Immaginate di essere un ragazzino appassionato di metal.
Poster alle pareti della stanza, capelli lunghi, il chiodo appeso nell’armadio, centinaia di dischi ascoltati fino a consumarli…
Poi proiettate lo sguardo a venti anni dopo. Siete uno dei batteristi più famosi e capaci sulla scena rock contemporanea, e avete mezzi, soldi e contatti per realizzare un vostro vecchio sogno: unire in un disco compilation i cantanti che più avete adorato e suonarci insieme undici-pezzi-undici (più consueta ghost track, questa volta floydiana).
Questo è quanto è successo, in pratica, a Dave Grohl.
Il batterista dei compianti Nirvana, leader degli altalenanti Foo Fighters e ottimo comprimario dei Queens of Stone Age, ha messo in piedi il progetto Probot con l’esatto intento di poter suonare insieme ai suoi eroi musicali di sempre.
Niente grunge, quindi, ma fiumi di metal in ogni sua forma, riuniti in una sorta di compendio-riassunto degli ultimi vent'anni di hard’n’heavy. La cosa sorprendente è che ogni singolo brano risente della presenza del cantante ospite perfino più di quanto sia legittimo sperare, e anche il drumming di Grohl muta camaleonticamente in base all’invitato.
Si passa così dal thrash tumultuoso delle tracks con Lemmy Kilmister (Motörhead) o con Cronos (Venom) a un sound molto vicino all’hardcore quando arriva Mike Deans dei Corrosion of Conformity, per inoltrarsi nei territori lenti e possenti dello stoner-rock (ed è una sorpresa) quando al microfono spunta King Diamond.
Due, inevitabilmente, i pezzi che più ci rimangono nel cuore e nelle orecchie: l’incessante assalto alt-metal di Max Cavalera (da urlo sentire Grohl in doppia cassa perpetua) e Dictatorsaurus (già stupenda a partire dal titolo) che vede ospite Snake e assume quindi, inevitabilmente, un sound inconfondibile che non si può definire altro che Voivod-style.
Voivoidosa è anche la copertina. Grande lavoro del redivivo Kim Thayil (bisognerebbe firmare una petizione mondiale per spingere questo chitarrista a suonare di più) ed ennesima occasione per l’onnipresente Dave Grohl per dimostrare il suo enorme talento.
Qualcuno potrà storcere il naso dicendovi che a tal punto, piuttosto che ascoltare sbiadite copie di grandi nomi, tanto vale recuperare direttamente le fonti in questione e bearsi delle band originali. A noi piace pensare che il progetto Probot possa continuare nel tempo e rappresentare sia un ottimo trampolino per gli ascoltatori più giovani (che potranno scoprire così un enorme bacino di nuove opere) sia una buona fonte di ricordi per i fan di un tipo di suono che mai morirà.
Tracklist:
1. Centuries of Sin (with Cronos, Venom)
2. Red War (with Max Cavalera, Soulfly)
3. Shake Your Blood (with Lemmy, Motörhead)
4. Access Babylon (with Mike Dean, Corrosion Of Conformity)
5. Silent Spring (with Kurt Brecht, D.R.I.)
6. Ice Cold Man (with Lee Dorrian, Cathedral)
7. The Emerald Law (with Wino, St. Vitus)
8. Big Sky (with Tom G. Warrior, Celtic Frost)
9. Dictatorsaurus (with Snake, Voivod)
10. My Tortured Soul (with Eric Wagner, Trouble)
11. Sweet Dreams (with King Diamond, Mercyful Fate)
8 commenti
Aggiungi un commentoil disco intero mi manca, ma confesso di aver scaricato red war...'aspita, la miglior canzone dei sepultura dai tempi di roots..confesso che il grohl-batterista mi stupisce sempre di più...grande nei queens of the stone age, ma no me lo aspettavo così "spietatamente" metal
Buon album, certo, ma non quel capolavoro assoluto che mi aspettavo. Bisogna però riconoscere che Ghrol è stato proprio bravo nello scrivere le canzoni: lo stile delle band madri c'è, eccome!
E' vero, la qualità dell'album è un po' altalenante, ma questo lavoro andrebbe comprato se non altro per la volontà di aver pescato un numero incredibile di nomi storici e aver studiato per ognuno di loro una canzone specifica!!
E poi è un piacere sentire picchiare Dave dietro alle pelli come un tempo...
L'ho trovato magnifico
Ottimo lavoro di Grohl...
ormai son gettato da anni a capofitto negli ascolti Industrial/Ebm ed electro-oriented, ma certe bands rimangono nel cuore, onore e gloria, dunque all'intraprendente drummer
è riuscito a far resuscitare l'Arcangelo Gabriel Warrior e a tirare in ballo due dei miei idoli (Cronos & Mr.Kilminster). Degli altri nomi presenti, eccetto Snake, poco m'importa
avesse coinvolto Tom Angelripper e Wagner Antichrist sarebbe decisamente salito il livello del disco
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID