Dopo Jeffrey Dahmer , Edward Gein e Armin Meiwes, continuiamo l'esplorazione delle inquietanti personalità dei veri cannibali.
Questa volta siamo in Russia, a esaminare uno dei personaggi più agghiaccianti del ventesimo secolo, un individuo disumano che al contrario dei precedenti cannibali analizzati non ha modo di essere giustificato o compreso. I suoi raccapriccianti orrori lo rendono un mostro senza pari. Stiamo parlando di Andrej Romanovič Čikatilo: Il mostro di Rostov.
Le vittime accertate di Andrej sono 53. Più probabilmente tra il 1978 ed il 1990 uccise 56 individui, indifferentemente maschi o femmine, tutti giovanissimi, disseminando di cadaveri e di atrocità senza euguali i freddi territori dell'Urss, l'ex unione sovietica, dove visse e lavorò nel corso della sua assurda esistenza.
Il mostro nasce il 16 ottobre del 1936 a Jabločnoe, in Ucraina. Della sua infanzia sappiamo relativamente poco. Racconterà che suo fratello maggiore Stepan, durante la carestia del 1930 fu mangiato dalla folla affamata. Dichiarerà di essere rimasto scolvolto dalla cosa e di essere miracolosamente scampato alla stessa sorte, ma nonostante l'assoluta certezza che in Russia e in Ucraina nel periodo stalinista si verificarono episodi di cannibalismo, di questo fratello non si ha alcuna prova. Quello che sappiamo senza dubbio è che il padre venne catturato dai tedeschi nella seconda guerra mondiale e tornò a casa solo nel 1949 e durante questo tempo Andrej dormiva insieme a sua madre, che puniva con rabbia gli episodi d'incontinenza notturna del bambino.
Čikatilo crebbe con una grave disfunzione sessuale, che lo condannerà all'impotenza.
A 19 anni comincia il servizio militare durante il quale, etichettato come gay, verrà violentato. L'esperienza con l'esercito finisce nel 1960, poi comincerà quella con le donne e andrà molto peggio: verrà deriso pubblicamente per la sua impotenza e il suo odio per il genere femminile andrà aumentando.
A 24 anni comincia a fare l'operatore telefonico a Rostov, in Russia, ma anche qui ha problemi coi colleghi che lo deridono dopo averlo visto mentre cercava di masturbarsi. Le cose potrebbero sistemarsi al meglio, infatti nel 1963, tramite la sorella, conosce Feodosia e la sposa. La donna non si arrende ai disastrosi rapporti e riescono a concepire ben due figli, Lyudmila nel 1965 e Yuri nel 1967.
E non solo! Dopo tanti sacrifici, nel 1971, Andrej si laurea in letteratura in letteratura Russa e comincia a fare l'insegnate: potrebbe sembrare, ora, una vita normale. Questa normalità, purtroppo, l'ha invece solo aiutato a farla franca per parecchi anni.
Con gli alunni il rapporto è complicato, non ha polso, viene preso in giro. Lo chiamano Oca, perché Andrej è alto e goffo. Ed è così che Čikatilo arriva alla pazzia.
Nel 1974 nella piscina della scuola molesta una bambina di 15 anni. Poco tempo dopo obbliga una studentessa di 14 a fermarsi nel pomeriggio. La picchia con righello e raggiunge l'orgasmo. Comincia a capire che fare male agli altri lo eccita. Dopo la denuncia della ragazza, cambia scuola ma non si ferma. E nessuno indaga! In quegli anni in Russia era più comodo far finta che certe deviazioni non esistessero, un' assurdità che aiuterà il mostro. Sarà solo considerato un uomo impopolare ma potrà agire indisturbato tanto che, nello stesso periodo, cercherà di aver un rapporto orale con un adolescente che stava facendo un riposino dopo le lezioni.
La follia e il male che vivono dentro di lui non si possono fermare. L'anonimo borghese, padre di famiglia e attivo membro del partito comunista, diventerà presto uno spietato cannibale. Cosa molto rara è che abbia aspettato di aver più di quarant'anni, prima di uccidere. I killer seriali cominciano ad agire in giovane età.
