle nostre armi spendendo degli oggetti trovati in strada oppure utilizzando la gelatina verde, ottenuta uccidendo mostri, migliorare le caratteristiche di Sebastian come resistenza, fatica e danno.
Sempre sul level design non possiamo non notare come il gioco ci inviti a tenere un approccio stealth, soprattutto nelle sezioni libere per le strade di Union, i mostri sono tanti e le munizioni poche quindi uccidere gli infetti per poi depredarne il corpo sarà sempre la soluzione migliore.
Graficamente The evil within 2 non offre niente di rivoluzionario ma si presenta molto bene, le creature e gli ambienti sono splendidamente caratterizzati ed ho trovato questi ultimi sempre ispirati e in grado di incrementare l'atmosfera terrorizzante e malsana che permea il gioco. Qualche voto in meno va all'animazione di Sebastian un po' goffa e macchinosa.
Concludendo The evil within 2 è sicuramente un gioco di carattere immerso in un atmosfera che gli amanti dell'orrore difficilmente non apprezzeranno, il gameplay più variegato rispetto al primo capitolo rende l'esperienza più completa. Di contro oltre qualche incertezza grafica è un gioco che ha un retrogusto di già visto.
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