Secondo le più recenti ricerche, Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde di Robert Louis Stevenson sarebbe stato creato sotto l’influsso di una droga allucinogena simile all’LSD.
Due esperti sono convinti che l’autore scozzese abbia scritto la più classica delle sue novelle fantastiche a seguito dell’assunzione di derivati dell’ergot, un fungo della segale e del frumento, allucinogeno e potenzialmente letale.
Questo parassita delle graminacee, noto come segale cornuta per le escrescenze che forma sulla pianta infestata, fu causa di avvelenamenti di massa nel corso di tutto il Medioevo. Le vittime, mangiando il pane fatto con la farina delle spighe contaminate, soffrivano di forti convulsioni e vivide allucinazioni: i sintomi del cosiddetto fuoco di sant’Antonio, talvolta scambiati per segni di possessione diabolica. Si pensa infatti che l’intossicazione sia all’origine di molti processi per stregoneria, come per la maniacale caccia alle streghe scatenatasi a Salem, in Massachusetts, nel 1692.
L’ergotina, un estratto del fungo i cui alcaloidi psicoattivi comprendono l’acido lisergico, veniva adoperata nell’Ottocento come medicinale antiemorragico. Stevenson soffriva di tubercolosi, motivo che lo spinse a viaggiare in cerca di un clima ideale per stabilirsi infine nelle isole Samoa, e assunse la sostanza tramite iniezione allo scopo di arrestare l’emorragia polmonare.
Il Professor Robert Winston, presidente del comitato per la scienza e la tecnologia della Camera dei Lord inglese, e il Dottor George Addis, già consulente medico all’Università di Glasgow, sono persuasi che tali iniezioni abbiano avuto l’effetto collaterale di causare, nella percezione soggettiva del paziente, effetti simili a quelli descritti nella trasformazione di Mr. Hyde.
Presentando la loro tesi nel recente documentario The Adventures of Robert Louis Stevenson, prodotto e trasmesso dalla BBC, i due studiosi ritengono di aver trovato prova di tale scoperta in una lettera, da poco rinvenuta negli archivi dell’Università di Yale, che descrive gli spasmi e lo stato allucinatorio sperimentati dallo scrittore come caratteristici di una overdose dei principi attivi della droga.
Nella missiva, datata fine agosto – primi settembre 1885, la moglie di Stevenson scrive a William Henley, amico del marito e suo agente letterario: “I comportamenti folli di Louis... Penso debba essere l’ergotina che affigge il suo cervello in momenti simili. Adesso è abbastanza razionale, sono lieta di dirlo, ma ha appena ceduto nell’insistere di dover stare alzato nel letto in posizione inginocchiata, con la faccia sul cuscino”.
Solo due settimane più tardi l’ammalato iniziava a scrivere il suo famoso racconto sulla duplicità della natura umana.
The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde fu pubblicato a Londra nel 1886, dopo altri più brevi racconti fantastici quali Janet la storta (1881), Ladri di cadaveri (1884) o Markheim (1885), tutti facilmente reperibili in edizioni italiane insieme ai fantasiosi ed esotici titoli del periodo dei Mari del Sud, fra i quali ricordiamo Il diavolo nella bottiglia (1891).
La storia, resa famosa da innumerevoli trasposizioni cinematografiche, narra le vicende del Dr. Jekyll che crea ed esperimenta una pozione per separare in sé il Bene dal Male. E sebbene il dottore si purifichi in apparenza del suo lato oscuro, quest’ultimo si manifesterà tuttavia nel malvagio Mister Hyde, affiorando come elemento opposto e preponderante della propria personalità.
Stevenson ha sempre dichiarato che l’ispirazione per Jekyll e Hyde gli venne da un sogno febbrile, avuto mentre era gravemente ammalato. Come testimonia il contenuto di un’altra lettera, proprio nell’agosto del 1885 le sue condizioni si aggravarono al punto da richiedere la somministrazione dell’ergotina.
Il documentario mette dunque in rilievo l’influenza di questa sostanza sullo scrittore di Edimburgo, rilevando come la sua novella parli proprio dell’assunzione di un medicinale, e del potere di tale droga che sovrasta il fisico del Dottore conducendolo fino a uno stato completamente alieno a se stesso. Proprio ciò che l’autore ha provato nella propria esperienza con l’ergotina, probabilmente sentendosi come un autentico Mr. Hyde.
4 commenti
Aggiungi un commentoInteressante articolo.
Comunque io sapevo (l'avevo visto po' di tempo fa sulla puntata "mad doctor" del documentario "non aprite quella porta" su Skycinema max) che Stevenson si faceva di cocaina e così anche Jekyll (la polvere era appunto la cocaina) e non c'erano di mezzo funghetti allucinogeni.
Poi boh forse ho capito male (anche se c'è sempre di mezzo la droga)
"farsi" è un termine che non si può applicare in senso moderno, come se fosse una scelta consapevole.
Aveva la tubercolosi, con emorragie interne nei polmoni etc. etc., e la medicina dell'Ottocento era quello che era.
Come lui stesso dice in epistolario, assumeva per via orale estratto liquido della pianta di coca, e iniezioni di cocaina non erano nulla di straodinario in quanto a prescrizione medica come stimolante e antidolorifico. Ma non dovrebbe addebitarsi a queste l'effetto di provocare allucinazioni.
Grazie per la precisazione!
Comunque ho scritto "farsi" un po' attualizzandolo ma anche perché l'ho scritto di getto.
Quindi lui ha immaginato Dr Jekyll e Mr Hide con i "funghetto allucinogeno" però la polvere del dr Jekyll è comunque la cocaina o no?
Restano tutte ipotesi, anche se abbastanza fondate e con sù il marchio ufficiale della BBC...
La polvere del Dottore è un espediente letterario, come tale deve richiamare qualcosa di familiare al lettore perché possa agevolmente immedesimarsi nella storia, e allo stesso tempo aggiungere quell'elemento imponderabile necessario a sviluppare una vicenda fantastica.
Come per la polvere bianca del racconto di Arthur Machen. O persino per il the verde di Le Fanu, che a seguito del racconto ha acquisito immeritata fama sui suoi presunti effetti!
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