Il 22 dicembre del 1978, a 42 anni, Andrej uccide per la prima volta. La vittima è una bambina di 9 anni, Lena Zakotnova, tristemente nota per essere stata ritrovata la vigilia di natale, vestita con un cappottino rosso.
La cattivera di Čikatilo non ha limiti. La attira con delle gomme da masticare e la porta in una casetta abbandonata. Non riesce a violentarla, per cui la picchia, le strappa i vestiti e capisce che la vista del sangue gli piace. La sevizia, l'accoltella e la strangola. Ora il depravato sa come procurarsi piacere: con dominazione, la mutilazione e l’agonia delle sue vittime. Dopo averle anche reciso gli occhi, convinto che ne resti impressa l'ultima immagine vista, butterà il corpicino nel fiume l fiume Grushovka.
Da ora sarà una strage senza fine. Tutte le sue vittime sono giovani o adolescenti e la dinamica è sempre la stessa. Li adesca promettendo rarità, si fa seguire nei boschi e lì da sfogo alla sua eccitazione sessuale incontrollata e immorale. È l'uccisore degli innocenti, il serial killer dei bambini e nessuno riesce a fermarlo. Il 3 settembre 1981, la povera Larisa Tkachenko di 17 anni, marina la scuola. Sarà la sua seconda vittima. Non si sa bene come Andrej riesce a convincerla a fare l'amore ma nuovamente si troverà deriso per l'impotenza. A questo punto diviene una furia. Le ficca in gola della terra per smorzare le sue urla e la morde, le mangia i capezzolli e dopo averla strangolata le conficca un palo nella vagina.
Il degenerato sadico tiene in vita le vittime il più a lungo possibile, le taglia solo per farle lottare e urlare. Mentre sono ancora vive strappa a morsi i capezzoli, il naso e la punta della lingua. Dai corpi delle femmine asporta il seno, distrugge l’utero e l’addome. Ai maschi taglia il pene, lo scroto e l’ano. Oltre a cibarsi di alcune parti dei genitali. La polizia sospetta di lui ma la moglie, incredibilmente, fornisce un alibi e lo scagiona. Così le ricerche prendono un’altra direzione: Aleksandr Kravčenko fu arrestato e giustiziato al suo posto.
Čikatilo cambia lavoro e diventa commesso viaggiatore. Sparpagliando indisturbato tutto il suo orrore, mangiando, accoltellando e distruggendo gli occhi a un numero impressionante di vittime indifese. La polizia impiegherà tanto, troppo, tempo a capire che l'assassino è un uomo solo con la mente assolutamente malata.
Nel 1982 uccide: Lyuba Biryuk 12 anni, Ljuba Volobueva, 14 anni. Olev Pozidaev di 9 anni. Olga Kuprina, 19 anni. Ira Karabelnikova, 19 anni. Sergej Kuzmin, 15 anni. E infine Olga Stalmacenok di 10.
Tra il 1983 e l'estate del 1984 le vittime saranno trenta: Laura Sarkisjan 15 anni. Ira Dunenkova 13 anni e Ljuba Kucjuba 24 anni. Igor Gudkov di soli 7 anni e anche una donna tra i 17 ed i 25 anni mai identificata. Valja Cuculina, 22 anni. Vera Sevkun, 19 anni. E 14 anni per Sergej Markov.
Le indagini si intensificano ma senza risultato.
Nel 1984 perde il lavoro per aver rubato della merce e prosegue le sue uccisioni. Altre 15 persone cadranno: Natalja Shalapinina 17 anni, Marta Rjabenko 44 anni sua la vittima più anziana. Dima Ptasnikov 10 anni.
Nel maggio di questo terribile anno arriva a uccidere una madre e figlia trovate al parco, prima l'una e poi l'altra, Tania e Sveta Petrosjan, di 32 e 11 anni. Moriranno poi Elena Bakulina, 22 anni, Dima Ilarionov 13 anni, Anna Lemeseva 19 anni, Sveta Tsana 20 anni, Natasha Golosovskaja 16 anni, Ljuba Alekseeva 17 anni.
