Dopo avervi illustrato cos’è un licantropo, dopo avervi portato a spasso per le disavventure produttive di Cursed, e dopo le carrellate sulla carriera di Wes Craven e sul cinema licantropico degli ultimi anni, eccoci qui a spendere ancora qualche parola sul film che da oggi è nelle nostre sale.
Quello della serie di news riguardanti un film in arrivo sembra essere una soluzione che piace ai nostri lettori (abbiamo già depositato il copyright, tranquilli, nessuno potrà copiarci impunemente!) e la ripeteremo senza dubbio in occasione di ogni appuntamento importante sui grandi schermi.
Di cosa parla, in sostanza, questo Cursed?
Semplice. Un fratello (tipico sfigatello da college) e una sorella (ragazza in carriera nel mondo della televisione) vengono accidentalmente morsi da un lupo mannaro.
Segue il classico periodo di “incubazione”, con appetiti (sessuale e di cibo) ingigantiti e maggiore forza e agilità, oltre a un netto miglioramento dei cinque sensi (azzeccata la scena in cui Christina Ricci odora del sangue che una tipa perde dal naso, a diverse stanze di distanza!).
Presto però i pochi vantaggi non varranno il rischio: la licantropia è a tutti gli effetti una “maledizione” che può portare a esiti fatali. Quando i due scopriranno l’esistenza di altri licantropi…
Oltre al già citato Craven, di cui abbiamo avuto modo di parlare due giorni fa, bisogna sicuramente spendere alcune parole su Ken Williamson, lo sceneggiatore del lungometraggio.
Diventato improvvisamente famoso con Scream, Williamson ha in pratica rilanciato il teen-slasher sfruttando fino all’usura sempre le stesse idee (che sono poi quelle fondanti del genere, miste a un certo gusto per il metacinema, per la citazione e l’inner joke). Ecco quindi che quello che inizialmente sembrava frutto di genio e freschezza si è infine rivelato (in So cosa hai fatto, The faculty, Killing Mrs Tingle, ma anche nella serie tv Dawson Creek) come unica via compositiva conosciuta da questo scrittore che ha mostrato fiato cortissimo e scarsa inventiva.
Cursed non si discosta da questa lezione, riciclando ambienti, situazioni e riferimenti già visti nelle passate collaborazioni con Craven, e utilizzando come unico spunto davvero interessante (impossibile svelarlo senza rovinare un po’ il gusto della visione) qualcosa di "già visto" nella pellicola Society di Brian Yuzna.
I due attori principali sono uno dei punti di forza della pellicola. Di Christina Ricci abbiamo già parlato qui, mentre Jesse Eisenberg lo ricordiamo con piacere in quel piccolo gioiellino misconosciuto che è stato Roger Dodger, e da allora ci sembra ancora cresciuto in sicurezza, capacità di ammiccamento e mimica facciale.
Il resto del cast, probabilmente anche a causa dei continui cambi di sceneggiatura, con conseguenti licenziamenti vari, sembra preso di peso da qualche mal assortito telefilm o programma televisivo a stelle e strisce, senza nessun nome sul quale valga la pena dilungarsi.
Impossibile chiudere senza menzionare gli effetti speciali e il make up: dopo la dipartita di Rick Baker è subentrato il gruppo della KNB EFX che aveva tutte le credenziali per poter svolgere il compito al meglio: precedenti collaborazioni con Craven (La casa nera e la trilogia di Scream fra gli altri) ed esperienza con i licantropi nei due sequel di Ginger Snaps.
La società di Gregory Nicotero ha fatto un discreto lavoro, ma siamo assai distanti dai fasti di Un lupo mannaro americano a Londra o L’ululato, che rappresentano ancora la pietra di paragone in questo campo.
Delle idee di Baker (comunque presente nei credits) rimane ben poco, a sentire i diretti interessati più che altro la parte facciale della creatura. Ultima star del settore ad aggiungersi al già ricco cast è l’attivissimo Patrick Tatopoulos, che si è occupato di alcuni effetti speciali, del design della creatura e di tutta la scena finale di combattimento.
Ora la parola passa al pubblico italiano, in un fine settimana ricco di uscite importanti che possono fare una concorrenza temibile (Robots e Suspect Zero).
17 commenti
Aggiungi un commentoE i vampiri che fanno il dito medio al sole all'inizio di Blade Trinity... sembra che abbiamo trovato il gesto-simbolo del cinema Usa contemporaneo!
Ma volete dirmi che sono stato l'unico fesso che l'ha visto??? ops:
Lo vedo domani, sono pronto con il dito medio, anulare e anche indice.
Quello dei libri proibiti.
Poi ci illuminerai con un'ennesima proverbile recensione Elv
ma di un eventuale uscita dvd "uncut" non si sa nulla?
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