Ciao Samuel, bentrovato su Horror Magazine. Parliamo dei tuoi ultimi progetti che ti vedono coinvolto in più ambiti: qual è secondo te il punto di incontro tra il cinema, la narrativa, il fumetto e i giochi di ruolo?

Intanto permettimi di dire che sono felice di tornare sulle pagine di Horror Magazine. Ho visto che la mia prima apparizione qui è del 2008. Ormai posso dire di considerarlo un rapporto di lunga data!

Tornando alla domanda: mi piace scrivere storie che passino attraverso diversi linguaggi contaminandosi a vicenda. È come esplorare più mondi che si intersecano fra loro a formare un unico tesseratto.

Il punto di incontro difatti non è lineare ma complesso, imprevedibile e mutevole: è costituito dall'eco che questi strumenti riverberano uno dentro l’altro. Mi è capitato di avere una storia che cambiasse a seconda del linguaggio, e che poi, una volta raccontata, tornasse indietro in un’altra forma diventando una nuova storia, ma diversa, e narrata con un altro linguaggio.

Nel settembre scorso, per la collana Le Storie della Sergio Bonelli Editore, è uscito il volume da te sceneggiato Notturno Newyorkese, una storia noir che omaggia Cornell Woolrich. Come è nata questa idea?

A proposito di contaminazioni, mi piacciono anche quelle tematiche e non solo di linguaggio. Il noir e l’horror sono una "combo" perfetta, basti pensare al romanzo Falling Angel di William Hjortsberg da cui è tratto il meraviglioso Angel Heart – Ascensore per l’Inferno. Cornell Woolrich è uno dei più grandi scrittori dark di tutti i tempi e in lui spesso il noir e l’arcano si mescolano. A volte è sfociato nel Fantastico puro, ma più spesso il suo perturbante appare su un altro livello più sottile, nascosto. In Woolrich vi è sempre una minaccia sconosciuta che incombe, una sorta di perversa e ineluttabile macchinazione contro l’uomo, anticipatoria di alcune delle tematiche di Thomas Ligotti. Non a caso True Detective, che deve molto proprio a Ligotti, è un ibrido fra noir e metafisico. Io volevo scrivere qualcosa di simile, un omaggio a questa contaminazione fra noir e horror. Notturno Newyorkese è in apparenza la storia di Jack Russell, uno scrittore pulp nella New York degli anni Trenta che indaga sui misteri del proprio stesso passato, come un classico personaggio "woolrichiano". Ma elementi inspiegabili iniziano ad accavallarsi facendolo precipitare in una spirale di paranoie e pericoli sempre più opprimenti e allucinati.

Recentemente è uscito per la Gramel la trasposizione del tuo romanzo Imago Mortis sotto forma di gioco di ruolo. Puoi spiegarci in cosa consiste più nello specifico?

Mauro Longo, scrittore di narrativa e di giochi di ruolo, mi ha proposto di utilizzare il mio romanzo breve Imago Mortis e alcune tematiche della mia narrativa horror per un nuovo setting, cioè un’ambientazione, del gioco di ruolo americano Savage Worlds, di cui lui è da tempo un apprezzato autore, sia per l’Italia che per l’estero (i suoi lavori sono pubblicati in italiano, inglese, spagnolo e russo). Così è nato Imago Mortis, uno scenario in inglese edito dall'editore polacco Gramel. Il gioco di ruolo immerge i giocatori in una Milano horror e tentacolare, e fa vestire loro i panni di investigatori dell’occulto alle prese con orrende minacce sovrannaturali. Il concept primario è quello dell’opera originale, cioè la possibilità di comunicare con i defunti utilizzando le loro ceneri come fossero una droga, cioè sniffandola, fumandola, o iniettandola in vena. Mi diverte molto l’idea di giocatori di tutto il mondo che possano girare per la “mia” Milano virtuale e orrorifica. 

Si vocifera che tu abbia scritto una sceneggiatura cinematografica. Puoi svelarci qualcosa di più del progetto?

