Ciao Franco, innanzitutto complimenti per il tuo nuovo incarico. In redazione, dopo la tua nomina a Editor delle collane Mondadori, siamo stati invasi da streghe, vampiri, mummie, licantropi e zombie. C’è stata una sorta di riunione straordinaria, tra accenni di rissa, colpi di magia nera, ululati, etc. Sì, c’è stato qualche attimo di tensione, perché, sembra strano dirlo, ma ognuno vorrebbe tornare di moda. Soprattutto dopo il lancio di Odissea Zombie, sono certi che tu sia l’uomo adatto a farli risorgere. Intanto, per scaldare i motori, ti porrei la domanda base, ovvero: qual è il colmo per un cimitero?
Andare in pensione perché i morti sono diventati tutti zombie?
Bene, andiamo avanti. Vladenstein, il vampiro matematico, ti chiede: “nell'annuncio ufficiale hai dichiarato che ti piacciono le sfide. Be', l'horror ha proprio un mercato del Carso. Con Urania Horror si è arrivati a 18 numeri tra il '90 e il '91. Poi nel 2008 si è riproposta l'idea nelle Grandi Saghe e, successivamente, si è tentata la sortita con la collana Epix che ha chiuso, mischiando un po' i generi, dopo 15 numeri. A tutte e tre è stato infilato un paletto nel cuore. Come mai, secondo te, l'horror non riesce a raggiungere certi umani in Italia? Si è scelta la formula sbagliata in passato, è una questione di "etichetta" che intimorisce acquirenti e librai, o è proprio il mercato dell’orrore che non funziona?”
L’horror funziona benissimo quando non è generico ma perfettamente specifico. Voglio dire, un tempo vampiri, zombie, streghe, appartenevano tutti all’horror in senso lato e, per esempio, in una antologia dell’orrore si potevano ritrovare tutti mischiati insieme questi sottogeneri. Oggi non può essere più così. I vampiri sono un genere letterario a se stante, gli zombie anche, le streghe non ne parliamo. Se facciamo una antologia, deve essere specifica, per incontrare il gradimento del pubblico: un’antologia solo di vampiri, una solo di streghe, una solo di zombie e così via. L’horror, insomma, si è super specializzato, super verticalizzato. E i buoni risultati di vendita delle collane verticali che trattano questi generi dimostrano che non è l’horror a non vendere. Sono i prodotti non identificabili in un preciso sottogenere a non vendere. E questo credo sia stato il problema di Urania Horror, che ha vissuto momenti difficili di transizione. Adesso forse possiamo cominciare a riconsiderare il tutto sotto un’altra ottica, per capire se ci sono i margini per fare altri tentativi. Molto più netti e verticali di un tempo, però…
La Signora in Wicca, una delle più grandi statiste del regno parallelo, afferma che un noto sito dedicato al mercato dei libri ha palesato un incremento per i romanzi che contengono elementi o concetti supernatural, soprattutto tra i giovani, e ti chiede: “vista la grande mole di storie sovrannaturali di ottimi autori americani, non pensi che il ‘borsino di Francoforte’ possa tornare in attivo trovando la giusta chiave di lettura per questo mercato?”
Proprio come dicevo sopra, bisogna individuare i filoni di interesse e capire come muoversi. Di certo lo faremo.
Lo zombie – cerca di capirlo, è stato emarginato per anni, e ora si preoccupa per quei racconti che potrebbero essere seppelliti per sempre – ti chiede: “le antologie negli anni sono state un po’ abbandonante, perché il lettore sembrava interessato a una narrazione senza interruzione e a un unico racconto lungo. Negli ultimi anni sono riapparse e nelle collane da edicola abbiamo avuto modo di leggerne anche di molto interessanti (Bad Prisma, Il mio vizio è un stanza chiusa). Pensi che questa formula editoriale possa continuare a sopravvivere?”
Con grande prudenza e dosandole con cura, le antologie, se hanno un’idea forte dietro, un progetto a tutto campo, allora possono funzionare. Ma non devono essere fini a se stesse, come troppo spesso accade. Io sono un sostenitore delle antologie (ne ho fatte tantissime, in passato, con molti editori diversi), ma so bene che prima di pubblicarne una occorre che sia pensata e gestita al meglio, per presentarsi come una chicca imperdibile per il pubblico. Altrimenti viene surclassata dai romanzi, e finisce nel dimenticatoio.
