Un impacciato controllore e un gruppo di pendolari si ritrovano asserragliati su un treno notturno bloccato nel mezzo della foresta inglese di Thornton. Una creatura maligna, terrificante e letale si aggira per i boschi. E quando anche il nemico non arriva dall’esterno, si trova in mezzo a loro. Perché il quadro terrifico sia completo, fuori piove.
I due sceneggiatori Nick Ostler e Mark Huckerby si ritrovano in treno circondati da altri passeggeri poco educati. Quando si chiedono cosa potrebbe arrivare a peggiorare la loro condizione, la risposta è una soltanto: licantropi!
È così che nasce Howl, diretto dal pluripremiato creatore di effetti speciali Paul Hyett, alla sua seconda prova come regista dopo The Seasoning House. Quello che realizza è un classico b-movie nonché uno dei migliori film sui lupi mannari degli ultimi anni.
Il film cerca di ripercorrere il cammino segnato da Un lupo mannaro americano a Londra di John Landis e dunque predilige la commedia horror, costantemente in bilico tra leggerezza e terrore.
Ottima è l’ambientazione, il senso di claustrofobia è sempre molto vivido e persino quando i personaggi non sono più inscatolati tra le lamiere del treno gli spazi appaiono labirintici, angusti, così ristretti da non lasciare possibilità di fuga. Un altro punto di forza è la trama, semplice e lineare lascia molto spazio alla caratterizzazione dei personaggi. Eterogenei, stravaganti e mai troppo caricaturali, i protagonisti godono di una scrittura ben al di sopra degli standard di altri film di genere, hanno la possibilità di evolversi e di mostrarsi infine per quello che realmente sono. Le dinamiche che muovono un gruppo di persone sconosciute accomunate da una situazione di pericolo si innescano fin da subito e progrediscono secondo una lettura originale. Nessuno (o quasi) ragiona per se stesso a discapito degli altri, i personaggi sono tutti uniti nella ricerca della salvezza e pronti a sacrificarsi per l’altro, eccezion fatta per l’immancabile provocatore di turno.
La tensione si fa più pressante con lo scorrere del tempo, grazie al collaudato espediente di non mostrare le minacciose creature che si muovono nella notte. Il terrore arriva portato dal suono: il raschiare degli artigli lungo le lamiere, il rumore provocato dallo spostamento d’aria, gli agghiaccianti ululati a squarciare il silenzio. E quando non è più possibile tenerle nascoste, le creature si rivelano in tutta la loro mostruosità. I licantropi sono molto più umani che lupi, quasi a ricordare che "homo homini lupus", tuttavia appaiono troppo pallidi e pressoché glabri, più simili ai vampiri che non ai licantropi della tradizione.
Nonostante qualche piccolo errore di sceneggiatura e una incoerente rappresentazione delle creature, Howl è un film riuscito che preferisce un ritorno alla tradizione anziché intraprendere l’insicuro cammino verso la smaniosa ricerca di qualcosa di forzatamente originale, ricerca che troppo spesso in questi ultimi anni si è rivelata sconfortante.
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