1988, Liverpool. Da un transfuga dei Napalm Death, Bill Steer, nascono i Carcass. Voci fonde e violente come mai si era ascoltato prima nel mondo del metal, riff brutali e “super” slayeriani, copertine composte da collage di immagini necrofiliache, testi (di solito opera del batterista Ken Owen, laureato, sembra, in medicina) trasposti direttamente o quasi dai volumi di anatomia comparata.
Il grind-core, ai suoi livelli eccelsi.
Difficile, però, scegliere un unico album a rappresentare i nostri, provate a chiedere a dieci diversi fan e le risposte saranno altamente contraddittorie.
Stringendo il campo si rimane con tre titoli: Symphonies of Sickness, Necroticism: Descanting the Insalubrious e Heartwork.
Ma laddove il primo si può indicare ancora come appartenente in tutto e per tutto ai territori grind, i due lavori seguenti risentono di una (naturale?) evoluzione compositiva pronta a sacrificare certa brutalità in favore di riff più elaborati, vicini ai territori del death metal. Capolavori, sicuramente.
Ma noi preferiamo Symphonies of sickness, proprio in virtù del suo rappresentare una delle punte più elevate dell’intero genere grind-core.
Siamo nel 1989 e i Carcass, freschi reduci dal devastante Reek of Putrefaction, entrano in studio con un produttore professionista e pronti a lasciare il segno nella storia del metallo.
Le “canzoni” si allungano sensibilmente, i riff suonano solo un poco più complessi, ma il ruggito dei due growlers Steer e Walzer rimane terrificante, cavernoso e iperagressivo.
Dieci diamanti grezzi pronti a esplodervi fra le mani, fra storie di necro-ordinarietà (Empathological Necroticism, con l’anatomo patologo che si lamenta di quanto sia duro il suo lavoro, sfinito dopo una giornata passata a guardare “dentro” alla gente) o allegre considerazioni sulla superiorità del cibo un po’ frollato (quello dei cadaveri riesumati) rispetto a quello fresco.
Brevi tessiture di synth spuntano qua e là, ma sono solo vaghe ombre nel mare magnum dell’assalto sonoro di uno dei migliori titoli mai pubblicati dall’ottima Earache.
Uno sguardo alla tracklist non può che farvi allibire di fronte alla schizofrenica dicotomia fra l’opera, totalmente morbosa e insana, e gli autori, che hanno spesso dichiarato alla stampa il loro pacifismo e vegetarianesimo. Ennesima conferma di quanto l’horror, anche quello più incisivo, sia solo questione di arte e finzione.
Lunga vita (morte?) al grind!
TRACKLIST:
01. Reek Of Putrefaction
02. Exhume To Consume
03. Excoriating Abdominal Emanation
04. Ruptured In Purulence
05. Empathological Necroticism
06. Embryonic Necropsy And Devourment
07. Swarming Vulgar Mass Of Infected Virulency
08. Cadaveric Incubator Of Endoparasites
09. Slash Dementia
10. Crepitating Bowel Erosion
14 commenti
Aggiungi un commentosui siti di necrofilia/anatomia comparata?
Ora guardo, avevo delle fotocopie (ma si fanno ancora le fotocopie in questi tempi internettistici/faxistici...?)
prova qui:
http://www.sing365.com/music/lyric.nsf/Carcass-lyrics/3CFE6DDA20E0E40C48256C29002959BA
Grazie Elvezio , ero in procinto di modificare il messaggio ops:
Li ho trovati anche io , QUI spero che siano esatti e privi di omissioni .
Grazie ancora
prova anche questi
http://www.darklyrics.com/c/carcass.html
ad una rapida comparazione tra libretto originale e sito, mi paiono identici.
darklyrics.com cmq ve lo consiglio per i testi di un gran numero di gruppi metal a 360°
ciau!
Buon album, ma c'è di meglio in giro nello stesso campo.
Anch'io preferisco di gran lunga la svolta melodica (heartwork ovviamente è un masterpiece immancabile), ma mi piace davvero tanto anche Swansong, per il suo feeling rockeggiante.
Forse si, anzi c'è sicuramente di meglio (Need to Control dei Brutal Truth senza dubbio) ma cosa sarebbe stato senza di loro ed i Napalm Death???
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