Il nome della vostra libreria è un chiaro omaggio a Lovecraft e alla letteratura horror. Come nasce il vostro progetto e la vostra passione per il genere? Chi sono i vostri scrittori e libri preferiti?  

Andrea: Innanzitutto, volevamo salutare tutti gli appassionati che frequentano questo magnifico portale e ringraziare voi di HM per l’attenzione che avete deciso di dedicarci. Venendo alla domanda, questo progetto nasce circa un anno fa, quando ci siamo ritrovati, nel giro di poco tempo, entrambi senza lavoro, come purtroppo capita a moltissime persone in questi tempi. Mentre cercavamo un posto di lavoro più “convenzionale”, abbiamo comunque accarezzato l’idea di realizzare quello che, probabilmente, è il sogno di qualsiasi lettore “forte” come noi: aprire una libreria. Abbiamo iniziato a informarci e, grazie anche ai preziosi consigli di nostri amici che fin dall’inizio ci hanno supportati, alla fine abbiamo avuto il coraggio (o la follia) di compiere il grande passo. In realtà noi leggiamo di tutto, dalla narrativa di genere fino ai grandi classici; parlando di horror, io ho iniziato con alcuni precursori come Poe e Stevenson, autori che mi vennero consigliati dalla mia maestra elementare, poi nella fase dell’adolescenza ho fatto una trafila abbastanza classica: King, Lovecraft e poi Lansdale, fino a cose più estreme come Clive Barker o la mitica antologia “Splatterpunk”. Ma sono sempre alla ricerca di cose nuove e stimolanti. Giulia: Come diceva Andrea, leggiamo entrambi un po’ di tutto; per evitare però di venire sommersi e fagocitati dalle librerie di varia preesistenti ci siamo posti la domanda: “Quali generi hanno una buona richiesta da parte dei lettori ma assai poco spazio, solitamente, nelle librerie tradizionali?” La risposta è venuta da sé: fantascienza, fantasy e il tanto bistrattato horror che, purtroppo, negli ultimi anni viene sempre più spesso confuso con quelli che noi chiamiamo scherzosamente “Harmony con i vampiri”. Per quanto riguarda il mio battesimo letterario, oltre ai già citati Poe, Stephen King e Lansdale, ci tengo a segnalare un paio di saghe horror per bambini che, sebbene possano far sorridere un lettore adulto, hanno avuto il grande merito di introdurre molti ragazzi come me ad un genere al quale altrimenti avrebbero rischiato di essere esclusi proprio per via dell’età: in particolare, la saga di “Vampiretto” dell’autrice tedesca Angela Sommer-Bodenburg e quella de “L’autobus del brivido” dell’olandese Paul Van Loon. Ultimamente invece ho scoperto il bravissimo Andrew Fukuda, autore della trilogia di “The hunt”, che oso persino paragonare al grande Richard Matheson.        

L’horror è sempre stato un genere ostico per il mercato editoriale italiano. Qual è il vostro cliente tipo? Avete anche una pagina su Facebook, quali sono i feedback che arrivano dai vostri followers? Qualche episodio divertente da raccontarci?

Non abbiamo un vero e proprio cliente tipo, da noi entrano persone di tutte le età, e questa secondo noi è una cosa positiva. Ci sono poi i cosiddetti “insospettabili”, cioè quei signori di mezza età in giacca e cravatta che penseresti leggano solamente “Il Sole 24 Ore” e che invece si fiondano su tutto ciò che riguarda lo splatter. Teniamo costantemente aggiornata la nostra pagina Facebook (www.facebook.com/miskatonicuniversityre), che rappresenta anche il nostro principale canale di contatto con la clientela al di là del faccia a faccia, e finora stiamo ricevendo segnali positivi e incoraggianti, sia per quanto riguarda il numero di follower, che spesso non sono solo semplici spettatori ma che, al contrario, si dimostrano attivi tramite like e soprattutto commenti, sia per la qualità di questi ultimi, sempre interessanti e ricchi di spunti. Per quel che concerne gli aneddoti simpatici, ce ne sono stati parecchi, ma forse il più sconcertante riguarda proprio Lovecraft: un ragazzo è entrato chiedendo con insistenza se il Solitario di Providence avesse scritto di recente “qualcosa di nuovo”, poiché non ne poteva più di leggere “la solita roba”. Noi gli abbiamo fatto presente che si parlava di un autore morto da quasi ottant’anni e che al momento non erano previste ristampe o edizioni particolari, ma lui non sentiva ragioni… Voleva proprio le ultimissime novità di Lovecraft e se n’è andato scocciatissimo!        

Vendete anche on line e avete tantissimi titoli anche usati e ormai irreperibili. Quali sono i volumi più rari e più ricercati?

 A: Battiamo costantemente sia i mercatini dell’usato e le biblioteche private, che il mondo delle vendite on line, sempre a caccia dell’occasione imperdibile e delle migliori chicche da proporre alla nostra clientela. Tra i pezzi rari in nostro possesso abbiamo svariate prime edizioni di Stephen King in ottimo stato, come un “It” del 1987 con copertina rigida. Sempre di quest’ultimo avevamo anche i rarissimi “Unico indizio la luna piena” e “Ossessione”, uscito a firma Richard Bachman. Sempre in ambito horror c’è da segnalare una rara copia de “La terra dell’eterna notte” di William H. Hodgson e, anche se relativo alla science fiction, siamo molto fieri della copia del numero 1 di Urania “Le sabbie di Marte”, risalente al 1952 e conservato ottimamente. Ci preme inoltre sottolineare che abbiamo un’intera sezione dedicata ai remainder, ovvero quelle edizioni ormai fuori catalogo e che noi vendiamo a metà prezzo. Anche tra questi titoli a volte, si possono trovare autentiche perle ormai dimenticate. 

Tre titoli di libri, e perché, che consigliereste se non li hanno ancora letti a un appassionato di horror come noi.

A & G: A questa domanda rispondiamo insieme perché tocca un argomento che ci sta parecchio a cuore. Fin da subito infatti, ci siamo riproposti di avere un occhio di riguardo per quelle piccole realtà indipendenti spesso snobbate dal grande pubblico e a torto, in quanto possiamo dire che in questo momento in Italia ci sono diverse ottime case editrici con le quali siamo fieri di collaborare come la Dunwich, la Nero Press e la collana Incubazioni della Cut Up, che propongono titoli e autori horror, ma non solo, di tutto rispetto. Noi siamo fermamente convinti che il livello di qualità dell’horror italico si stia alzando notevolmente, grazie anche al lavoro competente e appassionato che svolgono queste piccole, ma agguerrite case editrici. I tre titoli che consigliamo pertanto riguardano tutti autori di casa nostra. Sono solo tre, ma ce ne sarebbero diversi altri che meriterebbero di essere citati ed invitiamo tutti coloro che leggono queste righe a fare un tentativo (se non l’hanno già fatto) cercando di vincere qualche piccolo pregiudizio. Non ve ne pentirete!  

- “William killed the radio star” di Pietro Gandolfi

- “Diurno Imperfetto” di Matteo Bertone

- “Le radici del male” di Alda Teodorani

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