In quei mesi Čikatilo troverà un nuovo lavoro come capo dipartimento presso una fabbrica di Rostov e torna a viaggiare. In Uzbekistan dove uccide una donna mai identificata e Akmaral Sejdalieva, 12 anni. Quanto torna a casa ucciderà Sasha Chepel 11 anni ridotto tanto male che i genitori svengono in obitorio, e Irina Lucinskaja 24 anni.
La polizia, capeggiata dall'ispettore Aleksandr Zanasovskij è sulle sue tracce. Il mostro viene braccato e finalmente anche fermato. Ma accade l'impensabile: il gruppo sanguigno dell'assassino è di tipo AB mentre quello di Čikatilo è di gruppo A. Non corrisponde con lo sperma trovato sui cadaveri e viene scarcerato. A causa di una rara mutazione genetica che porta a una divergenza tra le proteine e il dna Andrej è libero di proseguire la sua personalissima guerra civile.
Trova un nuovo lavoro alla fabbrica Elektrovozostroitelny e diventa più attento, prudente e smette di uccidere fino al 1985, quando a Mosca, pensando di essere al sicuro, ucciderà le diciottenni Natalja Pochlistova e Irina Guljaeva. Ma sarà ora chiaro, per le ferite agli occhi e le parti mangiate, che il killer è lo stesso uomo ormai cercato senza sosta. Prende paura e per due anni non uccide più.
Arriva il 1987 e andrà in Siberia e qui ancora rassicurato dalla lontananza ucciderà Olag Makarenkov 13 anni. A seguire, sempre in zone distanti Ivan Beloveckij 12 anni e Juri Tereshonok, 16 anni. Ricade nella spirale della follia e non si ferma più fino all'arresto. Le vittime di questi ultimi anni saranno nel 1988 una donna mai identificata, Lesa Voronko 9 anni, Zenja Muratov 15 anni. Nel 1989 Tatjana Rizova 16 anni, Sasha Djakonov 18, Liesa Moiseev 10 anni, Elena Varga 19, Andrej Kravcenko 11 anni.
Nel 1990 Jaroslaw Makarov 10 anni, una prostituta di 32, Vitja Petrov di 13 anni, Ivan Fomin 11 anni, Vadim Gromov 16 anni, Vitja Tishcenko 16 anni e l'ultima, finalmente, Sveta Korostik 22 anni.
La polizia lo arresta il 19 novembre 1990 a Novocherassk. Senza alcuna resistenza, nei mesi successivi Andrej Čikatilo confessa 53 omicidi, in 12 anni. Le citate vittime sono 21 bambini, 14 bambine, e 18 giovani donne.
Il processo ha inizio nel 1992, ed anche in questa occasione tutto ė assurdo.
Prima cerca di negare quello che aveva già confessato, successivamente comincerà a comportarsi come una star, finalmente al centro dell'attenzione.
Guarda avvocati e giudici con una viva follia nello sguardo. Pazzo, completamente pazzo. Ride come un bambino e nonostante la selva di gente in aula che vorrebbe fagli la pelle, si sente felice, addirittura canta. In un'occasione si cala i pantaloni davanti al giudice, mostrando i genitali nudi e sempre sorridendo, quasi beato. La moglie e la famiglia verranno trasferiti nella cittadina di Kharkov per motivi di sicurezza.
Il verdetto non tarda ad arrivare: Andrej Chikatilo viene condannato a morte.
Verrà giustiziato con un colpo di pistola alla testa, a Novočerkassk, 14 febbraio 1994.
Questo video del processo, mostra in soli 7 minuti la totale e lucida follia che scorre nella mente di Andrej Čikatilo e la situazione paradossale, irreale e paurosa che si era andata a creare durante le sedute in aula.
Al processo disse: Sono pronto a testimoniare i miei crimini, ma vi prego di non tormentarmi con i loro dettagli: la mia psiche non sarebbe capace di sopportarli.
Il prossimo appuntamento con Indovina chi viene a cena? è tra due settimane!
Non mancate, faremo un salto in America, in tempi più antichi, per incontare un folle sadico cannibale, cattivo quasi quanto quest'ultimo.
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