Sei a cena da solo, in un angolo buio della stanza, riscaldato dal fuoco dei ricordi, quando un Vampiro invade la tua privacy. Capisci subito che vuole fregarti il prossimo romanzo che pubblicherai in Mondadori per leggerlo in anteprima. Tu vorresti reagire, ma quello è un vampiro nerboruto di due metri, feroce e della vecchia generazione. Cosa fai?
A- Gli dai il numero di telefono di Sookie Stackhouse, se ti restituisce il romanzo.
B- Lo guardi dritto negli occhi ed esclami: “mena il tuo colpo più duro, amico. Non mi fai paura”.
C- Piazzi una sedia vicino al tavolo, versi del whiskey in due bicchieri, e gli dici: “Ho rispolverato Nerone, posso farlo anche con te…”.
D- Telefoni a Lippi e gli fai: “Giuseppe, guarda che Vlad è riuscito a togliersi il collare ed è entrato in casa mia. Te ne prendi cura tu? O chiamo Viviani?”
Be’, senz’altro opto per la risposta D.
Il Licantropo, ricordando la sua umanità, ti chiede: “tra le tante idee, e visto il tuo background nel mondo dei concorsi letterari, un ipotetico Premio Urania dedito al Dark, potrebbe risvegliare gli animi e funzionare da luna piena trasformando questi cani bastonati (esordienti) in feroci lupi mannari da edicola?”
Francamente ne dubito. Il problema, infatti, non sono gli autori (di quelli ce ne sono fin troppi…) ma i lettori. E purtroppo non sempre gli scrittori sono anche lettori, per quanto questo potrebbe apparire come una contraddizione. Non nel nostro Paese, almeno…
Lo Spaventapasseri si è destato dalla calura estiva e ti chiede: “Immagino che ora tu stia seguendo un percorso già tracciato, per rodarti un po’. Quando vedremo la mano di Franco Forte sulle collane? Quali modifiche sostanziali apporterai o non apporterai alle collane che segui e che già sono in edicola?”
Questo è l’elemento più difficile: cambiare prodotti consolidati non ha senso, così come non ha senso dare sterzate improvvise solo perché si hanno delle idee nuove o si vorrebbero raggiungere prospettive diverse. Bisogna muoversi con cautela, per gradi, con la massima attenzione, senza evitare, però, di mostrare una certa volontà al cambiamento, soprattutto se questo sarà finalizzato, come intendo fare io, alla massima soddisfazione del lettore. Quindi adesso mi sto guardando intorno, sto prendendo confidenza con la “macchina” delle collane Mondadori (davvero colossale), poi, una volta comprese le dinamiche, comincerò a proporre le mie idee, ritoccando e cambiando a seconda del grado di soddisfazione dei lettori.
La mummia, che vive sepolta da qualche parte nelle piramidi, ti chiede: “di tutta quella serie horror del passato (che custodisco gelosamente) potrebbe mai essere riproposto qualche volume vecchio, o autore, magari fuori catalogo, in un’ipotetica collana hor… ehm… sovrannaturale?”
Mai dire mai. Ma con prudenza…
La risposta alla prima domanda l’hai cercata su internet o la sapevi sul serio?
Io so tutto!
Il Demone, affamato di involucri nuovi e freschi, ti chiede: “cosa ne pensi del mercato dei DVD in edicola? E’ una strada percorribile in Mondadori?”
Altro mercato praticamente morto. Ormai la gente non compra più DVD, si scarica tutto da Internet.
Una Fata arriva trafelata in redazione, ci dice di essere una ‘scrittrice esordiente’ e ci chiede il tuo numero di cellulare, ma poi scopriamo che possiede nella borsa una vecchia copia di Erotic Horror curata da te…
A- Sta mentendo. Spera in una sorta di Odissea Fate.
B- Vuole solo giocare un po’al medico e l’infermiera.
C- E’ davvero una esordiente. Perché anziché inviare la sinossi si è presentata di persona.
Facciamo così: se è carina, datele pure il mio numero di cellulare. Altrimenti… circola ancora per la vstra redazione quel vampiro alto due metri e dall’aspetto poco raccomandabile? Ecco, ditele che quello è un editore, disposto ad assag… ascoltarla.
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