Certo. Ho conosciuto diversi mesi fa Domiziano Cristopharo, poliedrico e brillante regista indipendente i cui film sono apprezzati e distribuiti in tutto il mondo, ed è nata questa prima collaborazione a cui spero possano seguirne altre. Domiziano mi ha coinvolto in un progetto, una trilogia di cinema horror estremo (www.trilogyofdeath.com). Io ho scritto la sceneggiatura del primo dei tre film, Sacrifice, diretto dalla performer Poison Rouge, prodotto da Domiziano, musica di Mauro Crivelli, attori protagonisti Roberto Scorza e Flora Giannattasio. E’ appunto un film di hardcore horror, basato su un’estetica estrema del corpo unitamente a un sottotesto quasi mistico; ad esempio il film fra le altre cose affronta le modalità di raggiungimento di stati di alterazione della coscienza con pratiche antichissime come la trapanazione del cranio (e senza lasciar nulla all'immaginazione dello spettatore…).

Ho accettato la sfida di Sacrifice, la cui estetica è un po’ diversa dai miei lavori precedenti, proprio perché volevo sperimentare qualcosa di nuovo nel mio viaggio artistico nell'horror. E aver scritto il mio primo film mi ha molto emozionato.

Sacrifice è già girato, è in post-produzione, e nei prossimi mesi inizierà a essere distribuito a livello internazionale (in lingua inglese).

A Marzo uscirà un tuo racconto per la Collana Miskatonic intitolato Vanity press. Puoi dirci di più a riguardo e di come è nata la vostra collaborazione?

Vanity Press vede il mio ritorno alla short fiction dopo un periodo di assenza dovuto ad altri impegni lavorativi che mi hanno assorbito del tutto. Ho scritto questo racconto ambientato nel mondo dell’editoria e della scrittura, l’ho proposto alla Collana Miskatonic, che ho avuto modo di apprezzare nei mesi scorsi, ed è diventato così il futuro numero sei della serie. È la storia di uno scrittore horror che sigla un contratto editoriale con una casa editrice a dir poco ambigua. Scopre successivamente che nel contratto ci sono delle clausole invisibili redatte in "Scrittura Nera", un linguaggio segreto e perverso usato nel Diritto Editoriale Infernale per vincolare per sempre lo scrittore all'editore, anche dopo la morte… anzi, soprattutto dopo la morte…

Nella tua carriera di scrittore e sceneggiatore di fumetti, hai mai dovuto in qualche modo sottostare a compromessi con degli editori per motivi puramente commerciali?

Domanda interessante! No, non è mai successo, escludendo la condivisione di alcune fisiologiche scelte editoriali soprattutto nella grande editoria, in cui ci sono regole più rigide rispetto all'editoria indipendente. Parlo di banalità tecniche come tempistiche, lunghezza delle opere o altri piccoli accorgimenti, non certo di compromessi. Ho avuto la fortuna o forse la predisposizione a non imbarcarmi mai in pubblicazioni con editori poco seri o che avessero finalità meramente commerciali, scegliendo sempre progetti in cui credevo, che mi lasciassero libertà creativa, e allo stesso tempo evitando qualsiasi compromesso artistico o commerciale.

Quali sono a tuo modo di vedere le nuove tendenze del genere horror oggi in Italia? Ci sono secondo te degli esponenti che portano avanti dei progetti originali?

Difficile parlare di tendenze italiane. L’Italia è uno spazio molto piccolo, sia come mercato che come numero di scrittori horror, in uno scenario sempre più grande e interconnesso. In generale, come accennavo in una domanda precedente, vedo (e reputo molto positiva) una generale tendenza a un horror metafisico, filosofico e “cosmico” inaugurato dalla narrativa di Thomas Ligotti, e reso di massa da serie tv come True Detective. Su questa scia vedo autori molto forti come Laird Barron, ad esempio. Noto da un paio d’anni una maggiore attenzione, da parte del pubblico anglosassone, cioè il mercato “forte” dell’horror, verso la narrativa tradotta di autori non anglofoni. Per ora è un fenomeno contenuto, ma in moderata crescita. Da questo punto di vista gli autori italiani hanno molto da dire e possono senz'altro ritagliarsi un loro spazio puntando anche sull'esotismo delle ambientazioni e delle tematiche, anche se questo si scontra con alcune barriere culturali. Ma questo è un discorso più ampio che meriterebbe un proprio spazio di argomentazione.

Ti ringraziamo per la disponibilità e ti salutiamo con un'ultima domanda. Quali sono i tuoi progetti futuri?

Continuerò a lavorare in modo cross sui linguaggi: narrativa, fumetto, cinema e gioco di ruolo. Ho progetti aperti su tutte queste categorie. La passione è tanta, le idee pure, è solo il tempo umano che è limitato…

Grazie a Horror Magazine per l’opportunità.